Merate: i "custodi" comunali sono senza stipendio. Ma la 'Giunta' non interviene

I dipendenti dell'azienda che ha in carico il servizio di custodia, dunque apertura e chiusura degli stabili comunali di Merate, e di accoglienza e “sorveglianza” durante gli eventi, non ricevono lo stipendio da diversi mesi.

In totale gli interessati sono cinque, di questi tre sono seguiti dall'ufficio vertenze della Cisl di Monza Brianza/Lecco.

Due persone, per le quali questa non rappresenta l'attività principale, da luglio del 2023 non hanno ancora ricevuto alcunchè di quanto previsto dal contratto e la terza, che invece ha questo come lavoro principale, dal mese di settembre.

Tutti, però, non si sono mai fermati un giorno, non hanno incrociato le braccia e hanno continuato a garantire regolarmente quanto previsto dall'appalto in essere con il comune di Merate, garantendo la continuità del servizio...praticamente in forma volontaria.
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“Il problema con l'azienda di Vicenza” ha spiegato Luigi Pittocco della CISL “si è presentato prima della scorsa estate. Quando i lavoratori ci hanno notiziato dell'accaduto abbiamo subito preso posizione e scritto all'azienda. Dopo un primo blocco del pagamento da parte del committente, la situazione quantomeno per una persona si era riallineata, ma è durato poco”.

Secondo la normativa, ha proseguito il sindacalista, il committente (il comune) una volta notiziato dell'inadempienza può procedere al blocco dell'erogazione di quanto pattuito e decidere anche una forma di “sollievo” verso i lavoratori erogando parte del compenso.

"Trattandosi di poche persone l'ente pubblico, come già avvenuto in altre realtà che abbiamo seguito, può decidere di anticipare parte degli stipendi e poi andare a scalare dalle quote spettanti all'appaltante. Nonostante le lettere protocollate e le PEC dal comune di Merate non abbiamo ricevuto nemmeno una risposta di cortesia: nè da un funzionario, nè da un responsabile di servizio o dal sindaco o da un assessore. Nessuno. Eppure queste persone stanno svolgendo il loro lavoro, garantiscono il servizio e non sono pagate. Tra l'altro abbiamo riscontrato possibili irregolarità nella mancanza di riposi, pagamento di straordinari e contributi e quindi l'intenzione è quella di attivare l'ispettorato del lavoro per una verifica. L'azienda, da parte sua, ha interrotto i rapporti: la vertenza legale che è stata aperta vedrà una convocazione tra 6/7 mesi e quindi prende tempo. Ma nel frattempo queste persone sono senza stipendio, per questo sarebbe stato auspicabile un intervento dell'ente pubblico".

Se il comune da una parte ha gli estremi per revocare il contratto per irregolarità, ha concluso Pitocco, dall'altra gli stessi lavoratori potrebbero decidere di fermarsi e non prestare più servizio, creando non pochi problemi all'ente pubblico che forse, solo allora, si potrebbe decidere a venire loro incontro per anticipare parte del dovuto compenso.

Lo spazio resta a disposizione per eventuali repliche o precisazioni.

S.V.
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