Comodamente sedute/124: maestra di cuore

Quando capita, le mie figlie ed io non perdiamo mai l’occasione di trascorrere insieme del tempo piacevole.
Stavolta  l’opportunità è arrivata lo scorso mercoledì, quando siamo andate a Olginate a vedere lo spettacolo le Filippiche  di Filippo Caccamo.
Ora, il nome Filippo Caccamo, se non siete dentro il mondo della scuola, potrebbe anche suonarvi sconosciuto, ma basta fare un giro nel suo sito https://filippocaccamo.it/ o cercarlo sui social per capire chi sia e quanto sia bravo.
Di lui si dice così:
“Filippo Caccamo è un insegnante che ha per il momento lasciato la cattedra per potersi dedicare alla sua travolgente carriera teatrale che lo sta vedendo protagonista indiscusso e acclamato davanti a platee sempre più sconfinate di insegnanti che evidentemente si ritrovano in lui e nelle sue esilaranti imitazioni di docenti, dirigenti scolastici, collaboratori scolastici, tecnici di laboratorio. “Racconto la realtà dal mio punto di vista” dice di sé”.
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Ispirandosi alla vita quotidiana degli insegnanti Filippo crea video e spettacoli dal vivo che coinvolgono e divertono il pubblico. La sua esperienza come insegnante di Lettere gli ha permesso di cogliere le dinamiche umane che si sviluppano tra docenti e alunni e di portare sul palco la realtà della scuola. Dai dibattiti in classe alle conversazioni tra gli insegnanti, dai comportamenti degli studenti durante le lezioni alle richieste dei genitori, Caccamo rappresenta tutto ciò che fa parte della vita di un insegnante in modo divertente e ironico. La sua intenzione è quella di rendere la scuola meno solitaria e più accettabile per docenti, studenti e genitori. Con i suoi contenuti esposti durante gli spettacoli, che sono sempre sold out – Caccamo vuole far sentire gli insegnanti, gli studenti e i genitori meno soli nell’affrontare la realtà della scuola.

Insomma se vi capita l’occasione, vi consiglio di non perdervi i suoi sketch veramente esilaranti perché regalano uno spaccato di scuola nella quale ciascuno di noi in un ruolo o nell’altro (docenti, genitori, studenti) si può facilmente ritrovare.

Questa serata mi ha inevitabilmente regalato una carrellata di ricordi che mi hanno tenuta legata per interminabili anni al mondo della scuola, come genitore, come counselor, come mamma di un’insegnante e di un educatore e non da ultimo, come studente.

Sono stati innumerevoli gli insegnanti che ho incontrato lungo il mio percorso scolastico e ciascuno a modo loro ha avuto un ruolo di rilievo nella mia vita.

Ma la figura alla quale ho pensato con affetto e nostalgia è stata la mia maestra delle elementari.
Si chiamava Iolanda Merola e mi ha voluto bene per tutta la vita.
Anche quando mi capitava di incontrarla ormai anziana per le strade del mio paese, mi salutava con affetto.
Ricordo che mi faceva leggere ad alta voce in classe i miei temi e ancora oggi penso che in qualche modo abbia contribuito ad accrescere il mio amore per la scrittura.
Dolce ma severa, mi sembrava così anziana, eppure non lo era per niente.  

Filastrocca delle buone maestre
Maestra, insegnami il fiore ed il frutto
“Col tempo, ti insegnerò tutto!”.
Insegnami fino al profondo dei mari
“Ti insegno fin dove tu impari!”.
Insegnami il cielo, più su che si può
“Ti insegno fin dove io so!”.
E dove non sai?
“Da lì andiamo insieme
Maestra e scolaro, dall’albero al seme.
Insegno ed imparo, insieme perché
Io insegno se imparo con te!”.
Bruno Tognolini

Un’ insegnante lo sa che può fare la differenza con i suoi alunni.
Che se un bambino a scuola è bravo oppure no, alle volte dipende proprio da lei, dalla pazienza, la passione, la perseveranza che ci mette nel trasmettere contenuti.
Dipende da quanto è disposta ad andare oltre.
Oltre il voto, oltre la condotta, oltre il carattere.
Perché ce lo siamo detti un milione di volte, che gli incontri che facciamo lungo la nostra vita alle volte possono tracciare un destino.
Nel bene o nel male.

Se ti diranno più e più volte che non ce la puoi fare, che è meglio che lasci perdere, che non puoi capire, che per te è troppo, finirai per crederci anche tu.

Ma se ti incoraggeranno dicendo che vali, che hai talento, che ogni volta che sbagli hai l’occasione per imparare qualcosa di nuovo, che cadere non è altro che avere l’opportunità di rialzarsi, che se credi in te stesso anche quando gli altri smetteranno di farlo, davvero il mondo potrebbe somigliare a qualcosa come un buon posto in cui crescere.

Se pensassimo per un momento a tutti gli insegnanti che abbiamo incontrato e che hanno lasciato un segno nella nostra vita, sono sicura che non esiteremmo a rispondere, a ricordare i loro nomi, i loro volti, il loro modo di insegnare.
Perché un bravo insegnante non si dimentica.
Chi ci educa in modo valido lascia un segno che va oltre la mera conoscenza trasmessa.

“Un sogno inizia il più delle volte
Con un insegnante che crede in te”
Dan Rather

E voi amiche ve li ricordate i vostri insegnanti?
Che ricordo avete di loro?
Hanno fatto la differenza nella vostra vita?

Sono pronta ad accogliere i vostri commenti, le vostre parole, le vostre storie di cui come sempre avrò grande cura. Scrivetemi a gio.fumagalli66@gmail.com

Prima di salutarvi e di augurarvi buona domenica vi informo, che questa rubrica a partire da oggi, mio malgrado diventa quindicinale.
Ma se volete continuare a incontrarmi ogni settimana potete sempre fare un salto nel mio blog www.comodamentesedute.com

Un abbraccio

Giovanna Fumagalli Biollo
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