Cernusco: parola di esperti sui trapianti e le donazioni
Ha avuto inizio nella serata di giovedì 22 febbraio la rassegna “Ipazia” organizzata dall’Amministrazione e dalla biblioteca comunale di Cernusco per parlare di medicina, scienza e tecnologia.
Il ciclo di quattro incontri è stato intitolato a Ipazia, scienziata, astronoma e matematica di Alessandria d’Egitto, uccisa durante un tumulto da Cristiani, per ispirare un dialogo con esperti in campi scientifici. Dopo una breve presentazione di Bruno Bosisio sull’attività ed impegno di Aido, in particolare della sezione Cernusco-Merate-Montevecchia di cui è presidente, che dal 1976 ad oggi ha contato 77 donazioni nel territorio del meratese, la parola è passata al dottor Francesco Raponi, anestetista, rianimatore e da due anni Coordinatore Locale Prelievo Organi e Tessuti dell’ASST Lecco.
Il medico ha esordito sottolineando l’importanza della donazione, fondamentale per ridurre la lista d’attesa di 8.000 persone bisognose di trapianto che rimane costante di anno in anno. Due sono le principali categorie di donazione: da vivente e da cadavere.
La prima tipologia permette di prelevare, in maniera programmata, un rene, una parte di fegato o una parte di polmone da un paziente in ottima salute, da destinare ad un recipiente, solitamente un parente, che si trova nella stessa struttura ospedaliera e che quindi può essere operato immediatamente.
La donazione da cadavere permette un prelievo maggiore: reni, fegato, polmone, pancreas, intestino e cuore possono essere recuperati per salvare una vita. Per legge, prima di procedere con un’asportazione, il medico ha sei ore per effettuare accertamenti volti a confermare la mancanza di funzioni neurologiche, successivamente si esegue un elettrocardiogramma protratto per 20 minuti per constatare un’irreversibile perdita delle funzioni dell’encefalo e quindi una morte celebrale. Una nuova frontiera è stata raggiunta con la donazione a cuore fermo, quindi una persona venuta a mancare per arresto cardiaco in terapia intensiva, in un ambiente che permette una conferma tempestiva dell’effettivo decesso e l’attivazione di una macchina cuore-polmone che rimette in funzione il circolo del sangue, consentendo dopo qualche ora il prelievo.
Il dottor Ezio Bonanomi, direttore dell’Unità Complessa Anestesia e Rianimazione Pediatrica all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha trasportato i presenti, con l’aiuto di video, nel reparto di terapia intensiva pediatrica, che da pochi anni ha iniziato un programma di trapianto di fegato nei bambini. Questa procedura viene solitamente effettuata nei primi tre anni di vita con la tecnica split: da un fegato viene prelevata una parte più piccola che viene trapiantata ai bambini, mentre una seconda parte più grande viene destinata ad un adulto. Un singolo organo va così a beneficiare due individui. “Fondamentale per il nostro reparto è lavorare sulla famiglia e non solo sulla patologia, per assisterli durante la permanenza in ospedale” ha dichiarato Bonanomi, che insieme alla sua equipe fornisce supporto costante ai famigliari e ai piccoli pazienti. Il medico ha poi discusso di trapianti di cuore, sperimentazione di trapianti di organi animali in essere umani che non hanno avuto successo, dimostrandosi però fiducioso nell’impiego sempre maggiore della tecnologia per il corretto funzionamento degli organi – come con l’impiego di un pacemaker.
“Importante è esprimere la propria volontà sulla donazione degli organi e di tessuti, infatti la legge n.91 del ’99 dichiara che la mancata dichiarazione di volontà è considerata come assenso” hanno rimarcato gli esperti. Le metodologie per dichiarare la propria scelta sono molteplici: al rinnovo della carta d’identità, con l’iscrizione all’Aido o compilando un apposito modulo ASL. Prima di chiudere la serata sono stati ricordati Nicholas Green, vittima a 7 anni nel 1994 di un assassinio sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria mentre era in vacanza con la famiglia, che subito ha richiesto il prelievo degli organi, mobilitando così l’opinione pubblica italiana sulla donazione e il grande gesto d’amore dei genitori del piccolo cernuschese Gioele Petza, che hanno richiesto la donazione degli organi del figlio, deceduto nel 2021 a seguito di una tragedia stradale.
