Oltre il 90% dei brianzoli è allarmato per la pensione. Ad essere più impensieriti non sono però i più vicini a lasciare l'attività lavorativa bensì gli appartenenti alla fascia d'età che va dai 35 ai 45 anni. Trattasi infatti della fascia di età in cui è normale cominciare a immaginare il proprio futuro con un sistema pensionistico decisamente complicato e in cui le previsioni non sono certo incoraggianti. Questi giovani hanno acquisito una maggiore consapevolezza in tematiche come la creazione di una famiglia o la nascita di figli o la senescenza dei genitori; e questo è il momento ideale per dare precedenza alla stipula di un concreto piano pensionistico. Mentre perdere ancora tempo prezioso potrebbe rivelarsi un errore effimero.
Purtroppo l'ulteriore conferma della staticità che caratterizza i contribuenti di fronte alle tematiche previdenziali la si ottiene dal fatto che nonostante oltre il 90% dei risparmiatori, con un livello di istruzione che va dalla scuola dell'obbligo all'università, valuta la possibilità di integrare la pensione pubblica con disponibilità finanziarie personali, solamente meno della metà si rivolge ad operatori del settore per valutare la propria posizione. Frenano la scarsa conoscenza dei prodotti previdenziali, così come i benefici e la scarsità di informazioni. Inoltre fra le cause di tale inattività pesa l'insufficiente dimestichezza con la previdenza integrativa e i suoi benefici. Non sono molti infatti a conoscere in maniera adeguata la materia. Di conseguenza la metà dei titolari di un Tfr lo parcheggia in azienda perchè non conosce le altre opzioni o perchè persuaso di aver scelto la soluzione più flessibile e attendibile. Chi sottoscrive un piano di previdenza integrativa si conferma comunque molto prudente. Oltre il 40% sceglie la linea 'garantita' mentre solo il 20% preferisce una linea azionaria nonostante il lungo periodo tipico di queste forme di investimento imponga una scelta più coraggiosa in tema di equity. Le donne sono più prudenti degli uomini. Ma anche tra i giovani l'orientamento per le linee azionarie supera di poco la media. E' la conferma di come i risparmiatori non conoscono bene il settore previdenziale. E la molteplicità dell'offerta genera una certa confusione . Inoltre la maggior parte non dispone di strumenti adeguati per fare delle disamine su ciò che è più aderente ai propri obiettivi. A questo punto solo un approccio costruttivo in tema di educazione finanziaria può aiutare a creare maggior consapevolezza tra i risparmiatori. Una nota positiva arriva dagli iscritti, saliti del 4% circa rispetto ad un anno fa. Gli incrementi maggiori si registrano nel settore edile e in quello del pubblico impiego. Segue il fondo specializzato per il settore del commercio, turismo e servizi.
Francesco Megna