Merate: il tema dell'identità di genere negli adolescenti serata con Dietro la Lavagna

"Queste conferenze vogliono essere un aiuto per le famiglie di adolescenti che si sentono quanto mai spaesate ad affrontare questi temi nella solitudine familiare o sul web in cui spesso si cercano risposte facili". Con queste parole la presidente Maria Rosa Panzera dell'associazione Dietro La Lavagna ha spiegato l'intento di "S.O.S adolescenti - Identità di genere, affettività e sessualità", nuovo progetto promosso dal consorzio meratese, il cui primo dei due appuntamenti previsti si è tenuto nella serata di martedì 26 marzo.
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La prima conferenza, tenutasi presso l'Aula Magna "Borsellino" degli Istituti Viganò e Agnesi, ha visto la relatrice dottoressa Elena Buday, psicologa, psicoterapeuta ed autrice di diversi volumi sulla psicologia dell'adolescenza, utile per approfondire il tema degli adolescenti fluidi e dei percorsi evolutivi dell'identità di genere.

"Quando si parla di adolescenti fluidi – ha spiegato la dottoressa Buday – ci si riferisce a giovani che esplorano e sperimentano la propria identità di genere in modo non rigido o fisso". Spesso c'è chi definisce le persone gender fluid come confuse e chi racconta questa identità di genere come un capriccio dei più giovani. Per comprendere cosa significa davvero gender fluid, la relatrice ha distinto tra sesso biologico, che è determinato dai cromosomi dell'individuo, e l'immagine socio-psicologica che la persona ha di se stesso: questa corrisponde al genere. Un'ulteriore differenza rimarcata è quella di espressione di genere, che riguarda il modo in cui i ragazzi mostrano il proprio genere al mondo esterno, magari decidendo di modificare il proprio aspetto.
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"Non sentirsi a proprio agio con aspetti sia maschili che femminili o identificarsi al di fuori delle categorie di genere convenzionali sono esperienze tramite cui si manifesta la fluidità di genere nelle nuove generazioni. Il genere non è considerato binario, ma uno spettro in cui poter scegliere la propria identità. Ed è l'identità il vero argomento che bisogna trattare. I giovani, soprattutto nel periodo adolescenziale, iniziano ad esplorare se stessi e si scoprono per chi sono e per come sono. Vivendo in una società in cui la libertà di espressione di sé è sempre maggiore, capita che non ci si ritrovi negli standard e nei paletti imposti da quella che molti chiamano tradizione".
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Maria Rosa Panzera e la dottoressa Elena Buday
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Negli ultimi anni il gender fluid è divenuto anche oggetto di dibattiti politici, chi in difesa dei diritti di rappresentazione e chi in contrasto a queste "ribelli" tendenze giovanili. Il problema è che il tema dell'adolescenza fluida e dell'identità di genere diviene puro oggetto di scontro e non ci si sofferma ad affrontare un problema che grava su moltissimi giovani. Gli adolescenti, ha spiegato la dottoressa, vanno aiutati, col supporto della famiglia o dello psicologo, a dare un senso alla confusione ed allo sconforto che possono provare nella società odierna, con l'obiettivo di renderli liberi di esprimersi al loro meglio. Bisogna ascoltarli ed accompagnarli in un percorso di autoaccettazione ed autorappresentazione, senza imporre loro ideologie retrogradi e non più funzionali.
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La lunga conferenza, terminata con un momento dedicato alle domande, ha fatto in modo di consegnare ai numerosi adulti presenti in Aula Magna il maggior numero di informazioni teoriche con cui poter affrontare il tema in famiglia e nella società, chiarendo un argomento a loro oscuro o non ben chiaro a causa del gap generazionale.
M.Pen.
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