Cernusco: dopo 27 anni di servizio, Ferruccio Amonini saluta i Vigili del Fuoco
Dopo aver prestato servizio come vigile del fuoco presso la Caserma di Merate per 27 anni, per Ferruccio Amonini è – purtroppo – arrivato il momento di ritirarsi. La prossima domenica 7 aprile infatti “l’Alpino” di Cernusco Lombardone originario di Piateda compirà 61 anni e dunque, dato che non è consentito prestare servizio dopo i 60 anni, per lui sarà il momento di posare l’elmetto.
“Sono diventato vigile del fuoco un po’ per gioco” racconta, spiegando di aver sempre prestato servizio a Merate. “Ho iniziato quando c’era ancora il responsabile Marco Panzeri. Da subito mi ha dato soddisfazione il fatto di aiutare le persone e salvarle, essere utile per la società e anche l’adrenalina che si prova”. Di adrenalina nel corso della sua vita Amonini ne ha provata molta. Neanche ricorda il numero degli interventi che l’hanno visto impegnato. Ricorda però quelli più tragici, che gli sono rimasti impressi, e i più felici e per certi versi anche i più simpatici.
“Tra i più toccanti sicuramente ci fu il caso della famiglia Montagna a Verderio, in cui come vigili intervenimmo per aprire la casa” ha detto, ricordando il tragico omicidio-suicidio avvenuto nel 2000, quando l’allora agente di polizia locale del paese, Mario Montagna uccise la moglie e i figli e poi si suicidò. “Gli interventi più belli che ricordo sono quelli in cui siamo riusciti a mettere in salvo bambini” ha proseguito, citando per esempio l’episodio di un bimbo che rimase incastrato con il braccio nella porta a bussola di una banca a Merate. “Siamo arrivati in tempo con il divaricatore e abbiamo distrutto la porta che ormai gli stava bloccando la circolazione”.
Alcuni servizi invece sono passati anche alla storia in quanto divertenti, come quello del gatto “Ferruccio”. “Eravamo stati chiamati a Barzanò per un gattino finito per 5 o 6 metri in un tubo di soli 20 cm di diametro. Il gatto non voleva uscire e nessuno sapeva come fare. Mi sono ingegnato e ho fissato un asciugamano a un lungo bastone che poi ho infilato per far giocare il gatto. Quando si è aggrappato all’asciugamano ho tirato ed è uscito”. La proprietaria del gatto, una bimba di 9 anni, tempo dopo chiamò in caserma per far sapere a Ferruccio che aveva scelto di chiamare il gatto come lui. “Ad alcuni intitolano piazze e vie, a me un gatto…”
Tra i tanti servizi, oltre a incendi e incidenti automobilistici, Amonini ricorda tristemente anche moltissimi suicidi al ponte di Paderno, per cui lui e i colleghi sono stati impegnati nella ricerca dei corpi. Dai risvolti tragici o meno, comunque, Amonini tutti i suoi servizi li ha sempre svolti di giorno. Per 24 anni infatti ha lavorato come guardia giurata, prima per una sociertà e poi per privati. Tutt’ora continua a svolgere questa professione in qualità di responsabile della sicurezza per Technoprobe e negli anni ha contribuito in prima persona a 34 arresti, talvolta rischiando anche la pelle. “Avevo la reperibilità giornaliera come Vigile del fuoco, anche al mattino. È capitato che finissi di lavorare all'alba e venissi subito chiamato per un servizio” racconta, ricordando che era inoltre anche autista e con la sua patente di 3° grado poteva guidare autopompe, botti e autoscale. Avendo conseguito la licenza, era anche in grado di manovrarle le autoscale.
Domenica mattina festeggerà il suo compleanno in Caserma, brindando con gli amici e colleghi di sempre e salutando ufficialmente i "colleghi". “Ora lavorerò e continuerò a fare l’Alpino e a prestare servizio d’ordine alle adunate nazionali delle penne nere e con la Protezione Civile di Lecco, di cui sono stato tra i fondatori nel 1988. Mi mancheranno però gli interventi come Vigile del fuoco e soprattutto il fatto di rendermi utile. Qui in zona ci sono circa 30 comuni che vengono seguiti da Vigili del fuoco volontari… c’è tanto da fare”.
