Ospedale Merate: dopo più di sessant’anni, il primo marzo chiude il punto nascite. Dopo la Psichiatria il Mandic perde un altro servizio strategico. Il personale trasferito a Lecco
Erano i primi anni sessanta quando l’ospedale di Merate avvia un reparto – o come si dice oggi una unità operativa complessa – di Ostetricia-Ginecologia. Affidandone la gestione al dottor Italo Della Rocca, divenuto poi primario nel 1966 e fino al 1995. Allora la maggior parte delle nascite avveniva in casa ma con l’apertura del nuovo servizio le future mamme si rivolgevano con sempre più fiducia alla struttura ospedaliera di via Cerri. E Italo Della Rocca era un vero luminare.
Sessant’anni dopo quel punto nascite salutato con entusiasmo dalle famiglie meratesi che l’avevano attrezzato gratuitamente grazie agli artigiani locali con tavoli, letti, armadi e sedie, chiude i battenti.
La data fissata è il 1° marzo. Poi per un periodo compreso tra otto e 24 settimane l’attività programmata andrà avanti, in attesa delle definitive interlocuzioni con la Regione.
Il personale sarà in gran parte trasferito a Lecco.
Non c’è molto da dire, solo due cose: questo giornale l’aveva previsto già due anni fa, e fu coperto di insulti dai soliti negazionisti che, al contrario annunciavano il potenziamento del presidio elencando investimenti risalenti a un ventennio prima.
E alla fine hanno vinto i lecchesi che da una dozzina d’anni andavano sostenendo la tesi della necessità di concentrare tutte le nascite al Manzoni.
E questo è solo il secondo passo importante dopo la chiusura della Psichiatria e il mantenimento del servizio soltanto presso la struttura di Germanedo.
Avanti il prossimo.
Sessant’anni dopo quel punto nascite salutato con entusiasmo dalle famiglie meratesi che l’avevano attrezzato gratuitamente grazie agli artigiani locali con tavoli, letti, armadi e sedie, chiude i battenti.
La data fissata è il 1° marzo. Poi per un periodo compreso tra otto e 24 settimane l’attività programmata andrà avanti, in attesa delle definitive interlocuzioni con la Regione.
Il personale sarà in gran parte trasferito a Lecco.
Non c’è molto da dire, solo due cose: questo giornale l’aveva previsto già due anni fa, e fu coperto di insulti dai soliti negazionisti che, al contrario annunciavano il potenziamento del presidio elencando investimenti risalenti a un ventennio prima.
E alla fine hanno vinto i lecchesi che da una dozzina d’anni andavano sostenendo la tesi della necessità di concentrare tutte le nascite al Manzoni.
E questo è solo il secondo passo importante dopo la chiusura della Psichiatria e il mantenimento del servizio soltanto presso la struttura di Germanedo.
Avanti il prossimo.