Church pocket/1. Lo spirito della Teologia - Gli albori
Iniziamo da oggi, venerdì 1 marzo, una rubrica inedita che tratterà di teologia, nel senso più ampio del termine.
A proporla ai nostri lettori sarà Pietro Santoro, già docente in alcune scuole del meratese, attualmente in forze presso il comune di Merate, assessore a Cernusco e esperto della materia, in virtù del suo percorso di studi che, negli anni, lo ha portato ad approfondire la materia, ad appassionarsi e a conseguire anche diversi titoli di studio.
Abbiamo deciso di chiamarla "Church pocket" parafrasandola in italiano come "Teologia tascabile". In ogni puntata sarà approfondito un tema cui i lettori potranno anche esporre il loro pensiero per aprire un dibattito o suggerire un ulteriore approfondimento sul tema o, perchè no, una loro diversa interpretazione.
Un testo breve, efficace ed essenziale, che speriamo possa interessare.
Per partire e immergerci nello spirito della teologia, dopo una sintetica presentazione dell'autore, andremo a conoscere gli albori della teologia.
A proporla ai nostri lettori sarà Pietro Santoro, già docente in alcune scuole del meratese, attualmente in forze presso il comune di Merate, assessore a Cernusco e esperto della materia, in virtù del suo percorso di studi che, negli anni, lo ha portato ad approfondire la materia, ad appassionarsi e a conseguire anche diversi titoli di studio.
Abbiamo deciso di chiamarla "Church pocket" parafrasandola in italiano come "Teologia tascabile". In ogni puntata sarà approfondito un tema cui i lettori potranno anche esporre il loro pensiero per aprire un dibattito o suggerire un ulteriore approfondimento sul tema o, perchè no, una loro diversa interpretazione.
Un testo breve, efficace ed essenziale, che speriamo possa interessare.
Per partire e immergerci nello spirito della teologia, dopo una sintetica presentazione dell'autore, andremo a conoscere gli albori della teologia.
Pietro Santoro, nato a Caserta il 29 dicembre 1990. Primo di tre figli, ho vissuto la mia infanzia e adolescenza alle pendici del Monte Tifata, tra San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere e Capua, dove ho frequentato il Liceo Scientifico “L. Garofano”. Nel 2009 mi sono iscritto presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, la sez. San Luigi, conseguendo nel 2014 il Baccellerato in Sacra Teologia, con la valutazione di magna cum laude. Negli stessi anni ho frequentato il Pontificio Seminario Campano Interregionale di Posillipo, il Seminario Maggiore per le arcidiocesi e diocesi della Campania e del meridione d'Italia che ne hanno affidato la direzione alla Compagnia di Gesù (Gesuiti). È il luogo che la Chiesa Cattolica istituisce per la formazione del futuro clero diocesano. Ho frequentato la Pontifica Università della Santa Croce in Roma per la Licenza in Diritto Canonico. Vivo in Lombardia dal 4 novembre 2015 e a Osnago dal 2019. Ho insegnato Religione Cattolica dal 2015 al 2023 presso alcune scuole del meratese ma soprattutto presso la Scuola Primaria “G. Rodari” di Cernusco Lombardone, di cui sono stato Responsabile di Plesso dal 2018 al 2023. Ad oggi sono istruttore amministrativo presso i Servizi Demografici -Ufficio Elettorale – del Comune di Merate, frequento il primo anno della Facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi “G. Marconi”.
