Papa Francesco e la bandiera bianca
Ormai siamo al paradosso!
Chi semplicemente con buon senso e saggio realismo antepone ad ogni altro pseudo valore il rispetto e la massima tutela della sacralità umana è fatto passare come un ingenuo se non un imbelle.
E' quello che certa cultura sempre presente nel gran circo mediatico vorrebbe confezionare addosso ad un Papa profetico non solo per chi condivide una credenza religiosa ma anche per chi, magari criticamente ateo, non si gira dall'altra parte nei confronti di un doveroso schierarsi in difesa dell'Uomo.
E in termini semplicemente umani è più coraggioso chi si trincera retoricamente dietro a solo presunti interessi superiori o chi si assume con responsabilità l'impopolare compito di richiamare all'essenza delle cose e di fatto palesando le contraddizioni di un sistema che finisce col giustificare stragi e ingiustizie?
E la difesa dei “sacri confini” da indebite occupazioni e aggressione esterne vale per tutti o è puro esercizio di strabismo dettato dalle convenienze del momento?
Perché nel 3° millennio non solo ci sono ancora decine di conflitti, più o meno ignorati, nel mondo ma ancora si cerca di dare legittimazione etica a interessi tutt'altro che specchiati?
Giustamente e per fortuna , a fronte di deliri di alcuni che sembrerebbero incoraggiare una presenza diretta europea nel conflitto russo-ucraino, il nostro Presidente Mattarella ha finalmente parole esplicite nel sottolineare ciò che inequivocabilmente la nostra preziosa Costituzione considera inderogabile rispetto alla risoluzione dei conflitti. Quel “ripudia la guerra” che con bizantinismi lessicali vari si vorrebbe spesso annacquare apostrofando come pusillanimi coloro che considerano tale mandato costituzionale come effettivo, e non solo dichiarato, obbligo alla trattativa diplomatica.
Ma se si invoca il ripristino del Diritto Internazionale che giustamente pretende da Putin il rispetto dell'integrità nazionale ucraina, o quantomeno di sedersi ad un tavolo negoziale, non si dovrebbe applicare la stessa cosa nei confronti di Israele e la sua occupazione, da tempo non più solo strisciante, dei territori palestinesi?
E se più che giustamente si inorridisce per i bombardamenti russi anche sui civili (ma anche per centinaia di migliaia di giovani militari morti da entrambe le parti) a maggior ragione non si dovrebbe sanzionare la cricca Netanyahu impedendogli di dare attuazione ad un piano d'attacco su Rafah pur ben sapendo che sarebbe una vera carneficina vista l'ammassarsi di oltre 1 milioni di inermi palestinesi, soprattutto donne e bambini. Altro che infinite discettazioni sull'uso del termine genocidio ed avendo pure ben presente anche l'eccidio del 7 ottobre!
E il Papa sarebbe un ingenuo imbelle?
Un imbelle che testardamente, mettendosi a disposizione, continua ad indicare come unica realistica via d'uscita, quella di esibire una bandiera bianca che non è sinonimo, come la si vorrebbe strumentalmente far passare, segno di resa. Una non resa che è invece un ragionevolissimo vessillo della richiesta di sedersi attorno ad un tavolo evitando ulteriori morti e, in modo concreto per al prima volta dopo molti anni, il rischio di una catastrofe nucleare.
E perché invece che perseguire in modo miope un riarmo europeo non si rompe questa logica suicida, cercando di finanziare invece la riduzione delle disuguaglianze tra Stati, come anche all'interno di essi, spesso concausa dei conflitti?
Anche queste ingenue utopie o crudo smascheramento delle stridenti contraddizioni di un sistema che usa il rovesciamento delle parti e il richiamo a presunti valori nazionalistici per mettere l'uno contro l'altro le proprie universali vittime?
Una cosa è certa: siamo ad un passo dal baratro!
Sapremo fermarci in tempo?
Ad ognuno far la propria parte nel non far prevalere, come per altri essenziali ambiti, la rassegnazione.
