Merate, lago: le maxi balle e la maledizione di Gianni e Pinotto
Il post è l’ultimo domicilio conosciuto per le maxi balle, tanto lì una in più, una in meno non fa la differenza. Per le balle meglio digeribili invece ci sono gli ‘house organ’ di carta e online, per quanto per lo più semiclandestini.
Per ogni maxi balla c’è subito qualcuno che sotto mette l’apprezzamento per l’uomo del fare contro i professionisti dell’odio. Anime candide. Politici per il bene comune (a 10mila euro al mese, ma questo è un dettaglio, loro lavorano per la comunità). Così, uno scrive e l’altro appoggia. Ci torna in mente la coppia “culo e camicia”, di Pasquale Festa Campanile per quanto, dopo la comparsa di Ella fosse arduo distinguere i ruoli. Oppure il glorioso duo Gianni e Pinotto, vittime entrambe dell’Effetto Dunning-Kruger.
Ci dicono che nelle ultime ore gigioneggia un tale che parla di milioni investiti per la Riserva lago. E’ l’uomo del fare. Peccato però che si sia fermato al dire mentre sono in attesa baciare (forse), lettera e testamento, come nella vecchia filastrocca.
Subito gli house organ ne danno l’annuncio mentre l’uomo che appoggia plaude dalla sua ultima foresteria. Diciamo foresteria e non casa perché essendo nomadi della politica, preferiscono i soggiorni brevi all’alloggio stabile. E solitamente reclutano personaggi simili che, pure loro, albergano in foresterie stante la disinvoltura con la quale passano da un partito all’altro.
Ma restiamo sui milioni. Dicono 2.2, altre volte 2.5. Dipende dai casi. Ma se qualcuno si fosse preso la briga di lavorare con l’antica comptometer non sarebbe mai e poi mai riuscito ad arrivare a tanto neanche sommando le spese degli ultimi dieci anni. Ci ha provato Mattia Salvioni, bocconiano, che di numeri se ne intende, mentre aspettava i compagni per il gazebo a Sartirana. Ma niente. Non ce l’ha fatta neanche lui.
L’ufficio stampa del Comune spiega che le opere realizzate sono: cinque nuovi pozzi per aumentare l’apporto di acqua al lago, la messa in sicurezza dei camminamenti, la realizzazione di una nuova fognatura bianca per lo scarico delle acque meteoriche nel bacino idrico e a breve i lavori per il ripristino dell’asfaltatura.
Ora, i cinque nuovi pozzi sono stati fatti, la messa in sicurezza si riassume nel togliere le piante abbattute dal tornado dell’1 agosto con chiusura della riserva per tre mesi e la fognatura rientra nel quadro degli interventi contro il dissesto idrogeologico. Soprassediamo sulle asfaltature che notoriamente rientrano nell'ordinaria amministrazione.
Per capire meglio come stanno le cose occorre tornare al piano Robbiani-Negri del 2021 che ha il suo punto forte – anche in termini di spesa – nell’asportazione del sedimento dal fondo del lago. La prova di ciò la si può facilmente riscontrare leggendo la delibera 124 del 2 agosto 2022 (se non è troppo disturbo, ovviamente) dove compaiono due cifre: 500mila euro per la “Diluizione/Washout” e 2 milioni per l’asportazione dei sedimenti. I 500mila euro sono stati spesi anche se dalle cinque casette costruite per il pescaggio dell’acqua dai pozzi ancora nulla esce e anzi il tubo che dal pozzo porta al lago, deposto nella fascia sensibile è tranciato di netto, da mesi. E nessuno se ne accorge.
Dei 2 milioni per l’asportazione dei sedimenti invece non c’è traccia per la buona ragione che di sedimenti non ne sono stati asportati nemmeno un decimetro cubo.
L’uomo del dire butta lì le cifre che altri, forse, investiranno. Per ora dobbiamo accontentarci dei 98mila euro per il recupero delle piante morte, i 500mila euro per le casette con fondi regionali e qualche decina di migliaia di euro per l’acquisizione dei terreni.
Nessuno aveva fatto tanto, tuona il mitragliatore di post. Bisognerebbe dirlo a Battista Albani che ha finanziato la fognatura circumlacuale risolvendo il problema degli scarichi fognari, a Andrea Massironi, co-autore della prima asportazione di sedimenti alla metà degli anni settanta e della realizzazione del sentiero o a Andrea Robbiani che ha predisposto tutto il programma degli interventi.
Isole e canneti sono tali e quali, il fondo dei canali non è stato dragato, il sedimento continua a ridurre di un buon metro la profondità del lago; quanto ai lavori alla foce, abbattere un muretto per poi costruirne un altro nella medesima posizione non sembra una trovata geniale.
Ma per l’uomo del fare basta scrivere: abbiamo investito 2.2 milioni nella riserva, nessuno aveva fatto tanto.
E mentre lui tuona, l’altro tromboneggia che si sta facendo un gran lavoro, che sono tutti bravi e che si investe per il bene comune. Ricordate come si investiva per l’ospedale?
