Mandic:verso la chiusura del punto nascite. La psichiatria non riapre
E' stata una doccia tiepida, non gelata perchè la piega che ormai aveva preso la situazione poco lasciava a sperare diversamente, ma certamente non ci si aspettava una evoluzione così rapida.
Al san Leopoldo Mandic i bambini non nasceranno più, a dispetto di quanto aveva profetizzato qualche anno fa il segretario cittadino della Lega Franco Lana.
Nell'ora e mezza di incontro tra i sindaci del meratese e del casatese, il direttore generale Marco Trivelli, da otto settimane alla guida di ASST Lecco, affiancato dal direttore socio sanitario Gianluca Peschi, ha comunicato senza troppi giri di parole che la situazione nel punto nascite del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale è insostenibile, con parti da inizio anno vicini allo zero. Quindi con Regione sta concertando le modalità per procedere alla chiusura del punto nascite e, piuttosto, attivare un servizio sul territorio con le ostetriche. Un lavoro che deve avvenire, ha fatto sapere ai sindaci, in tempi comunque rapidi vista la situazione appunto insostenibile.
Per quanto riguarda la psichiatria, al momento, appartiene a un mondo futuristico per Merate la sua riapertura. La situazione, infatti, al Manzoni di Lecco è a dir poco allarmante e le attenzioni sono concentrate a far rimanere aperta la struttura del capoluogo di provincia.
Sul fronte di gettonisti e cooperative, il direttore generale ha spiegato che al momento sono attenzionati i contratti a scadenza ravvicinata e su quelli si lavorerà nell'ottica di soluzioni alternative, fermo restando le difficoltà, a livello nazionale, a reperire infermieri, anestesisti, medici di medicina di urgenza.
Nonostante le comunicazioni non certo felici, l'impressione dei sindaci verso l'appproccio mostrato dal DG è risultato sicuramente diverso e positivo. Il Mandic è stato definito un "ospedale tosto" che, in virtù del suo collocamento territoriale, può vivere da solo e ha ragione di essere considerato indipendente e non una succursale.
Uno-due giorni la settimana Trivelli ha assicurato la sua presenza nel presidio cittadino e sono in corso dialoghi con le maestranze per cercare di riattivare un confronto che possa essere proficuo per ambo le parti.
Al san Leopoldo Mandic i bambini non nasceranno più, a dispetto di quanto aveva profetizzato qualche anno fa il segretario cittadino della Lega Franco Lana.
Nell'ora e mezza di incontro tra i sindaci del meratese e del casatese, il direttore generale Marco Trivelli, da otto settimane alla guida di ASST Lecco, affiancato dal direttore socio sanitario Gianluca Peschi, ha comunicato senza troppi giri di parole che la situazione nel punto nascite del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale è insostenibile, con parti da inizio anno vicini allo zero. Quindi con Regione sta concertando le modalità per procedere alla chiusura del punto nascite e, piuttosto, attivare un servizio sul territorio con le ostetriche. Un lavoro che deve avvenire, ha fatto sapere ai sindaci, in tempi comunque rapidi vista la situazione appunto insostenibile.
Per quanto riguarda la psichiatria, al momento, appartiene a un mondo futuristico per Merate la sua riapertura. La situazione, infatti, al Manzoni di Lecco è a dir poco allarmante e le attenzioni sono concentrate a far rimanere aperta la struttura del capoluogo di provincia.
Sul fronte di gettonisti e cooperative, il direttore generale ha spiegato che al momento sono attenzionati i contratti a scadenza ravvicinata e su quelli si lavorerà nell'ottica di soluzioni alternative, fermo restando le difficoltà, a livello nazionale, a reperire infermieri, anestesisti, medici di medicina di urgenza.
Nonostante le comunicazioni non certo felici, l'impressione dei sindaci verso l'appproccio mostrato dal DG è risultato sicuramente diverso e positivo. Il Mandic è stato definito un "ospedale tosto" che, in virtù del suo collocamento territoriale, può vivere da solo e ha ragione di essere considerato indipendente e non una succursale.
Uno-due giorni la settimana Trivelli ha assicurato la sua presenza nel presidio cittadino e sono in corso dialoghi con le maestranze per cercare di riattivare un confronto che possa essere proficuo per ambo le parti.