Merate: la 3A del Viganò lancia un prototipo per dare una "Second chance" alle mascherine che diventano imbottiture per giacche
Un progetto per dar vita ad una startup e proporre un prodotto ecologico sul mercato. Questa la sfida lanciata da InVento Innovation Lab ai ragazzi della classe 3A dell’Istituto Viganò, che da gennaio hanno aderito alla settima edizione di “B Corp School”: un percorso formativo riconosciuto come PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento), che mette in connessione il mondo delle B Corp e le aziende che ne sposano i valori, con le scuole, per scoprire nuovi talenti e diffondere il modello d’impresa rigenerativa tra i frequentatori degli Istituti Superiori.
Gli studenti, con il supporto degli insegnanti e del mentore di InVento Innovation Lab Francesca Coeli, architetto della società B Corp Open Building SB di Verona, hanno ragionato su una soluzione sostenibile per riutilizzare beni di scarto e dargli una nuova vita, favorendo così l’assunzione di un’economia circolare invece che lineare.
Tre sono state le idee emerse dal gruppo e prese in considerazione.
Lorenzo ha pensato di riutilizzare la grande quantità di scarto di frutta e verdura, tipica dell’industria alimentare, per realizzare creme, saponi e candele naturali, che sfruttando le proprietà tipiche dei vegetali possano avere effetti benefici sui consumatori.
Michela, invece, praticando regolarmente nuoto, ha notato un grande spreco di cuffie, che vengono scartate appena risultano danneggiate. Il silicone impiegato in questo indumento potrebbe essere recuperato per dar vita a nuovi oggetti quali tortiere, guanti o protesi.
La proposta che però ha ottenuto il consenso di tutta la classe è stata quella di Salvatore. “Mio papà è un autotrasportatore e mi ha raccontato che stanno trasferendo tantissime mascherine da un magazzino a una discarica”. Si tratta di dispositivi obsoleti che dunque non possono essere commercializzati e utilizzati in ambito medico. Studiando il TNT, ovvero il tessuto non tessuto che costituisce le mascherine, i ragazzi hanno scoperto la sua caratteristica di mantenimento del calore e così sono arrivati alla conclusione di creare una nuova imbottitura per giubbotti da proporre a marchi già affermati. Un materiale sostenibile e cruelty free, in quanto non andrebbe a danno di esseri viventi.
Individuato il prodotto, i giovani sono stati suddivisi in gruppi di lavoro che rispecchiano il tipico organigramma aziendale: un CEO e il suo vice, un settore di produzione, uno di marketing e di comunicazione, per entrare completamente nell’ottica della nascita, sviluppo e funzionamento di un’azienda, gestendone tutti gli step e analizzandone i costi. Con l’adozione di questa metodologia tutti i ragazzi sono diventati protagonisti del progetto contribuendo, da inizio a fine, a seconda delle proprie capacità ed interessi. “Questo tipo di attività vuole mostrare come le scuole intraprendano progetti concreti a supporto del percorso scolastico, delle iniziative pratiche e non solo frontali che permettono di valorizzare la persona, far uscire nuove attitudini e competenze e individuare un orientamento futuro” ha commentato la professoressa Maria Grazia Rota, prima promotrice di questo percorso.
Il Viganò è l’unico istituto della provincia di Lecco che insieme ad altre novanta scuole italiane sta partecipando alla “B Corp School”. A fine maggio verranno individuate le dieci classi migliori che si “scontreranno” a Milano, alla “Changemaker Competition”, dove esporranno davanti ad una giuria un prototipo del loro manufatto. Un evento che in caso di vincita non solo porterà alla riscossione di premi offerti dalle aziende coinvolte, ma che darà il via ad una campagna di marketing per il prodotto più innovativo. La società “Second Chance” degli alunni della 3A promuove il messaggio “Still (alive)” (ancora vivo), per sottolineare il ruolo fondamentale del riciclo dei materiali di scarto per agevolare una sostenibilità ambientale, economica e sociale. I ragazzi si stanno già mettendo in contatto con marchi di abbigliamento già affermati, per presentare il loro piano, che in futuro potrà avere un impiego concreto grazie al sostegno di partner.
La classe vuole dunque lanciare un appello ai cittadini per individuare un target ben preciso per la loro imbottitura che presto verrà già promossa tramite i social e un sito web. Compilando un breve questionario sarà possibile fornire ai ragazzi dei dettagli mirati per capire la clientela interessata al loro lavoro e trovare aziende e imprese desiderose a collaborare o a beneficiare della loro invenzione. Questo perché gli studenti non vogliono fermarsi alla realizzazione del loro primo prodotto, al contrario, vogliono mantenere aperte delle prospettive più ampie per il futuro della loro startup e portare nuovi sguardi sul recupero di materiali. Francesca Coeli ha infatti spiegato come diverse società nate durante questo processo si siano trasformate in realtà affermate sul mercato, destino che potrebbe spettare a “Second Chance”.
