L’acchiappavoti. E l’acchiappafantasmi

Caro direttore

Secondo me il lettore che si firma Angelo, e che pare bene informato, ha ragione a metà sull’acchiappavoti. Mi spiego. La presidente Simona Vitali in Panzeri pur di restare alla guida della Proloco ha detto che non si candida. Con Panzeri (Massimo), ovviamente. Penso che ci siano altre ragioni, diciamo così, più personali, per motivare il passo indietro. Ma questa rinuncia non è sufficiente. La signora in questione è aggregata al carro del sindaco in modo spudorato. E’ sempre al gazebo in piazza il sabato, va alle serate della lista, era presente pure all’apertura della sede. Per dirla chiara è schieratissima. E in base allo statuto della Proloco, essendo lei la legale rappresentante, o comunque a un codice etico da minimo sindacale non lo può fare. Quindi il direttivo dovrebbe farla dimettere. Ma a parte questo perché ti dico che Angelo ha ragione a metà. Per il fatto che fonti bene informate mi dicono che la strategia messa in campo per aggirare l’ostacolo prevede la candidatura della vice presidente, Monica Villa, disposta, a quanto pare, a dimettersi. Secondo gli strateghi della lista Panzeri la soluzione sarebbe ideale perché lascerebbe la Vitali alla testa della proloco pur raccogliendo i consensi da dirottare poi sulla Villa. Ma secondo me c’è un problema che non consente al sindaco di completare la notizia: la signora Villa, persona sicuramente capace e acuta, sospetta che il ruolo assegnatole sia quello del “cavallo di Troia”, ovvero una sorta di acchiappavoti – acchiappafantasmi. Tradotto, lasciare la Proloco ma poi ritrovarsi subordinata all’asse Panzeri-Vitali.  Lasciami aggiungere che il travaglio interiore che sta vivendo Fabio Tamandi ha più o meno la medesima radice, cioè la consapevolezza che proprio certi comportamenti verificatisi negli ultimi anni sono stati alla base delle defezioni di numeri uno dell’Amministrazione comunale e della gara di preferenze, come Giuseppe Procopio e Franca Maggioni. Un prezzo molto alto che gli alleati del sindaco hanno pagato. E che alcuni come Casaletto e Albani, sono disposti a pagare in ossequio all’accordo politico provinciale. E con la speranza, non disinteressata, di ottenere una riconferma negli attuali ruoli.
Matrix
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