Olgiate: le preoccupazioni e l’appello di una mamma per il figlio autistico di 18 anni

È un appello alla Asst di Lecco, a chi si occupa del sostegno di ragazzi disabili, alle scuole e in generale è una denuncia contro il sistema quello lanciato da una donna di Olgiate Molgora, madre di un ragazzo autistico, che arrivata al compimento dei 18 anni, guardandosi indietro sente di essere stata poco sostenuta da chi invece avrebbe dovuto farlo.

Luca (nome di fantasia) in primavera compirà 18 anni e per lui cambieranno molte cose. “In vista del raggiungimento della maggiore età abbiamo ricevuto l’invito dall’INPS a presentare la certificazione aggiornata del medico che attesta la sua situazione” racconta la madre, spiegando che quando ha prenotato la visita con la Asst di Lecco, le è stata data disponibilità per il prossimo settembre. “Mio figlio fa gli anni a breve, dovremo presentarci all’INPS in quel momento. L’appuntamento a settembre non va bene, ma l’alternativa è andare privatamente e spendere chissà quanto”. 
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Dal 2007, anno in cui l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite costituì la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull'Autismo, il colore dell'autismo è il Blu. Come simbolo è spesso utilizzata la tessera di un puzzle

Dallo scorso anno a Merate se n’è andata la dottoressa di Neuropsichiatria Infantile che lo seguiva e per mesi i suoi assistiti, tra cui Luca, sono rimasti sprovvisti di medico, salvo poi potersi appoggiare a un altro professionista che riceve però a Lecco e Bellano. “Da questo dottore siamo stati ricevuti lo scorso ottobre, poi avremmo dovuto rivederci a gennaio, ma quando a dicembre ho chiamato per prenotare mi hanno dato disponibilità per settembre” prosegue la madre, spiegando che solo presentandosi in ospedale per parlare personalmente in segreteria e solo con la fortuna di aver trovato una persona “umana” è riuscita a ottenere un appuntamento a marzo. 

Lieto fine dunque, sì, ma prenotare una “semplice” visita è stato comunque un’odissea. “È una cosa che hanno passato tante famiglie. Purtroppo la convinzione è che avendo figli autistici abbiamo una serie di agevolazioni, ma non è così, anzi. Quando il ragazzo compie 18 anni si va incontro a una serie di difficoltà che comunque non sono mai mancate nemmeno quando mio figlio era piccolo”.  
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Luca infatti ha frequentato le scuole elementari a Cernusco Lombardone, e tutto è andato bene, ma già alle medie ha iniziato ad avere difficoltà. Il vero problema però sono state le scuole superiori. Luca ha frequentato un centro di formazione a Lecco dove però è stato inserito in una classe di soli ragazzi con disabilità. “Lui ha un buon funzionamento, non abbiamo mai preso l’accompagnamento. È un ragazzino che, se supportato, arriva dove arrivano tutti. Stando in quella scuola ha iniziato a soffrire di frustrazione, è regredito molto, ha perso capacità e non voleva più andarci. Piangeva ogni mattina e solo grazie al sostegno del sindaco e dell’assistente sociale sono riuscita a tirarlo fuori di lì”. A questo punto la scelta è stata di mandarlo in una scuola parentale, pur conscia di perdere l’indennità di frequenza del figlio e anche a costo di fargli rincominciare le superiori da capo, il tutto solo al fine di rivederlo felice. Ora Luca si sta preparando per l’esame che dovrà sostenere a fine anno per convalidare quanto appreso, cosa che dovrà fare ogni anno poiché con le scuole parentali non vengono riconosciute come le altre. “Anche per questo motivo sarà necessaria la certificazione del medico che dovremo fornire all’INPS, perché chi esaminerà Luca dovrà sapere della sua situazione”. 

A preoccupare la madre però è anche il futuro che si prospetta. “Tutti i progetti di lavoro per ragazzi come Luca sono pagamento, a carico delle famiglie. In pratica paghiamo per farli lavorare. Io per lui non ho mai chiesto trattamenti educativi o altro, ma quello che vorrei adesso è solo un sostegno psicologico perché lui accetti la sua diversità. Luca non vuole sentirsi diverso, me lo dice sempre «mamma, io non sono autistico». Io chiedo che abbia un aiuto ad accettarsi e capirsi. Sono convinta che con ragazzi come lui si debbano solo trovare le strategie giuste, perché poi possano arrivare dove arrivano tutti. Un sostegno servirebbe molto a Luca, perché ha coscienza di ciò che è e percepisce la sua diversità”. 
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E un altro tema che preoccupa la madre di Luca e che è già stato recentemente affrontato attraverso la storia di mamma Romina e il figlio Alessio di Calco, è l’amicizia. “Ho ammirato molto l’appello di Romina per il figlio, sono convinta che riceverà diverse visite, ma ho paura di come potrà andare a finire. Purtroppo ci siamo passati. Finché i figli sono piccoli, gli amici ci sono. Poi spariscono tutti, anche quelli che sembravano essere più legati” conclude con rammarico “Io ho la fortuna di avere la sorella di Luca che abita fuori casa e spesso lo invita e lo coinvolge con i suoi amici, che però sono molto più grandi di lui. Amici della sua età non ne ha e anche questa è una sofferenza pazzesca” aggiungendo infine che le piacerebbe trovare un ragazzo ben disposto ad aiutare Luca a studiare matematica in vista dell’esame e ad aprirsi un po’ di più agli altri. 

 Se qualcuno volesse mettersi in contatto con la signora può scrivere a redazione@merateonline.it oppure mandare un messaggio, SMS o whatsapp, al cellulare della redazione 351 3481257 e sarà nostra premura far recapitare il contatto alla famiglia.
E.Ma.
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