"Non hanno coraggio, non hanno voglia di lavorare"

L’abbiamo ascoltata tutti la nostra premier con il suo accento marcato, con accenti provocatori tipici della parlata romanesca della Garbatella, che ci qualificava come “dei pavidi che non vogliono cambiare la nazione” in quanto contrari alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina.

Un linguaggio colorito quanto volgare per mettere a tacere chi ha visioni diverse dalle sue, incurante del suo ruolo istituzionale e democratico. Non passa giorno che altre figure rilevanti dell’attuale compagine governativa, offrano alle cronache dei giornalisti, l’occasione per evidenziare la loro inadeguatezza. Da chi ferma i treni per i propri comodi, da chi va alle feste con la pistola, partono dei colpi senza sapere chi abbia tirato il grilletto. Una miscela di cattivi comportamenti che si delegittimano quale classe dirigente che vorrebbe cambiare il Paese introducendo riforme incostituzionali come l’autonomia differenziata, il premierato, che spaccano e dividono gli italiani. 

Fermiamoli democraticamente intanto che siamo in tempo!

E’ necessaria una mobilitazione giornaliera continua instancabile che denunci ogni loro malefatta, che evidenzi la loro incompetenza ed incapacità che renda evidente e palese agli elettori che li hanno votati, l’inganno subito dalle loro false promesse elettorali.

Noi saremmo dei paurosi e perdi tempo dediti alle manifestazioni per il NO, loro al lavoro del fare.

Ebbene questi signori con il loro saper fare, dovrebbero riflettere se utilizzassero i loro soldi, invece dell’intera collettività, farebbero le stesse cose incuranti dei danni, gli sprechi e la inutilità delle loro opere. Tra queste ce ne sono tante, non solo il ponte sullo stretto di Messina.

Tra pochi giorni a Lecco inizieranno i lavori per la costruzione del 4° ponte sull’Adda, affiancato al terzo ponte A. Manzoni tra le sponde di Pescate e Lecco.

Tutti sanno che questa opera non risolverà alcun problema della mobilità e vivibilità di Lecco e delle comunità circostanti. L’opera favorirà lo scorrere veloce del traffico da Milano alla Valtellina in concomitanza alle Olimpiadi invernali del 2026.

Un’opera calata dal cielo, pagherà lo Stato e la Regione, danari pubblici che non risolveranno alcun problema ai 30.000 lecchesi che per varie necessità giornalmente, vanno e vengono da Lecco.

Anch’esso rappresenta un cattivo esempio di amministrare le risorse pubbliche che dovrebbero essere utilizzate nel creare aree di scambio pubblico/privato, ferro/gomma esterne alla città, ridurre l’entrata e uscita di auto private, favorire la percorribilità e sicurezza delle gallerie e dell’attraversamento della città dei mezzi che trasportano prodotti infiammabili, potenziare Linee Lecco ed il trasporto ferroviario.

STATO E REGIONE, PAGA PANTALONE

EVVIVA LE OLIMPIADI
Sergio Fenaroli
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