Merate: il crepuscolo del Leader
Toni accesi, colpi di “pilum”, porta sbattuta. Giunta al dunque la maggioranza politica che governa Merate sembra andare in pezzi. Come sempre le informazioni sono frammentate, indiscrezioni più che altro raccolte un po’ qua e un po’ là ma che se confermate chiudono il cerchio. E certificano la tesi che abbiamo più volte sostenuto: se Massimo Augusto Panzeri avesse fatto un passo indietro, in campo ci sarebbero solo due liste e non tre, come ormai appare certo.
L’eventuale risarcimento al sindaco di Merate poteva giungere con la presidenza della provincia quando si tornerà a votare il prossimo anno. Così invece PiùProspettiva rischia di andare a sbattere, al di là delle rosee previsioni fatte circolare ad arte.
Ormai è certo che Giuseppe Procopio ha abbandonato il gruppo, che Franca Maggioni non si ricandida con Panzeri e che, ma non infine, Fabio Tamandi è tuttora alla ricerca di sé stesso.
Ma pure Fiorenza Albani, per quanto fedele al centrodestra, sembra nutrire più di una perplessità sulla ricandidatura di Panzeri, al quale resterebbe fedele solo Alfredo Casaletto. In attesa di un segnale dall’alto per prenderne il posto. Già, potrebbe essere proprio il fedelissimo di oggi il Bruto di domani.
E del resto perché no: in una coalizione vale la regola della rotazione, Panzeri è della Lega, Casaletto di Fratelli d’Italia. E i meloniani chiedono il turno.
Il quadro che sarebbe uscito dalla riunione di ieri, culminata con una porta sbattuta, ricorda vagamente il crepuscolo del Reich, con il leader asserragliato nel Führerbunker davanti alle mappe sulle quali dispone le truppe convinto che esse siano tutte ancora fedeli.
Invece gli resta solo Gobbels. il celeberrimo ministro della propaganda.
L’eventuale risarcimento al sindaco di Merate poteva giungere con la presidenza della provincia quando si tornerà a votare il prossimo anno. Così invece PiùProspettiva rischia di andare a sbattere, al di là delle rosee previsioni fatte circolare ad arte.
Ormai è certo che Giuseppe Procopio ha abbandonato il gruppo, che Franca Maggioni non si ricandida con Panzeri e che, ma non infine, Fabio Tamandi è tuttora alla ricerca di sé stesso.
Ma pure Fiorenza Albani, per quanto fedele al centrodestra, sembra nutrire più di una perplessità sulla ricandidatura di Panzeri, al quale resterebbe fedele solo Alfredo Casaletto. In attesa di un segnale dall’alto per prenderne il posto. Già, potrebbe essere proprio il fedelissimo di oggi il Bruto di domani.
E del resto perché no: in una coalizione vale la regola della rotazione, Panzeri è della Lega, Casaletto di Fratelli d’Italia. E i meloniani chiedono il turno.
Il quadro che sarebbe uscito dalla riunione di ieri, culminata con una porta sbattuta, ricorda vagamente il crepuscolo del Reich, con il leader asserragliato nel Führerbunker davanti alle mappe sulle quali dispone le truppe convinto che esse siano tutte ancora fedeli.
Invece gli resta solo Gobbels. il celeberrimo ministro della propaganda.
Claudio Brambilla