Aeroporto Orio: perde il volo per Cracovia per il divieto di imbarcare lo scooter per disabili (pur autorizzato da Ryanair)

Vicende non nuove, sempre tristi, sempre irritanti in un Paese che troppo spesso parla di abbattere le barriere architettoniche ma poi si ferma davanti all’insufficienza delle pedane sollevatrici sui treni e ogni volta il cittadino deve protestare per esercitare un diritto. Anche Silvia, avvocato di professione, ha dovuto fare i conti con questo assurdo sistema e con la ritrosia di addetti che neanche di fronte all’evidenza depongono l’arroganza. Ecco il racconto di un viaggio mancato a Cracovia a causa della riottosità del personale di terra a imbarcare lo scooter per disabili, nonostante le certificazioni richieste dalla compagnia aerea, tutte regolari e nonostante una autorizzazione preventiva da parte della stessa Ryanair. Un racconto che davvero fa cadere le braccia per lo sconforto.

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Lo scooter di Silvia

NEGATO IMBARCO: LO SCOOTER PER DISABILI NON PUO’ SALIRE

Venerdì 22 marzo 2024, mi trovai con mio cugino davanti ai check-in dell’aeroporto di Orio al Serio. Destinazione: Cracovia. Avevamo prenotato il volo, ottenendo (sono disabile) l’autorizzazione della Ryanair all’imbarco del mio scooter Venus 4 Sport.

Io e mio cugino ci dirigemmo al desk: erano le 19:30, il decollo previsto alle 21:10. La hostess di terra mi chiese la scheda dello scooter: le mostrai il foglio con le informazioni tecniche dal mio cellulare. Dopo avermi contestato che sulla pagina era stata aggiunta a mano l’informazione “batteria a secco” (per ricordarmi il tipo), recuperai l’intera scheda tecnica direttamente dal sito della casa madre dello scooter. Tuttavia, anche così, secondo l’operatrice, non c’erano abbastanza informazioni sulla batteria. Quindi, chiamò telefonicamente la responsabile.

La hostess mi chiese dunque di togliere la batteria dall’apposita sede. Mio cugino eseguì la richiesta, posizionando il blocco-batterie sul nastro-bagagli. Sostenendo di dover procedere ad ulteriori controlli, mi invitò poi a smontare (io!) la scatola, così da poter veder all’interno. Allibita dalla richiesta, la esortai a chiamare un tecnico incaricato di controllare gli oggetti “pericolosi”. Alla mia proposta, non rispose, ribadendoci che stavano attendendo una risposta da Ryanair.

Ormai era trascorsa circa mezz’ora.

A quel punto, recuperata dal cellulare una foto delle due batterie dello scooter, la mostrai alla stessa operatrice. L’etichetta riportava la dicitura di batteria a piombo-acido (AGM) 12V. Dunque erano perfettamente conformi a quelle richieste da Ryanair, come precisato nelle FAQ: “Accettiamo solo batterie a secco/gel o agli ioni di litio per un dispositivo alimentato da due batterie, ciascuna delle quali non deve superare il 160 Wh”.

Accertato quindi che tutte le batterie al piombo sono a secco o a gel, la hostess mise in dubbio la provenienza della foto da me mostratale e il fatto che nella scatola ci fossero effettivamente quelle batterie. Per l’ennesima volta, dunque, io e mio cugino esortammo di procedere ai controlli RX o comunque a quelli che l’aeroporto riteneva utile, senza tuttavia avere riscontri. In compenso, un’altra richiesta astrusa: partire con una sola batteria. Scocciata, risposi con un secco “no”. Cosa cambiava?

Non volendo perdere volo e vacanza, io e mio cugino prospettammo la possibilità di imbarcarci senza scooter: lo avremmo lasciato al deposito-bagagli e lo avrei ripreso al ritorno. Soluzione bocciata. Ritrattai, dicendo che lo avrei lasciato mezz’ora al desk e sarebbe venuta la mamma a recuperarlo la sera stessa. Anche questa idea respinta.

Nel mentre, ci veniva chiesto di stare in attesa. Solo alle 20.50, appena dopo la chiusura dell’imbarco, ci fu comunicato che non potevamo partire. Soltanto allora arrivò personalmente la responsabile, la quale, per prima cosa, ci informò che Ryanair aveva negato l’imbarco del mio scooter, senza però documentare tale comunicazione. Quindi, provvidi a mostrarle l’e-mail della stessa compagnia con cui, giorni prima, dava l’ok per il trasporto in stiva dello stesso ausilio. La responsabile ribatté che quella mail l’avrebbe potuta scrivere chiunque, nonostante la carta intestata.

La soluzione che la stessa ci prospettò dopo pochi minuti ha del surreale: si offrì di cambiarci i biglietti per il volo che, l’indomani, sarebbe partito per Cracovia. Dopo aver rifiutato (il nostro programma era concentrato proprio il sabato, quindi sarebbe stato inutile partire), mio cugino le fece notare che, comunque, i documenti che avremmo presentato erano esattamente gli stessi. Lei rispose che, in quel modo, avevano più tempo per raccogliere informazioni: ma Ryanair non aveva già detto no?

Amareggiati, prima di lasciare il desk, le chiesi quali altri documenti avrei dovuto presentare per i prossimi voli. Mi rispose la scheda tecnica, esattamente quella che avevo scaricato dal sito due ore prima, e il libretto di circolazione della batteria o dello scooter (eh?).

Essendo avvocato, ho provveduto a inoltrare opportuni reclami.

 

Silvia
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