Mandic: 90enne paziente oncologica attende oltre due ore per un prelievo di sangue
Dalle 8.45 alle 11.15.
E' quanto ha atteso ieri una donna ultranovantenne, paziente oncologica, per eseguire un prelievo del sangue propedeutico poi alla visita con lo specialista la prossima settimana.
E' accaduto all'ospedale san Leopoldo Mandic, nella mattinata di ieri dove la situazione nel locale al piano terra in cui si effettuano l'accettazione nonchè la prenotazione e il pagamento di visite ed esami, era a dir poco congestionata.
Un mese fa il funzionamento di un solo totem per la conferma della presenza aveva creato una lunga coda nell'atrio. Solo la scorsa settimana un problema al sistema informatico aveva paralizzato, quasi completamente, non solo l'attività agli sportelli ma anche quella nei vari reparti con impossibilità del personale di consultare i referti.
Ieri la situazione, da quanto è stato raccontato in posto, non è stata causata a un guasto tecnico.
Delle due infermiere presenti per effettuare i prelievi, una si sarebbe sentita male in prima mattinata e questo avrebbe creato la paralisi dei servizio.
Mentre infatti l'accettazione allo sportello ha funzionato regolarmente, la coda ha iniziato a crearsi davanti alla porta con accesso al corridoio per la sala prelievi.
Decine le persone in attesa, i più fortunati seduti, gli altri in piedi, senza avere la minima idea di quando la situazione si sarebbe sbloccata.
“Siamo arrivati in ospedale poco dopo le 8.30 e ce ne siamo andate attorno alle 11.15” ha raccontato la nipote “una situazione a dir poco vergognosa. La sala era sovraffollata e non era nemmeno molto igienico stare lì. Le uniche informazioni che ci sono state fornite è che al prelievo c'era solo una infermiera perchè la collega si era sentita male. Solo dopo un'ora la situazione si è sbloccata perchè è arrivato un supporto, ma ormai il danno era fatto e l'attesa per un banale esame del sangue si è protratta bel oltre le 11”.
Questo il racconto della signora con la “versione” che è stata fornita direttamente in loco e che è iniziata a girare tra le persone in attesa, stanche e sconfortate per l'accaduto.
Tra i numerosi problemi di cui soffre il Mandic il principale è l'assenza della dirigenza. Un'azienda di quasi 900 dipendenti non ha un direttore. Non c'è più. per una folle legge. il direttore amministrativo e al Mandic manca anche quello medico. Quindi nessuno si prende la briga di scendere tra i pazienti e spiegare loro la situazione né operare interventi urgenti per attenuare almeno il disagio.
Poi ci si sorprende che a ogni angolo di strada apre un centro prelievi privato ma, forse, in regione Lombardia è proprio quello che vogliono: spingere i cittadini a pagarsi le prestazioni di base. Per avere più risorse da distribuire a pioggia a ciascun consigliere per il mantenimento del collegio elettorale.
E' quanto ha atteso ieri una donna ultranovantenne, paziente oncologica, per eseguire un prelievo del sangue propedeutico poi alla visita con lo specialista la prossima settimana.
E' accaduto all'ospedale san Leopoldo Mandic, nella mattinata di ieri dove la situazione nel locale al piano terra in cui si effettuano l'accettazione nonchè la prenotazione e il pagamento di visite ed esami, era a dir poco congestionata.
Un mese fa il funzionamento di un solo totem per la conferma della presenza aveva creato una lunga coda nell'atrio. Solo la scorsa settimana un problema al sistema informatico aveva paralizzato, quasi completamente, non solo l'attività agli sportelli ma anche quella nei vari reparti con impossibilità del personale di consultare i referti.
Ieri la situazione, da quanto è stato raccontato in posto, non è stata causata a un guasto tecnico.
Delle due infermiere presenti per effettuare i prelievi, una si sarebbe sentita male in prima mattinata e questo avrebbe creato la paralisi dei servizio.
Mentre infatti l'accettazione allo sportello ha funzionato regolarmente, la coda ha iniziato a crearsi davanti alla porta con accesso al corridoio per la sala prelievi.
Decine le persone in attesa, i più fortunati seduti, gli altri in piedi, senza avere la minima idea di quando la situazione si sarebbe sbloccata.
“Siamo arrivati in ospedale poco dopo le 8.30 e ce ne siamo andate attorno alle 11.15” ha raccontato la nipote “una situazione a dir poco vergognosa. La sala era sovraffollata e non era nemmeno molto igienico stare lì. Le uniche informazioni che ci sono state fornite è che al prelievo c'era solo una infermiera perchè la collega si era sentita male. Solo dopo un'ora la situazione si è sbloccata perchè è arrivato un supporto, ma ormai il danno era fatto e l'attesa per un banale esame del sangue si è protratta bel oltre le 11”.
Questo il racconto della signora con la “versione” che è stata fornita direttamente in loco e che è iniziata a girare tra le persone in attesa, stanche e sconfortate per l'accaduto.
Tra i numerosi problemi di cui soffre il Mandic il principale è l'assenza della dirigenza. Un'azienda di quasi 900 dipendenti non ha un direttore. Non c'è più. per una folle legge. il direttore amministrativo e al Mandic manca anche quello medico. Quindi nessuno si prende la briga di scendere tra i pazienti e spiegare loro la situazione né operare interventi urgenti per attenuare almeno il disagio.
Poi ci si sorprende che a ogni angolo di strada apre un centro prelievi privato ma, forse, in regione Lombardia è proprio quello che vogliono: spingere i cittadini a pagarsi le prestazioni di base. Per avere più risorse da distribuire a pioggia a ciascun consigliere per il mantenimento del collegio elettorale.