Prossimo appuntamento per giovedì 21 marzo per discutere di scienza, con un focus sul “Big bang”, con il dottor Gabriele Ghisellini, direttore di ricerca presso l'osservatorio di Brera.
Il ciclo di quattro incontri è stato intitolato a Ipazia, scienziata, astronoma e matematica di Alessandria d’Egitto, uccisa durante un tumulto da Cristiani, per ispirare un dialogo con esperti in campi scientifici. Dopo una breve presentazione di Bruno Bosisio sull’attività ed impegno di Aido, in particolare della sezione Cernusco-Merate-Montevecchia di cui è presidente, che dal 1976 ad oggi ha contato 77 donazioni nel territorio del meratese, la parola è passata al dottor Francesco Raponi, anestetista, rianimatore e da due anni Coordinatore Locale Prelievo Organi e Tessuti dell’ASST Lecco.
Il medico ha esordito sottolineando l’importanza della donazione, fondamentale per ridurre la lista d’attesa di 8.000 persone bisognose di trapianto che rimane costante di anno in anno. Due sono le principali categorie di donazione: da vivente e da cadavere.
La prima tipologia permette di prelevare, in maniera programmata, un rene, una parte di fegato o una parte di polmone da un paziente in ottima salute, da destinare ad un recipiente, solitamente un parente, che si trova nella stessa struttura ospedaliera e che quindi può essere operato immediatamente.
La donazione da cadavere permette un prelievo maggiore: reni, fegato, polmone, pancreas, intestino e cuore possono essere recuperati per salvare una vita. Per legge, prima di procedere con un’asportazione, il medico ha sei ore per effettuare accertamenti volti a confermare la mancanza di funzioni neurologiche, successivamente si esegue un elettrocardiogramma protratto per 20 minuti per constatare un’irreversibile perdita delle funzioni dell’encefalo e quindi una morte celebrale. Una nuova frontiera è stata raggiunta con la donazione a cuore fermo, quindi una persona venuta a mancare per arresto cardiaco in terapia intensiva, in un ambiente che permette una conferma tempestiva dell’effettivo decesso e l’attivazione di una macchina cuore-polmone che rimette in funzione il circolo del sangue, consentendo dopo qualche ora il prelievo.
Il dottor Ezio Bonanomi, direttore dell’Unità Complessa Anestesia e Rianimazione Pediatrica all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha trasportato i presenti, con l’aiuto di video, nel reparto di terapia intensiva pediatrica, che da pochi anni ha iniziato un programma di trapianto di fegato nei bambini. Questa procedura viene solitamente effettuata nei primi tre anni di vita con la tecnica split: da un fegato viene prelevata una parte più piccola che viene trapiantata ai bambini, mentre una seconda parte più grande viene destinata ad un adulto. Un singolo organo va così a beneficiare due individui. “Fondamentale per il nostro reparto è lavorare sulla famiglia e non solo sulla patologia, per assisterli durante la permanenza in ospedale” ha dichiarato Bonanomi, che insieme alla sua equipe fornisce supporto costante ai famigliari e ai piccoli pazienti. Il medico ha poi discusso di trapianti di cuore, sperimentazione di trapianti di organi animali in essere umani che non hanno avuto successo, dimostrandosi però fiducioso nell’impiego sempre maggiore della tecnologia per il corretto funzionamento degli organi – come con l’impiego di un pacemaker.
“Importante è esprimere la propria volontà sulla donazione degli organi e di tessuti, infatti la legge n.91 del ’99 dichiara che la mancata dichiarazione di volontà è considerata come assenso” hanno rimarcato gli esperti. Le metodologie per dichiarare la propria scelta sono molteplici: al rinnovo della carta d’identità, con l’iscrizione all’Aido o compilando un apposito modulo ASL. Prima di chiudere la serata sono stati ricordati Nicholas Green, vittima a 7 anni nel 1994 di un assassinio sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria mentre era in vacanza con la famiglia, che subito ha richiesto il prelievo degli organi, mobilitando così l’opinione pubblica italiana sulla donazione e il grande gesto d’amore dei genitori del piccolo cernuschese Gioele Petza, che hanno richiesto la donazione degli organi del figlio, deceduto nel 2021 a seguito di una tragedia stradale.
Prossimo appuntamento per giovedì 21 marzo per discutere di scienza, con un focus sul “Big bang”, con il dottor Gabriele Ghisellini, direttore di ricerca presso l'osservatorio di Brera.
I.Bi.