Chi semplicemente con buon senso e saggio realismo antepone ad ogni altro pseudo valore il rispetto e la massima tutela della sacralità umana è fatto passare come un ingenuo se non un imbelle.
E' quello che certa cultura sempre presente nel gran circo mediatico vorrebbe confezionare addosso ad un Papa profetico non solo per chi condivide una credenza religiosa ma anche per chi, magari criticamente ateo, non si gira dall'altra parte nei confronti di un doveroso schierarsi in difesa dell'Uomo.
E in termini semplicemente umani è più coraggioso chi si trincera retoricamente dietro a solo presunti interessi superiori o chi si assume con responsabilità l'impopolare compito di richiamare all'essenza delle cose e di fatto palesando le contraddizioni di un sistema che finisce col giustificare stragi e ingiustizie?
E la difesa dei “sacri confini” da indebite occupazioni e aggressione esterne vale per tutti o è puro esercizio di strabismo dettato dalle convenienze del momento?
Perché nel 3° millennio non solo ci sono ancora decine di conflitti, più o meno ignorati, nel mondo ma ancora si cerca di dare legittimazione etica a interessi tutt'altro che specchiati?
Giustamente e per fortuna , a fronte di deliri di alcuni che sembrerebbero incoraggiare una presenza diretta europea nel conflitto russo-ucraino, il nostro Presidente Mattarella ha finalmente parole esplicite nel sottolineare ciò che inequivocabilmente la nostra preziosa Costituzione considera inderogabile rispetto alla risoluzione dei conflitti. Quel “ripudia la guerra” che con bizantinismi lessicali vari si vorrebbe spesso annacquare apostrofando come pusillanimi coloro che considerano tale mandato costituzionale come effettivo, e non solo dichiarato, obbligo alla trattativa diplomatica.
Ma se si invoca il ripristino del Diritto Internazionale che giustamente pretende da Putin il rispetto dell'integrità nazionale ucraina, o quantomeno di sedersi ad un tavolo negoziale, non si dovrebbe applicare la stessa cosa nei confronti di Israele e la sua occupazione, da tempo non più solo strisciante, dei territori palestinesi?
E se più che giustamente si inorridisce per i bombardamenti russi anche sui civili (ma anche per centinaia di migliaia di giovani militari morti da entrambe le parti) a maggior ragione non si dovrebbe sanzionare la cricca Netanyahu impedendogli di dare attuazione ad un piano d'attacco su Rafah pur ben sapendo che sarebbe una vera carneficina vista l'ammassarsi di oltre 1 milioni di inermi palestinesi, soprattutto donne e bambini. Altro che infinite discettazioni sull'uso del termine genocidio ed avendo pure ben presente anche l'eccidio del 7 ottobre!
E il Papa sarebbe un ingenuo imbelle?
Un imbelle che testardamente, mettendosi a disposizione, continua ad indicare come unica realistica via d'uscita, quella di esibire una bandiera bianca che non è sinonimo, come la si vorrebbe strumentalmente far passare, segno di resa. Una non resa che è invece un ragionevolissimo vessillo della richiesta di sedersi attorno ad un tavolo evitando ulteriori morti e, in modo concreto per al prima volta dopo molti anni, il rischio di una catastrofe nucleare.
E perché invece che perseguire in modo miope un riarmo europeo non si rompe questa logica suicida, cercando di finanziare invece la riduzione delle disuguaglianze tra Stati, come anche all'interno di essi, spesso concausa dei conflitti?
Anche queste ingenue utopie o crudo smascheramento delle stridenti contraddizioni di un sistema che usa il rovesciamento delle parti e il richiamo a presunti valori nazionalistici per mettere l'uno contro l'altro le proprie universali vittime?
Una cosa è certa: siamo ad un passo dal baratro!
Sapremo fermarci in tempo?
Ad ognuno far la propria parte nel non far prevalere, come per altri essenziali ambiti, la rassegnazione.
Germano Bosisio