Comodamente sedute/118: Bijoux mon amour
Chi ha un gatto lo sa.
Il 17 Febbraio si celebra la Giornata nazionale del gatto.
E’ curiosa la scelta di questo mese e di questo giorno e se non la conoscete, ve la racconto.
“Febbraio è il mese dell’Aquario, un segno zodiacale governato da Urano, che protegge gli spiriti liberi, indipendenti e anticonvenzionali. Attributi, questi, che trovano affinità con i gatti, conosciuti per il loro senso di autodeterminazione e la loro personalità carismatica. La relazione con il numero 17 ha origini dalla dicitura romana (XVII) ed è un anagramma di “VIXI” in latino, che significa “ho vissuto”, che per alcuni si collegherebbe al concetto tradizionale delle sette vite dei gatti. A rafforzare questa tesi, una serie di credenze nordiche per cui questo numero è considerato portatore di buona sorte e simboleggia la possibilità di “vivere una vita per sette volte”.
Io sono particolarmente legata a questa data perché proprio 13 anni fa la mia adorata gatta Bijoux ha partorito quattro gattini e ancora oggi a distanza di tanti anni, lo ricordo come uno degli avvenimenti più belli emozionanti e coinvolgenti della mia vita.
Mi ripeto spesso che devo impormi di parlare del mio amore per gli animali solo con chi ne possiede, perché è un sentimento che solo chi sperimenta può comprendere.
E uscire oggi con un articolo che arriva a tutti, è davvero una scelta temeraria.
Ma mi sento così amata e seguita da voi lettori, che ho deciso di osare e di condividervi anche questa parte importante della mia vita.
Ma mentre potrei stare a raccontarvi per ore della fedeltà incondizionata del mio cane, della sua dedizione assoluta nei miei confronti, non posso certo dire lo stesso dei miei due gatti, in particolare di Bijoux, vecchia signora di 14 anni che nonostante la sua totale indipendenza, si è presa un posto nel mio cuore non indifferente.
Anni fa avevo scritto una storia su di lei e oggi ve la ripropongo, la voglio dedicare a tutti i lettori che celebrano questa giornata e che non riuscirebbero a pensarsi senza un gatto nella loro vita.
Mi perdonino per questa volta, gli altri lettori, che possono sempre e comunque trovare articoli da leggere nel mio blog www.comodamentesedute.com
Bijoux mon amour
“Il primo giorno in cui l’abbiamo incontrata, cinque anni fa, è stato amore a prima vista: un batuffolo tigrato che era stato abbandonato in un sacchetto di plastica insieme ai suoi fratellini.
L’abbiamo chiamata Bijoux perché ci sembrava, in quel momento, la cosa più preziosa che potessimo avere.
Non mi è mai salita in grembo facendo le fusa, ma se sono a letto con il mal di testa o l’influenza, lei si acciambella vicino a me e non si muove per tutta la giornata, quasi a volersi prendere cura della sottoscritta.
Una gatto non ti farà mai le feste che ti fa un cane al tuo ritorno, ma se impari a conoscerlo sai che se ti viene incontro e tiene la coda dritta è il suo modo di dirti: “Sono contenta di vederti”.
Certe volte mi domando cosa pensi di noi umani, sempre in movimento sempre trafelati, mentre si gode lo spettacolo acciambellata su un morbido giaciglio, felice e appagata di ciò che la vita le offre ogni giorno: buon cibo, qualche carezza, passeggiate, e lunghissime dormite.
Certe sere rientra a casa, altre no, e per farci l’abitudine, ho imparato a tenere a bada l’ansia non poco.
Un gatto non è un cane, è un animale libero, indipendente, che fa ritorno a casa solo se gli dai un buon motivo per farlo, come del buon cibo, una cuccia morbida, tante coccole. Ma se comincia a dare la caccia a una talpa, un topo, un uccellino, dimentica tutto: che tu lo stai aspettando ad esempio o che tornando troverà buon cibo e un giaciglio comodo, perché la sua indole cacciatrice ha la priorità su ogni cosa. I gatti hanno una loro vita che non è la nostra, e non ci è dato di conoscerla e qualche volta quando se ne vanno, c’è soltanto una cosa che possiamo fare: aspettare il loro ritorno.
Che alla fine se ci pensi, è un po’ come con i nostri figli.
Quando la prima volta mi sono resa conto che nonostante tutti i miei richiami non sarebbe tornata, e oltretutto si stava facendo buio, la preoccupazione ha cominciato a togliermi il respiro.
Tutto questo naturalmente senza lasciar trapelare nulla a mio marito che pur amando i nostri animali, molto più saggiamente di me si è seduto sul divano e ha acceso la TV ricordandomi che i nostri gatti in realtà, non sono poi così “nostri” visto che fanno quello che vogliono e su di loro non possiamo esercitare nessuna autorità. Ma io non mi davo pace.
Ho chiamato i vicini, che mi hanno aperto il loro garage, nel timore che si fosse infilata dentro, perché si sa, i gatti sono anche molto curiosi, ma niente. Alle 23.30, rassegnata ho chiuso le persiane. Poi è arrivata la notte con l’insonnia e la preoccupazione a farla da padrone: mio marito dormiva pacifico accanto a me e io non mi davo pace continuando a girarmi e rigirarmi nel letto.
Sono le cinque e mezza quando il mio cane ci sveglia abbaiando furiosamente. Come una molla salto giù dal letto e corro ad aprire le persiane. Eccola lì, in forma più che mai, non perde occasione di strusciarsi contro le mie caviglie sperando di ricevere qualcosa di buono. “Ma come?” le dico “Non sei morta, né ferita né sanguinante, né dispersa chissà dove?”
“Diciamo che la passeggiata si è protratta un po’ più del solito” sembra volermi dire con il suo miagolio, “poi sai com’è, un topolino tira l’altro, la brezza della primavera, il sole caldo, mi sono addormentata all’ombra di un ciliegio e il tempo è passato velocemente”.
Non so se strozzarla o riempirla di carezze. Poi decido per la seconda opzione, ma Bijoux ha fame e si divincola rapidamente. Nemmeno una carezza, insomma sei o non sei il mio gatto? Da qualche parte una volta ho letto che non si possiede mai un gatto. Semmai si è ammessi nella sua vita, il che è senz’altro un privilegio.
Rassegnata chiudo la finestra e mi accingo a sfamarla.
Per le coccole ci sarà tempo più tardi. Forse. Se lei vorrà”.