Arlate: via Crucis itinerante riflettendo su temi attuali

Prima via Crucis del Venerdì Santo per don Giuseppe Sala, parroco di Arlate e Calco ufficialmente entrato in servizio da questo mese di marzo. Nella serata di venerdì 29, dopo aver celebrato la Passione del Signore nel pomeriggio, aver confessato e guidato l’adorazione personale della Croce, il sacerdote ha condotto la via Crucis itinerante per le due parrocchie nella frazione Arlate, intitolata "Voci dal mondo".
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Un buon numero di fedeli si sono riuniti all’angolo tra via Adda e via Nuova Provinciale, punto di partenza della preghiera. Tra canti e momenti di silenzio, le otto stazioni sono state luogo di riflessione non solo sulle tappe che hanno preceduto la crocifissione di Gesù, ma anche su temi di attualità ispirati da articoli di riviste come “Missione Consolata” e “Mondo e missioni”.
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Alla prima stazione “Gesù è arrestato”, è stato ricordata la drammaticità dell’arresto per le persone che vivono negli Stati Uniti da molti anni senza documenti. È stata letta la testimonianza di un uomo messicano arrestato all’improvviso, proprio come Gesù dopo il bacio di Giuda, e poi portato in carcere e in seguito deportato senza aver mai più rivisto la casa in cui abitava da tempo in America.

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In occasione della seconda stazione “Gesù è condannato a morte” si è parlato invece delle donne di minoranze religiose che spesso vengono perseguitate “doppiamente” e subiscono rapimenti, violenze e schiavitù. È stato ricordato che ciò accade in Pakistan, Nigeria, Burkina Faso e Egitto ed è stato menzionato l’incendio appiccato da una folla a Pegu nel quartiere in cui viveva una ragazza buddista che aveva una relazione con un uomo mussulmano. 
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Nel corso del cammino verso la chiesa parrocchiale di Arlate è stato citato il tema dello spreco di cibo, ricordando che il 13% di quello che viene prodotto a livello globale viene perso nella filiera produttiva, mentre il 17% viene sprecato dalle famiglie. “Si tratta di una quantità di cibo che sarebbe sufficiente per nutrire oltre un miliardo di esseri umani. Secondo le ultime stime, nel mondo le persone affamate sono tra i 691 e i 783 milioni” è stato letto dall’articolo di “Missioni Consolata”. 
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Don Giuseppe Sala
Nelle tappe successive si è parlato del progetto “Provives” realizzato in Senegal dalla Ong Cisv di Torino per promuovere il lavoro e della piccola imprenditoria “verde”, del movimento civile “No name kitchen” che lotta per il diritto di tutte le persone a migrare con dignità e sicurezza, e di padre Nicholas, missionario keniano che da 10 anni vive nel quartiere Barriera di Torino e aiuta tossicodipendenti e ha denunciato a più riprese l’indifferenza delle istituzioni nei loro confronti. 
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Infine, prima di giungere in chiesa per la preghiera finale, all’ultima tappa “Gesù è posto nel sepolcro” è stato lanciato un messaggio di costruzione di pace partendo da se stessi. “Non è possibile accettare che alcuni strumentalizzino le fedi religione per giustificare i conflitti e la violenza” è stato detto, citando poi le paroli della giovane ebrea di Amsterdam Hetty Hillesum, uccisa ad Auschwitz per aver voluto condividere il destino del suo popolo: “La pace futura potrà essere veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso, se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso”. 

Il corteo verso la chiesa di Arlate è stato accompagnato da due pattuglie di Polizia Locale, che hanno garantito la sicurezza dei partecipanti per strada per tutto il momento di preghiera. 
E.Ma.
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