LO SPIRITO DELLA TEOLOGIA – agli albori
Parlare di teologia significa aprirsi ad un vasto mondo, fatto di tante diversità e specificità. La comune etimologia della parola, di derivazione ellenica, è la somma di due parole: θεός (theos) ossia Dio e λόγος (logos) che si può tradurre con “parola”, “studio”, o “ricerca”. La teologia quindi può essere, i termini macroscopici, una ricerca di un senso spirituale. Questa ricerca del sacro ha la sua genesi all’alba dei tempi: l’uomo primitivo, forse già l’Homo erectus ma sicuramente l’Homo sapiens e in particolare Homo neanderthalensis della Francia e del Medio Oriente compiva sepolture rituale, a volte preparando il corpo per l’ultimo viaggio, altre sistemando un rudimentale corredo funebre, costituito da monili e oggetti di vita quotidiana. Gli antropologi definisco questo Homo come un Homo religiosus, ossia un esemplare umana che aveva già questa tensione verso il sacro, o meglio verso l’ultraterreno e lo spirituale. La teologia nasce, probabilmente, come escatologia, ossia come la dottrina delle cose finali, degli ultimi tempi, da ἔσχατος (éskhatos) cioè “ultimo” e come culto legato agli ascendenti, ai padri, le cui reminiscenze esistono anche in molte teologie contemporanee. Con l’evoluzione dell’uomo nelle rudimentali società del paleolitico superiore emergono i ritrovamenti di statuine e abbigliamento simili a forme liturgiche della comunità legate soprattutto all’Homo Sapiens – anche perché è probabilmente risalente a questa epoca la scomparsa dell’Homo Neanderthalensis, da cui il Sapiens prende la ritualità funebre aggiungendola alla sua ritualità di comunità. È dall’8.000 a.C. circa, dal Neolitico, con l’agricoltura, che si nota uno spiccato senso del sacro – primo forse della storia dell’uomo – in tutta l’area del Mediterraneo, soprattutto del Vicino e Medio Oriente, verso nuove forme para-comunitarie legate alla fertilità della terra. Con l’inizio delle comunità umane basate sull’agricoltura vedono la genesi i primi miti legati alla ciclicità delle stagioni che influenzano i raccolti. Nascono quindi i riti apotropaici di propiziazione legati al tempo e al meteo che mettono al centro la semina e il raccolto, il sole e la pioggia, l’avvicendarsi delle stagioni, le stelle, i pianeti e il cielo in generale.
Parlare di teologia significa aprirsi ad un vasto mondo, fatto di tante diversità e specificità. La comune etimologia della parola, di derivazione ellenica, è la somma di due parole: θεός (theos) ossia Dio e λόγος (logos) che si può tradurre con “parola”, “studio”, o “ricerca”. La teologia quindi può essere, i termini macroscopici, una ricerca di un senso spirituale. Questa ricerca del sacro ha la sua genesi all’alba dei tempi: l’uomo primitivo, forse già l’Homo erectus ma sicuramente l’Homo sapiens e in particolare Homo neanderthalensis della Francia e del Medio Oriente compiva sepolture rituale, a volte preparando il corpo per l’ultimo viaggio, altre sistemando un rudimentale corredo funebre, costituito da monili e oggetti di vita quotidiana. Gli antropologi definisco questo Homo come un Homo religiosus, ossia un esemplare umana che aveva già questa tensione verso il sacro, o meglio verso l’ultraterreno e lo spirituale. La teologia nasce, probabilmente, come escatologia, ossia come la dottrina delle cose finali, degli ultimi tempi, da ἔσχατος (éskhatos) cioè “ultimo” e come culto legato agli ascendenti, ai padri, le cui reminiscenze esistono anche in molte teologie contemporanee. Con l’evoluzione dell’uomo nelle rudimentali società del paleolitico superiore emergono i ritrovamenti di statuine e abbigliamento simili a forme liturgiche della comunità legate soprattutto all’Homo Sapiens – anche perché è probabilmente risalente a questa epoca la scomparsa dell’Homo Neanderthalensis, da cui il Sapiens prende la ritualità funebre aggiungendola alla sua ritualità di comunità. È dall’8.000 a.C. circa, dal Neolitico, con l’agricoltura, che si nota uno spiccato senso del sacro – primo forse della storia dell’uomo – in tutta l’area del Mediterraneo, soprattutto del Vicino e Medio Oriente, verso nuove forme para-comunitarie legate alla fertilità della terra. Con l’inizio delle comunità umane basate sull’agricoltura vedono la genesi i primi miti legati alla ciclicità delle stagioni che influenzano i raccolti. Nascono quindi i riti apotropaici di propiziazione legati al tempo e al meteo che mettono al centro la semina e il raccolto, il sole e la pioggia, l’avvicendarsi delle stagioni, le stelle, i pianeti e il cielo in generale.
Rubrica a cura di Pietro Santoro