Bene, visti i risultati di quei fantomatici investimenti prepariamoci al peggio. Dopo l’ospedale non vorremmo che anche la Riserva subisse la maledizione che fu di Gianni e Pinotto: l’oblio.
Per ogni maxi balla c’è subito qualcuno che sotto mette l’apprezzamento per l’uomo del fare contro i professionisti dell’odio. Anime candide. Politici per il bene comune (a 10mila euro al mese, ma questo è un dettaglio, loro lavorano per la comunità). Così, uno scrive e l’altro appoggia. Ci torna in mente la coppia “culo e camicia”, di Pasquale Festa Campanile per quanto, dopo la comparsa di Ella fosse arduo distinguere i ruoli. Oppure il glorioso duo Gianni e Pinotto, vittime entrambe dell’Effetto Dunning-Kruger.
Ci dicono che nelle ultime ore gigioneggia un tale che parla di milioni investiti per la Riserva lago. E’ l’uomo del fare. Peccato però che si sia fermato al dire mentre sono in attesa baciare (forse), lettera e testamento, come nella vecchia filastrocca.
Subito gli house organ ne danno l’annuncio mentre l’uomo che appoggia plaude dalla sua ultima foresteria. Diciamo foresteria e non casa perché essendo nomadi della politica, preferiscono i soggiorni brevi all’alloggio stabile. E solitamente reclutano personaggi simili che, pure loro, albergano in foresterie stante la disinvoltura con la quale passano da un partito all’altro.
Ma restiamo sui milioni. Dicono 2.2, altre volte 2.5. Dipende dai casi. Ma se qualcuno si fosse preso la briga di lavorare con l’antica comptometer non sarebbe mai e poi mai riuscito ad arrivare a tanto neanche sommando le spese degli ultimi dieci anni. Ci ha provato Mattia Salvioni, bocconiano, che di numeri se ne intende, mentre aspettava i compagni per il gazebo a Sartirana. Ma niente. Non ce l’ha fatta neanche lui.
L’ufficio stampa del Comune spiega che le opere realizzate sono: cinque nuovi pozzi per aumentare l’apporto di acqua al lago, la messa in sicurezza dei camminamenti, la realizzazione di una nuova fognatura bianca per lo scarico delle acque meteoriche nel bacino idrico e a breve i lavori per il ripristino dell’asfaltatura.
Ora, i cinque nuovi pozzi sono stati fatti, la messa in sicurezza si riassume nel togliere le piante abbattute dal tornado dell’1 agosto con chiusura della riserva per tre mesi e la fognatura rientra nel quadro degli interventi contro il dissesto idrogeologico. Soprassediamo sulle asfaltature che notoriamente rientrano nell'ordinaria amministrazione.
Per capire meglio come stanno le cose occorre tornare al piano Robbiani-Negri del 2021 che ha il suo punto forte – anche in termini di spesa – nell’asportazione del sedimento dal fondo del lago. La prova di ciò la si può facilmente riscontrare leggendo la delibera 124 del 2 agosto 2022 (se non è troppo disturbo, ovviamente) dove compaiono due cifre: 500mila euro per la “Diluizione/Washout” e 2 milioni per l’asportazione dei sedimenti. I 500mila euro sono stati spesi anche se dalle cinque casette costruite per il pescaggio dell’acqua dai pozzi ancora nulla esce e anzi il tubo che dal pozzo porta al lago, deposto nella fascia sensibile è tranciato di netto, da mesi. E nessuno se ne accorge.
Dei 2 milioni per l’asportazione dei sedimenti invece non c’è traccia per la buona ragione che di sedimenti non ne sono stati asportati nemmeno un decimetro cubo.
L’uomo del dire butta lì le cifre che altri, forse, investiranno. Per ora dobbiamo accontentarci dei 98mila euro per il recupero delle piante morte, i 500mila euro per le casette con fondi regionali e qualche decina di migliaia di euro per l’acquisizione dei terreni.
Nessuno aveva fatto tanto, tuona il mitragliatore di post. Bisognerebbe dirlo a Battista Albani che ha finanziato la fognatura circumlacuale risolvendo il problema degli scarichi fognari, a Andrea Massironi, co-autore della prima asportazione di sedimenti alla metà degli anni settanta e della realizzazione del sentiero o a Andrea Robbiani che ha predisposto tutto il programma degli interventi.
Isole e canneti sono tali e quali, il fondo dei canali non è stato dragato, il sedimento continua a ridurre di un buon metro la profondità del lago; quanto ai lavori alla foce, abbattere un muretto per poi costruirne un altro nella medesima posizione non sembra una trovata geniale.
Ma per l’uomo del fare basta scrivere: abbiamo investito 2.2 milioni nella riserva, nessuno aveva fatto tanto.
E mentre lui tuona, l’altro tromboneggia che si sta facendo un gran lavoro, che sono tutti bravi e che si investe per il bene comune. Ricordate come si investiva per l’ospedale?
Bene, visti i risultati di quei fantomatici investimenti prepariamoci al peggio. Dopo l’ospedale non vorremmo che anche la Riserva subisse la maledizione che fu di Gianni e Pinotto: l’oblio.
Claudio Brambilla