Parco Curone: perché nuovi ponticelli e i lavori in corso per gli argini del torrente
Costruire dei ponticelli va a discapito della flora e della fauna?
Era in sostanza la domanda che qualche giorno fa ha posto un nostro lettore che si è dichiarato appassionato di escursionismo. Siamo andati allora a verificare sul campo con due accompagnatori d’eccezione: il presidente del Parco Marco Molgora e il direttore Michele Cereda.
Per raggiungere i 450 metri del sentiero 1 dove sono in corso i lavori, ci siamo addentrati nel bosco da Pianezzo. Abbiamo percorso una stradina comunale di Olgiate Molgora e seguito il tracciato che passa anche da Montevecchia e La Valletta Brianza. A sovrastarci soprattutto le robinie. Nel sottobosco stuoie di bucaneve, curiosi fiori bianchi pendenti all’ingiù, fanno l’inchino e qualche primula si vuole distinguere con i suoi petali accesi. Di gelate, che caratterizzavano questo periodo dell’anno, però nemmeno l’ombra.
In lontananza si avverte il rumore dell’escavatrice. I quattro vecchi ponticelli in legno sul Curone sono già stati tolti. Erano ormai diventati marci, un rischio per le persone. Per l’intervento il Parco ha vinto un bando regionale nel 2022. Per ricevere il contributo, l’Ente ha dovuto dimostrare la validità del progetto agli uffici un tempo di competenza del genio civile e all’Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste). Questo perché il torrente Curone fa parte del reticolo idrico principale.
Uno dei criteri essenziali è stata la durabilità delle opere. E cioè, ad esempio, le condizioni che i ponticelli fossero ad un’altezza superiore al flusso massimo dell’acqua e che le arginature fossero adeguate alla piena duecentennale. Ecco spiegato lo sbancamento di terra e pietra che è in corso. Le esondazioni peraltro si stanno facendo più frequenti in quanto i fenomeni di pioggia sono meno costanti e più intensi. L’ultima è avvenuta nel 2020, nessuno se n’è accorto, c’era il lockdown.
Il progetto tecnico definitivo, con tutti i rilievi del caso, è stato predisposto dallo studio Blu Progetti Srl di Varano Borghi (VA). L’esecuzione è stata invece affidata alla ditta Vitali Pietro Srl, che si è aggiudicato l’appalto per 109.600 euro, oltre IVA. I pali metallici ripieni di cemento sono già stati messi in coppia da ogni lato delle sponde. Come ulteriore protezione e mascheramento questi plinti saranno circondati da blocchi palificati in pietra e legno con prospettiva di lunga durata, come il castagno o il larice.
All’interno dei blocchi cresceranno degli arbusti con funzione di sostegno naturale. I ponticelli ciclopedonali saranno lunghi circa 8 metri. Le strutture in acciaio rivestite in legno arriveranno già pronte per l’installazione. Il collaudo sarà svolto dall’ingegner Roberto Viscardi. L’intervento si concluderà con il rifacimento del profilo delle sponde. Probabilmente non servirà aspettare tutti i cento giorni previsti da cronoprogramma.
Per consentire una via di accesso ai mezzi di cantiere è stato necessario tagliare qualche pianta. Non si tratta però di specie pregiate, abbiamo trovato accatastati tronchi di robinia che si diffonde spontaneamente nel Parco.
I quattro nuovi attraversamenti potranno essere percorsi anche da persone con difficoltà di deambulazione. Uno dei sogni nel cassetto del presidente Molgora sarebbe di creare un percorso da Regondino a Bagaggera percorribile anche in carrozzina, un piccolo sentiero inclusivo per far godere a tutti le bellezze del Parco.
Era in sostanza la domanda che qualche giorno fa ha posto un nostro lettore che si è dichiarato appassionato di escursionismo. Siamo andati allora a verificare sul campo con due accompagnatori d’eccezione: il presidente del Parco Marco Molgora e il direttore Michele Cereda.
Per raggiungere i 450 metri del sentiero 1 dove sono in corso i lavori, ci siamo addentrati nel bosco da Pianezzo. Abbiamo percorso una stradina comunale di Olgiate Molgora e seguito il tracciato che passa anche da Montevecchia e La Valletta Brianza. A sovrastarci soprattutto le robinie. Nel sottobosco stuoie di bucaneve, curiosi fiori bianchi pendenti all’ingiù, fanno l’inchino e qualche primula si vuole distinguere con i suoi petali accesi. Di gelate, che caratterizzavano questo periodo dell’anno, però nemmeno l’ombra.
In lontananza si avverte il rumore dell’escavatrice. I quattro vecchi ponticelli in legno sul Curone sono già stati tolti. Erano ormai diventati marci, un rischio per le persone. Per l’intervento il Parco ha vinto un bando regionale nel 2022. Per ricevere il contributo, l’Ente ha dovuto dimostrare la validità del progetto agli uffici un tempo di competenza del genio civile e all’Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste). Questo perché il torrente Curone fa parte del reticolo idrico principale.
Uno dei criteri essenziali è stata la durabilità delle opere. E cioè, ad esempio, le condizioni che i ponticelli fossero ad un’altezza superiore al flusso massimo dell’acqua e che le arginature fossero adeguate alla piena duecentennale. Ecco spiegato lo sbancamento di terra e pietra che è in corso. Le esondazioni peraltro si stanno facendo più frequenti in quanto i fenomeni di pioggia sono meno costanti e più intensi. L’ultima è avvenuta nel 2020, nessuno se n’è accorto, c’era il lockdown.
Il progetto tecnico definitivo, con tutti i rilievi del caso, è stato predisposto dallo studio Blu Progetti Srl di Varano Borghi (VA). L’esecuzione è stata invece affidata alla ditta Vitali Pietro Srl, che si è aggiudicato l’appalto per 109.600 euro, oltre IVA. I pali metallici ripieni di cemento sono già stati messi in coppia da ogni lato delle sponde. Come ulteriore protezione e mascheramento questi plinti saranno circondati da blocchi palificati in pietra e legno con prospettiva di lunga durata, come il castagno o il larice.
All’interno dei blocchi cresceranno degli arbusti con funzione di sostegno naturale. I ponticelli ciclopedonali saranno lunghi circa 8 metri. Le strutture in acciaio rivestite in legno arriveranno già pronte per l’installazione. Il collaudo sarà svolto dall’ingegner Roberto Viscardi. L’intervento si concluderà con il rifacimento del profilo delle sponde. Probabilmente non servirà aspettare tutti i cento giorni previsti da cronoprogramma.
Per consentire una via di accesso ai mezzi di cantiere è stato necessario tagliare qualche pianta. Non si tratta però di specie pregiate, abbiamo trovato accatastati tronchi di robinia che si diffonde spontaneamente nel Parco.
I quattro nuovi attraversamenti potranno essere percorsi anche da persone con difficoltà di deambulazione. Uno dei sogni nel cassetto del presidente Molgora sarebbe di creare un percorso da Regondino a Bagaggera percorribile anche in carrozzina, un piccolo sentiero inclusivo per far godere a tutti le bellezze del Parco.
M.P.