Ancora sulle foibe

In prossimità della ricorrenza vi sono stati vari interventi sull’argomento e, avendo avuto dirette testimonianze sugli avvenimenti dell’epoca, do il mio contributo.
Possiamo ben dire rileggendo la Storia, che tutto nasce dagli anni “20 con la volontà del fascismo di “italianizzare” territori a maggioranza slovena/croata, dapprima licenziando dipendenti pubblici: ferrovieri, maestri ecc. e poi via via, con il limitare la stampa, la proibizione nei luoghi pubblici di parlare la lingua slava, fino ad arrivare all’incendio della casa della cultura di sloveni e croati a Trieste (ciò mi ricorda la casa dei sindacati di Odessa nel 2014, …ma è un’altra storia). Del resto, lo stesso Mussolini affermò che bisognava “ espellere questa razza barbara, inferiore slava da tutto l’Adriatico” iniziò così -una vera e propria pulizia etnica- con la persecuzione culturale, economica e poliziesca, dalla italianizzazione dei nomi, alla espropriazione dei terreni, fino ad arrivare alla repressione violenta degli oppositori politici con il carcere, la deportazione e alla fucilazione ( condanne del processo presso il Tribunale speciale di Trieste nel 1930).
E così per tutto il periodo anteguerra le sorti di migliaia antifascisti sloveni e croati fu la stessa degli antifascisti italiani: il confino di polizia (Tremiti, Ponza, Lipari, Ustica). Con la guerra e l’invasione della Jugoslavia la situazione non poteva che peggiorare: processi sommari, fucilazioni di partigiani, eccidi, internamento di civili in campi militari italiani, quindi l’istituzione di campi di concentramento di Melada-Molat, Gonars, Arbe ecc. a seguito dei rastrellamenti di paesi e di intere città. La promulgazione, dell’alto commissario Grazioli e del generale Robotti, alla fucilazione di chiunque, come rappresaglia ad azioni partigiane: è di quest’ultimo l’ annotazione a mano che nei territori occupati “ ... si ammazza troppo poco”, mi soffermo un attimo sulle crudeltà perpetuate, (in risposta al sig. Emilio), tanto per fare qualche esempio: l’essere bruciati vivi, impiccati con il filo spinato, morire di fame nei campi di prigionia.
Di pari tenore la circolare 3C del comandante del II corpo d’armata, generale Roatta che dava disposizioni per combattere i partigiani (sloveni, croati, tanti italiani) l’immediata fucilazione dei civili nei paesi in cui avvenivano atti di sabotaggio e con la deportazione e l’incendio dei villaggi. In ogni paese dell’Istria della Slovenia e della Croazia, si può ancora oggi vedere il numero delle lapidi a ricordo dei morti nella guerra partigiana, e se i morti civili e militari della Jugoslavia durante la
Seconda guerra mondiale sono stati circa 1,7 milioni su una popolazione di 14 milioni è facile pensare alla immane tragedia. Purtroppo, da noi si è sempre cercato di occultare le atrocità commesse, che oltre ad essere eseguite da fascisti sono state compiute anche dall’esercito regolare, (gli alpini della Julia, i Granatieri di Sardegna ecc.), certo che al cambiare delle sorti della guerra, dai confidenti, ai federali, ai collaborazionisti, carabinieri, camicie nere, funzionari statali ecc., hanno pagato per le loro scelte, così come per gli “ustascia” croati, i ”domobranci “ sloveni, i “cetnici”.
Due miei parenti che hanno optato per la giustizia contro la dittatura, aiutando attivamente i partigiani, oltre ad essere loro stessi, hanno continuato anche nel dopo guerra a rimanere al loro paese natio finché non sono morti di vecchiaia. Nel documentario prodotto nel 1989 dalla BBC “Fascist legacy” che si basa sugli atti della Commissione ONU sui crimini di guerra italiani in Jugoslavia i cui diritti televisivi furono acquistati dalla RAI, non è mai stato trasmesso.
Così come a fine guerra, la richiesta Jugoslava della lista dei criminali di guerra: Bastianini, Grazioli, Roatta, Robotti ecc. (…questa è la “gentaglia” sig. Pier F) non furono mai consegnati dall’Italia ed inoltre, non attuando una “Norimberga” italiana, o un atto di condanna da parte dello Stato italiano dei crimini commessi nei confronti di queste popolazioni, oltre all’amnistia voluta da Togliatti, penso quindi che siano queste le difficoltà per una pacificazione, o di una “giusta commemorazione” (sig. Giovanni), anche perché oggi subiamo la rivisitazione storica dei vinti. Per concludere, a mio parere, nella Seconda guerra mondiale sono morti milioni di civili, donne vecchi bambini vittime innocenti, è una atroce realtà, quello che si tende a coprire è la responsabilità di chi l’ha scatenata la guerra: il nazi-fascismo.
Ilario
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