Secondo parto, gentilezza e professionalità di sempre. Il punto nascite resta nei cuori
Che il punto nascite del Mandic non sarebbe sopravvissuto al nuovo anno prossimo ad arrivare e’ stata per me quasi una certezza già a fine ottobre , quando ho avuto la fortuna di poter (di nuovo) vivere li il parto e i primi giorni con la mia bambina.
Quante differenze rispetto alla prima esperienza, vissuta a marzo 2020, pur con tutte le complicanze che l’esplodere della pandemia stava comportando!
Tante culle vuote, tanti letti vuoti rispetto ad allora.. per le mamme solo stanze “singole”, con due letti ma tutte per loro. Apprezzabile da un certo punto di vista , ma anche un segnale forte dello svuotamento del reparto che determinate scelte (e conseguenti migrazioni di personale) stavano comportando.
Fortunatamente, nonostante tutto ciò, altre cose non erano cambiate: in primis i sorrisi, la professionalità e la gentilezza con cui tutto il personale ( oss, infermiere, ostetriche, dottoresse a partire dalla Dell’Anna ormai dimissionaria , dotata di una empatia rara) ci ha accolto e seguito durante il nostro percorso al Mandic .
Alcuni volti erano ancora gli stessi di tre anni prima, altre dipendenti avevano già “abbandonato la nave”, per altre ancora (tra cui l’infermiera che con estrema dolcezza e attenzione ha seguito la mia piccola in quei primi giorni di vita ) era l’ultima esperienza a Merate prima di partire verso nuovi ospedali.
Nonostante l’estrema incertezza in cui si trovavano , con il progressivo svuotamento del reparto e la prospettiva più che concreta di dover cambiare il proprio posto di lavoro a breve , mi hanno fatto sentire (di nuovo) a casa.
Il giorno delle dimissioni e’ stata tanta la tristezza, per dover lasciare un luogo in cui sono stata accudita e coccolata in due momenti molto speciali della mia vita. Un luogo in cui non sarei più tornata.
Ma anche per la consapevolezza che altre mamme molto probabilmente non avrebbero potuto vivere la stessa bella esperienza in quei corridoi, con quelle donne al loro fianco.
Consola il fatto che le operatrici del Mandic porteranno con sé il loro bagaglio di esperienza e umanità a servizio di altre mamme e bambini, quale che sia la loro destinazione.
Ma rimane la tristezza per la perdita di un reparto che era diventato un punto di riferimento per tante famiglie nel nostro piccolo territorio e che rimarrà per sempre, questa è un’altra certezza, nel cuore di molti.
Quante differenze rispetto alla prima esperienza, vissuta a marzo 2020, pur con tutte le complicanze che l’esplodere della pandemia stava comportando!
Tante culle vuote, tanti letti vuoti rispetto ad allora.. per le mamme solo stanze “singole”, con due letti ma tutte per loro. Apprezzabile da un certo punto di vista , ma anche un segnale forte dello svuotamento del reparto che determinate scelte (e conseguenti migrazioni di personale) stavano comportando.
Fortunatamente, nonostante tutto ciò, altre cose non erano cambiate: in primis i sorrisi, la professionalità e la gentilezza con cui tutto il personale ( oss, infermiere, ostetriche, dottoresse a partire dalla Dell’Anna ormai dimissionaria , dotata di una empatia rara) ci ha accolto e seguito durante il nostro percorso al Mandic .
Alcuni volti erano ancora gli stessi di tre anni prima, altre dipendenti avevano già “abbandonato la nave”, per altre ancora (tra cui l’infermiera che con estrema dolcezza e attenzione ha seguito la mia piccola in quei primi giorni di vita ) era l’ultima esperienza a Merate prima di partire verso nuovi ospedali.
Nonostante l’estrema incertezza in cui si trovavano , con il progressivo svuotamento del reparto e la prospettiva più che concreta di dover cambiare il proprio posto di lavoro a breve , mi hanno fatto sentire (di nuovo) a casa.
Il giorno delle dimissioni e’ stata tanta la tristezza, per dover lasciare un luogo in cui sono stata accudita e coccolata in due momenti molto speciali della mia vita. Un luogo in cui non sarei più tornata.
Ma anche per la consapevolezza che altre mamme molto probabilmente non avrebbero potuto vivere la stessa bella esperienza in quei corridoi, con quelle donne al loro fianco.
Consola il fatto che le operatrici del Mandic porteranno con sé il loro bagaglio di esperienza e umanità a servizio di altre mamme e bambini, quale che sia la loro destinazione.
Ma rimane la tristezza per la perdita di un reparto che era diventato un punto di riferimento per tante famiglie nel nostro piccolo territorio e che rimarrà per sempre, questa è un’altra certezza, nel cuore di molti.
Una mamma