Merate, Robbiani: promemoria per il segretario Franco Lana. Lega lontana dai miei valori e “Più prospettiva” vive di chat
Gentile Direttore,
Mi rivolgo a Lei attraverso le pagine del Suo giornale digitale per chiarire la mia posizione in merito alle recenti dichiarazioni del segretario cittadino della Lega, Franco Lana, dichiarazioni apparse sulla stampa locale nei giorni scorsi, concernenti la mia eventuale disponibilità a proseguire l’esperienza amministrativa con il gruppo Più Prospettiva.
In premessa desidero ricordare al segretario Lana che la valutazione della disponibilità degli iscritti al movimento, in particolare per un impegno nella lista "Più Prospettiva" per il prossimo quinquennio, spetta a lui ed al direttivo di sezione. Mi preme ricordare che, nel 2019, il segretario Lana promosse persino delle elezioni primarie interne, consentendo il voto anche ai non militanti, al fine di selezionare i candidati.
Ad oggi, non ho avuto alcun contatto, neanche telefonico, da parte del Segretario, il che mi appare singolare. Considerando il mio attuale ruolo e il mio passato amministrativo, una chiamata sarebbe quantomeno una cortesia, soprattutto ricordando che cinque anni fa fui il candidato più votato del movimento, con 254 preferenze, un numero che superava la somma di quelle ottenute da tutti gli altri candidati della sezione cittadina. Il tratto distintivo di Lana risiede nell'abilità di fingersi sempre ingenguamente sorpreso dalle situazioni, come se in realtà non sapesse che di fatto, sono oramai stato escluso dal gruppo da ben due anni.
Mi rivolgo a Lei attraverso le pagine del Suo giornale digitale per chiarire la mia posizione in merito alle recenti dichiarazioni del segretario cittadino della Lega, Franco Lana, dichiarazioni apparse sulla stampa locale nei giorni scorsi, concernenti la mia eventuale disponibilità a proseguire l’esperienza amministrativa con il gruppo Più Prospettiva.
In premessa desidero ricordare al segretario Lana che la valutazione della disponibilità degli iscritti al movimento, in particolare per un impegno nella lista "Più Prospettiva" per il prossimo quinquennio, spetta a lui ed al direttivo di sezione. Mi preme ricordare che, nel 2019, il segretario Lana promosse persino delle elezioni primarie interne, consentendo il voto anche ai non militanti, al fine di selezionare i candidati.
Ad oggi, non ho avuto alcun contatto, neanche telefonico, da parte del Segretario, il che mi appare singolare. Considerando il mio attuale ruolo e il mio passato amministrativo, una chiamata sarebbe quantomeno una cortesia, soprattutto ricordando che cinque anni fa fui il candidato più votato del movimento, con 254 preferenze, un numero che superava la somma di quelle ottenute da tutti gli altri candidati della sezione cittadina. Il tratto distintivo di Lana risiede nell'abilità di fingersi sempre ingenguamente sorpreso dalle situazioni, come se in realtà non sapesse che di fatto, sono oramai stato escluso dal gruppo da ben due anni.
Del resto se il segretario Lana, facendo riferimento alle idee messe a terra in questi cinque anni, cita la via Verdi (progetto nato nella precedente consigliatura) ed i cento metri di ciclabile di via Bergamo, non trovando nulla di più qualificante che non rientri nell’alveo della posa di conglomerato bituminoso, forse qualcosa è mancato e sarebbe anche utile un minimo di autocritica che tuttavia pare non rientrare nelle sue corde, altrimenti dovrebbe anche riflettere sul fatto che la storia di questo ciclo amministrativo, ci dice che un bravo assessore ai lavori pubblici, non è detto che sia altrettanto bravo come Sindaco.
Nonostante ciò, mi rallegro per il segretario Lana, che ha espresso la volontà di ricandidarsi, sperando in un ruolo di rilievo in una ipotetica giunta Panzeri-bis. Gli auguro di cuore di superare la non banale soglia delle cinquanta preferenze personali, un traguardo che significherebbe un importante incremento rispetto al risultato ottenuto cinque anni fa.
Allo stesso modo desidero comunicargli la mia decisione di non rinnovare l'iscrizione al movimento. Questa scelta deriva dall'osservazione dell'evoluzione del movimento, originariamente nato nel 1982 come Lega Lombarda e successivamente confluito nella Lega Nord nei primi anni '90, per poi trasformarsi radicalmente nel 2020 con la creazione di un movimento che porta il nome di Matteo Salvini. Tale trasformazione ha di fatto segnato una cesura irreversibile rispetto alla missione federalista e autonomista inizialmente promossa da Umberto Bossi.
Negli ultimi anni, ho cercato di capire il nuovo orientamento politico dettato da Salvini, che si manifesta attraverso una strategia politica ibirida: da un lato promuove l'autonomia, dall'altro il centralismo, mirando a soddisfare allo stesso tempo gli elettori del nord e del sud, ottenendo il mirabile ma anche prevedibile risultato di scontentare entrambi.
Questo approccio ha portato ad un'inclinazione sempre più marcata verso posizioni conservatrici, in un tentativo di contenere la perdita di voti a vantaggio del partito di Giorgia Meloni. La crescente affinità con movimenti sovranisti in Europa e con alcuni leader politici europei sovranisti piuttosto controversi, segna una deviazione significativa dalla visione iniziale del movimento, allontanandosi progressivamente dai miei valori democratici e liberali.
Se guardiamo poi all’aspetto più locale, si è assistito ad una progressiva perdita di territorialità e vicinanza alle persone, che era il tratto distintivo e direi anche la cifra dello stile politico del movimento di Umberto Bossi, per trasformarsi in un partito “social”, dove vertice e base comunicano con le “chat” in modalità unidirezionale. Oramai le scelte politiche e amministrative non sono piu concordate con la base ma sono decise da pochi “eletti” senza contradditorio. La base serve solo come manovalanza per gazebate elettorali, finalizzate alla promozione del candidato di turno, calato dall’alto.
Questo approccio ha portato ad un'inclinazione sempre più marcata verso posizioni conservatrici, in un tentativo di contenere la perdita di voti a vantaggio del partito di Giorgia Meloni. La crescente affinità con movimenti sovranisti in Europa e con alcuni leader politici europei sovranisti piuttosto controversi, segna una deviazione significativa dalla visione iniziale del movimento, allontanandosi progressivamente dai miei valori democratici e liberali.
Se guardiamo poi all’aspetto più locale, si è assistito ad una progressiva perdita di territorialità e vicinanza alle persone, che era il tratto distintivo e direi anche la cifra dello stile politico del movimento di Umberto Bossi, per trasformarsi in un partito “social”, dove vertice e base comunicano con le “chat” in modalità unidirezionale. Oramai le scelte politiche e amministrative non sono piu concordate con la base ma sono decise da pochi “eletti” senza contradditorio. La base serve solo come manovalanza per gazebate elettorali, finalizzate alla promozione del candidato di turno, calato dall’alto.
Cordialmente,
Andrea Robbiani