Merate: quasi 3 mesi per un pezzo di ricambio e Giuseppe va in ateneo col rischio di restare bloccato con la carrozzina
La sua autonomia nei corridoi dell'università di Milano e nelle strade della metropoli è limitata. Da quando, infatti, la sua carrozzina elettrica che ha un anno di vita, ha iniziato ad avere problemi alla batteria, il rischio che Giuseppe si trovi inchiodato perchè senza più carica, non è per nulla remoto, e questo pensiero non lo fa stare tranquillo e meno ancora lo aiuta ad affrontare i quotidiani ostacoli di una persona con disabilità che vuole la sua indipendenza.
Nonostante lettere e contro-lettere, dopo oltre due mesi, il “pezzo di ricambio” non si è ancora trovato e dall'ufficio protesi di ASST il rimpallo che ne deriva è continuo.
La prima segnalazione che Giuseppe Lanzilotti, studente universitario di Merate, affetto da sindrome di Duchenne relegato solo col corpo sulla carrozzina ma con la testa e la sua intraprendenza proiettato verso alti traguardi, ha inviato a ASST risale a prima di Natale.
“Ho segnalato che la carica della batteria della mia carrozzina, che non ha nemmeno due anni di vita, aveva dei problemi e non funzionava correttamente perchè durava poche ore” ha raccontato “prima ho scritto all'ufficio protesi di merate e poi alla protesica di Lecco. Mi hanno fatto sapere che sarebbe stata sostituita. Nella prima comunicazione si diceva che, stante la scadenza della garanzia, il costo di 900 euro sarebbe stato a mio carico. Poi mi hanno fatto sapere che era già stata impegnata una somma a mio favore quindi non si sarebbe reso necessario alcun esborso”.
Passano le settimane e si arriva a gennaio ma senza alcun risultato concreto. Arriva così la comunicazione che la riparazione sarebbe stata fatta dall'ortopedia che aveva fornito l'ausilio.
“Ho continuato a sollecitare l'intervento perchè per me è importante potermi spostare senza limitazioni. Così invece con la batteria che si scarica facilmente ho sempre paura di rimanere bloccato e quindi anche quando sono in università mi limito negli spostamenti per non consumare la carica”.
A gennaio, però, la situazione continua a trascinarsi e il problema resta quello della mancanza di pezzi.
“Ho scritto alcuni giorni fa e la risposta è stata ancora quella: che cercheranno di fare il prima possibile ma da dicembre non è cambiato nulla e per me andare a Milano in università in queste condizioni è sempre motivo di angoscia”.
Nonostante lettere e contro-lettere, dopo oltre due mesi, il “pezzo di ricambio” non si è ancora trovato e dall'ufficio protesi di ASST il rimpallo che ne deriva è continuo.
La prima segnalazione che Giuseppe Lanzilotti, studente universitario di Merate, affetto da sindrome di Duchenne relegato solo col corpo sulla carrozzina ma con la testa e la sua intraprendenza proiettato verso alti traguardi, ha inviato a ASST risale a prima di Natale.
“Ho segnalato che la carica della batteria della mia carrozzina, che non ha nemmeno due anni di vita, aveva dei problemi e non funzionava correttamente perchè durava poche ore” ha raccontato “prima ho scritto all'ufficio protesi di merate e poi alla protesica di Lecco. Mi hanno fatto sapere che sarebbe stata sostituita. Nella prima comunicazione si diceva che, stante la scadenza della garanzia, il costo di 900 euro sarebbe stato a mio carico. Poi mi hanno fatto sapere che era già stata impegnata una somma a mio favore quindi non si sarebbe reso necessario alcun esborso”.
Passano le settimane e si arriva a gennaio ma senza alcun risultato concreto. Arriva così la comunicazione che la riparazione sarebbe stata fatta dall'ortopedia che aveva fornito l'ausilio.
“Ho continuato a sollecitare l'intervento perchè per me è importante potermi spostare senza limitazioni. Così invece con la batteria che si scarica facilmente ho sempre paura di rimanere bloccato e quindi anche quando sono in università mi limito negli spostamenti per non consumare la carica”.
A gennaio, però, la situazione continua a trascinarsi e il problema resta quello della mancanza di pezzi.
“Ho scritto alcuni giorni fa e la risposta è stata ancora quella: che cercheranno di fare il prima possibile ma da dicembre non è cambiato nulla e per me andare a Milano in università in queste condizioni è sempre motivo di angoscia”.
S.V.