Calco: don Giuseppe Sala fa il suo ingresso in parrocchia. Messa con Mons. Cesena. “Desidero camminare con voi”

“Ho il desiderio di camminare con voi”. Così ha esordito don Giuseppe Sala – 54 anni compiuti la scorsa settimana – durante la sua prima omelia recitata nella chiesa san Vigilio di Calco dopo l'ingresso ufficiale come nuovo parroco.
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Tantissima gente ha voluto prendere parte alla grande celebrazione svoltasi nel pomeriggio di sabato 9 marzo, non solo parrocchiani calchesi e arlatesi, ma anche persone provenienti da Santa Maria Hoè (paese d’origine di don Giuseppe), Imbersago e Cernusco, e soprattutto da Carlazzo, Gottro, Corrido e Buggiolo, località situate in Val Menaggio, in provincia di Como, dove don Giuseppe è stato parroco per 9 anni lasciando un segno indelebile nella comunità. A testimoniarlo è stata la presenza di una sessantina di cittadini che, insieme alla sindaca Piera Antonella Mazza, e la presidente del Corpo Musicale, sono giunti in pullman a Calco dopo un viaggio di due ore solo per ringraziare e salutare ancora una volta il don.
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Anche il sindaco Stefano Motta di Calco, insieme a buona parte dell’amministrazione comunale, gli Alpini della sezione locale, i rappresentanti del gruppo folclorico “La Brianzola”, della Pro Loco e i volontari del paese hanno naturalmente preso parte alla celebrazione iniziata al cimitero, dove si è tenuto un momento di preghiera e benedizione.
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on Giuseppe Sala e il Vicario Episcopale Monsignor Gianni Cesena

Il corteo è proseguito verso l’oratorio, attrraversando il sagrato della chiesa decorato nei giorni scorsi dai volontari con fiori, addobbi e striscioni con “Benvenuto don Giuseppe”. Dopo la benedizione del salone dell’oratorio e un saluto agli animatori, il cammino è proseguito vero l’asilo Origo, dove i piccoli alunni hanno preparato dei canti per accogliere il nuovo parroco insieme ai genitori.
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Anche ai bambini, don Giuseppe ha detto: “Io voglio camminare con voi, perché insieme è meglio. Camminando insieme vengono fuori le cose migliori. Ringrazio tutti quello che credono in questo progetto educativo”. Quindi il corteo si è diretto in chiesa per la santa Messa alla presenza del Vicario Episcopale Monsignor Gianni Cesena, don Emanuele Colombo di Olgiate Molgora, l’ex parroco di Calco don Marino Rossi, don Venanzio Viganò di Aizurro, Padre Mario Ghezzi rettore della Grugana e Padre Enrico Beati, successore di don Giuseppe a Corrido.
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“Le parrocchie di San Vigilio in Calco e dei Santi Gottardo e Colombano in Arlate riunite nel giorno del Signore, vivono un momento di particolare gioia e solennità, poiché ricevono dall’Arcivescovo il loro nuovo parroco responsabile, nella persona del presbitero don Giuseppe Sala” ha detto mons. Cesena prima di procedere alla lettura del decreto di nomina. Quindi è avvenuta l’assunzione degli impegni pastorali e dopo i riti esplicativi è c'è stata la proclamazione, accolta con un grande applauso.

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“Grazie di cuore a tutti coloro che si sono uniti in questo momento di preghiera” ha detto don Giuseppe. “Il mio desiderio è di essere uno che cammina con voi. Più vado avanti e più mi accorgo che le cose che non so sono più di quelle che so, quindi ho bisogno dell’aiuto degli altri, della luce di Dio, ma anche del fratello e della sorella che camminano con me”. Ha quindi commentato il passo del Vangelo secondo Giovanni che è stato proposto, quello del cieco dalla nascita che acquista la vista. “Quest’uomo è uomo bloccato, chiuso in se stesso, potremmo dire che è un uomo che non desidera neanche più guarire, è talmente apatico, sconsolato che non vuole più nulla. Tante volte penso, soprattutto in questo tempo che stiamo vivendo, che anche noi a volte diventiamo così. Non ci entusiasmiamo più per niente, non ci facciamo più coinvolgere, facciamo fatica a dire di sì quando qualcuno vuole coinvolgerci in qualcosa di bello, non necessariamente parrocchiale. E i nostri ragazzi? Dov’è la passione? Come si fa a innestare la passione per le cose belle e le cose vere?”.
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La domanda da porsi, ha spiegato don Giuseppe, è “quali sono i nostri desideri?”. “Noi tante volte chiamiamo desideri i capricci, invece qui si parla di desideri grandi. Quest’uomo non è più capace di avere desideri, neanche il desiderio di guarire. Spesso anche noi diamo colpa al Covid, ad altre cose, ma il fatto è che ci siamo spenti. Serve entusiasmo, buttarsi nelle cose, darsi da fare per gli altri, pensare ai loro bisogni. Quest’uomo che è ammalato nel cuore, è anche cieco. il simbolo della cecità è quello di chi ha smarrito la direzione e non sa perché è al mondo” ha proseguito il parroco, chiedendo quale il motivo per cui vale la pena vivere. “La felicità” ha risposto. “E quando la trovo? Quando ho qualcuno da amare”.
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Don Giuseppe con i fedeli giunti da Carlazzo

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Il sindaco Stefano Motta, Mons. Cesena, don Giuseppe, la sindaca di Carlazzo Piera Antonella Mazza e la presidente del Corpo Musicale di Carlazzo

“Il cammino della Fede è passare gradualmente dal sentirsi voluti bene dal Signore al guardarlo negli occhi. Oggi non è questione di ‘auguri’, è questione di ‘aiutiamoci a camminare’, a scoprire i nostri desideri, quello che ci sta a cuore. Lasciamo che il mondo prenda le sue scelte, ma noi cerchiamo di saziare quello che ci fa stare in piedi come uomini e come donne, cerchiamo di togliere la polvere dai nostri cuori, facciamo uscire quello che ci importa. Troviamo il motivo per cui vale la pena vivere. Desiderio e Senso, questi sono i capisaldi del nostro cammino. Pensiamoci in cammino. credo che ci farà bene. Ci farà prendere per mano e non ci sentiremo soli”.

Al termine della messa don Giuseppe insieme a mons. Cesena ha rivolto un affettuoso saluto ai suoi familiari, seduti in prima fila, e poi alle autorità presenti, i sindaci e il comandante di Polizia Alberto Maggioni, quindi a tutti i fedeli accorsi, soprattutto quelli di Carlazzo che per un po’ non rivedrà. Terminata la celebrazione, tutti i presenti si sono spostati nuovamente in oratorio per chiudere il festeggiamento con un buon buffet preparato dai volontari.
E.Ma.
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