Amonini dunque lascia con tanta soddisfazione e orgoglio per quanto fatto e con un po' di malinconia per un corpo che è stato un po' la sua seconda famiglia.
“Sono diventato vigile del fuoco un po’ per gioco” racconta, spiegando di aver sempre prestato servizio a Merate. “Ho iniziato quando c’era ancora il responsabile Marco Panzeri. Da subito mi ha dato soddisfazione il fatto di aiutare le persone e salvarle, essere utile per la società e anche l’adrenalina che si prova”. Di adrenalina nel corso della sua vita Amonini ne ha provata molta. Neanche ricorda il numero degli interventi che l’hanno visto impegnato. Ricorda però quelli più tragici, che gli sono rimasti impressi, e i più felici e per certi versi anche i più simpatici.
“Tra i più toccanti sicuramente ci fu il caso della famiglia Montagna a Verderio, in cui come vigili intervenimmo per aprire la casa” ha detto, ricordando il tragico omicidio-suicidio avvenuto nel 2000, quando l’allora agente di polizia locale del paese, Mario Montagna uccise la moglie e i figli e poi si suicidò. “Gli interventi più belli che ricordo sono quelli in cui siamo riusciti a mettere in salvo bambini” ha proseguito, citando per esempio l’episodio di un bimbo che rimase incastrato con il braccio nella porta a bussola di una banca a Merate. “Siamo arrivati in tempo con il divaricatore e abbiamo distrutto la porta che ormai gli stava bloccando la circolazione”.
Alcuni servizi invece sono passati anche alla storia in quanto divertenti, come quello del gatto “Ferruccio”. “Eravamo stati chiamati a Barzanò per un gattino finito per 5 o 6 metri in un tubo di soli 20 cm di diametro. Il gatto non voleva uscire e nessuno sapeva come fare. Mi sono ingegnato e ho fissato un asciugamano a un lungo bastone che poi ho infilato per far giocare il gatto. Quando si è aggrappato all’asciugamano ho tirato ed è uscito”. La proprietaria del gatto, una bimba di 9 anni, tempo dopo chiamò in caserma per far sapere a Ferruccio che aveva scelto di chiamare il gatto come lui. “Ad alcuni intitolano piazze e vie, a me un gatto…”
Tra i tanti servizi, oltre a incendi e incidenti automobilistici, Amonini ricorda tristemente anche moltissimi suicidi al ponte di Paderno, per cui lui e i colleghi sono stati impegnati nella ricerca dei corpi. Dai risvolti tragici o meno, comunque, Amonini tutti i suoi servizi li ha sempre svolti di giorno. Per 24 anni infatti ha lavorato come guardia giurata, prima per una sociertà e poi per privati. Tutt’ora continua a svolgere questa professione in qualità di responsabile della sicurezza per Technoprobe e negli anni ha contribuito in prima persona a 34 arresti, talvolta rischiando anche la pelle. “Avevo la reperibilità giornaliera come Vigile del fuoco, anche al mattino. È capitato che finissi di lavorare all'alba e venissi subito chiamato per un servizio” racconta, ricordando che era inoltre anche autista e con la sua patente di 3° grado poteva guidare autopompe, botti e autoscale. Avendo conseguito la licenza, era anche in grado di manovrarle le autoscale.
Domenica mattina festeggerà il suo compleanno in Caserma, brindando con gli amici e colleghi di sempre e salutando ufficialmente i "colleghi". “Ora lavorerò e continuerò a fare l’Alpino e a prestare servizio d’ordine alle adunate nazionali delle penne nere e con la Protezione Civile di Lecco, di cui sono stato tra i fondatori nel 1988. Mi mancheranno però gli interventi come Vigile del fuoco e soprattutto il fatto di rendermi utile. Qui in zona ci sono circa 30 comuni che vengono seguiti da Vigili del fuoco volontari… c’è tanto da fare”.
Amonini dunque lascia con tanta soddisfazione e orgoglio per quanto fatto e con un po' di malinconia per un corpo che è stato un po' la sua seconda famiglia.
E.Ma.