CLICCA QUI per compilare il sondaggio.
Per avere più informazioni sul progetto “B Corp School” consultare il sito Inventolab.com.
Gli studenti, con il supporto degli insegnanti e del mentore di InVento Innovation Lab Francesca Coeli, architetto della società B Corp Open Building SB di Verona, hanno ragionato su una soluzione sostenibile per riutilizzare beni di scarto e dargli una nuova vita, favorendo così l’assunzione di un’economia circolare invece che lineare.
Tre sono state le idee emerse dal gruppo e prese in considerazione.
Lorenzo ha pensato di riutilizzare la grande quantità di scarto di frutta e verdura, tipica dell’industria alimentare, per realizzare creme, saponi e candele naturali, che sfruttando le proprietà tipiche dei vegetali possano avere effetti benefici sui consumatori.
Michela, invece, praticando regolarmente nuoto, ha notato un grande spreco di cuffie, che vengono scartate appena risultano danneggiate. Il silicone impiegato in questo indumento potrebbe essere recuperato per dar vita a nuovi oggetti quali tortiere, guanti o protesi.
La proposta che però ha ottenuto il consenso di tutta la classe è stata quella di Salvatore. “Mio papà è un autotrasportatore e mi ha raccontato che stanno trasferendo tantissime mascherine da un magazzino a una discarica”. Si tratta di dispositivi obsoleti che dunque non possono essere commercializzati e utilizzati in ambito medico. Studiando il TNT, ovvero il tessuto non tessuto che costituisce le mascherine, i ragazzi hanno scoperto la sua caratteristica di mantenimento del calore e così sono arrivati alla conclusione di creare una nuova imbottitura per giubbotti da proporre a marchi già affermati. Un materiale sostenibile e cruelty free, in quanto non andrebbe a danno di esseri viventi.
Individuato il prodotto, i giovani sono stati suddivisi in gruppi di lavoro che rispecchiano il tipico organigramma aziendale: un CEO e il suo vice, un settore di produzione, uno di marketing e di comunicazione, per entrare completamente nell’ottica della nascita, sviluppo e funzionamento di un’azienda, gestendone tutti gli step e analizzandone i costi. Con l’adozione di questa metodologia tutti i ragazzi sono diventati protagonisti del progetto contribuendo, da inizio a fine, a seconda delle proprie capacità ed interessi. “Questo tipo di attività vuole mostrare come le scuole intraprendano progetti concreti a supporto del percorso scolastico, delle iniziative pratiche e non solo frontali che permettono di valorizzare la persona, far uscire nuove attitudini e competenze e individuare un orientamento futuro” ha commentato la professoressa Maria Grazia Rota, prima promotrice di questo percorso.
Il Viganò è l’unico istituto della provincia di Lecco che insieme ad altre novanta scuole italiane sta partecipando alla “B Corp School”. A fine maggio verranno individuate le dieci classi migliori che si “scontreranno” a Milano, alla “Changemaker Competition”, dove esporranno davanti ad una giuria un prototipo del loro manufatto. Un evento che in caso di vincita non solo porterà alla riscossione di premi offerti dalle aziende coinvolte, ma che darà il via ad una campagna di marketing per il prodotto più innovativo. La società “Second Chance” degli alunni della 3A promuove il messaggio “Still (alive)” (ancora vivo), per sottolineare il ruolo fondamentale del riciclo dei materiali di scarto per agevolare una sostenibilità ambientale, economica e sociale. I ragazzi si stanno già mettendo in contatto con marchi di abbigliamento già affermati, per presentare il loro piano, che in futuro potrà avere un impiego concreto grazie al sostegno di partner.
La classe vuole dunque lanciare un appello ai cittadini per individuare un target ben preciso per la loro imbottitura che presto verrà già promossa tramite i social e un sito web. Compilando un breve questionario sarà possibile fornire ai ragazzi dei dettagli mirati per capire la clientela interessata al loro lavoro e trovare aziende e imprese desiderose a collaborare o a beneficiare della loro invenzione. Questo perché gli studenti non vogliono fermarsi alla realizzazione del loro primo prodotto, al contrario, vogliono mantenere aperte delle prospettive più ampie per il futuro della loro startup e portare nuovi sguardi sul recupero di materiali. Francesca Coeli ha infatti spiegato come diverse società nate durante questo processo si siano trasformate in realtà affermate sul mercato, destino che potrebbe spettare a “Second Chance”.
CLICCA QUI per compilare il sondaggio.
Per avere più informazioni sul progetto “B Corp School” consultare il sito Inventolab.com.
I.Bi.