Airuno: legna come energia da riscoprire e gli incentivi di Regione. Parla il dottor Fiala
La legna è una fonte di energia da riscoprire? Può essere considerata l’energia del futuro per ridurre l’inquinamento e l’utilizzo di combustibili fossili? Ad Airuno se ne è parlato venerdì sera con il dottor Marco Fiala del Dipartimento Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano e il dottor Luca Nonini durante l’incontro “Bosco, legno, energia: un’opportunità da riscoprire”, organizzato e promosso dal Comune.
A fare gli onori di casa, in sala consiliare, è stato il sindaco Alessandro Milani, che ha dato il benvenuto ai cittadini accorsi e ai relatori, ringraziando l’ex sindaco Fiala e il collega Nonini per la disponibilità, oltre che l’assessore Claudio Rossi, che è intervenuto nel corso della serata. La parola è passa immediatamente al dottor Fiala che introducendo il tema della serata ha parlato della riscoperta delle biomasse come fonti di energia alternative ai combustibili fossili.
Ad Airuno sono presenti biomasse disponibili? Certo, la legna nel territorio non manca, ma come sapere quanta ce n’è a disposizione? A spiegarlo è stato il dottor Nonini che ha dettagliato come è stato possibile risalire alla risposta di questa domanda. “Utilizzando le banche dati di Regione Lombardia, che mette a disposizione gratuitamente strumenti cartografici, è possibile inquadrare la situazione del territorio”. Dai dati a disposizione, Nonini ha rilevato che ad Airuno vi è circa un 80% di misto ceduo-fustaia, che la specie forestale prevalente sono i castagneti e che c’è molta legna potenzialmente disponibile, ma che circa il 90% si trova in aree a destinazione protettiva.
Tuttavia, prelevando legna in quantità minore o uguale all’incremento legnoso (in modo da non privare il bosco di più legna di quanto non sia in grado di produrne in un anno), sarebbe possibile avere a disposizione 1.000/1.500 tonnellate di legna annua, che equivarrebbe circa a 32.000/45.000 mtq di gas naturale.
“Però questa legna è utilizzabile solo su carta” ha spiegato il dottor Nonini, introducendo il tema delle problematiche pratiche nel tagliare legna in alcuni luoghi per via della morfologia del territorio. È più corretto quindi affermare che annualmente i boschi di Airuno si presterebbero al prelievo di 450/630 tonnellate annue di legna, che equivarrebbero comunque a 6/8 autobotti da 25 mtq l’una di gas naturale.
Questo quantitativo di legna, ha spiegato Nonini, basterebbe per fornire energia per un anno a 66 vecchi appartamenti da 80 mtq l’uno senza coibentazione e a 33 villette anni Ottanta/Novata di 200 mtq con discreta coibentazione. Queste 100 abitazioni equivalgono al 13% di quelle presenti ad Airuno.
Ma ardere la legna “bene” è davvero così semplice? Il dottor Fiala ha spiegato che la risposta è “no”. Ci sono alcuni fattori a cui prestare attenzione. Primo tra tutti è l’umidità della legna che si intende bruciare. Più la legna è fresca, più conterrà acqua e quindi più peserà e meno energia produrrà. Attenzione quindi, soprattutto quando si la si acquista o la si sta per bruciare, a essere sicuri che sia davvero secca, altrimenti si va incontro a uno sperpero, non solo di materia ma anche di soldi.
Altro tema a cui prestare attenzione quando si arde è l’inquinamento che si produce. Importante bruciare correttamente, prediligendo caminetti o stufe chiuse piuttosto che camini aperti, in modo tale da bruciare i fumi e non disperderli, e anche per produrre maggior energia. Meglio ancora di stufe e caminetti però sono le caldaie a legna con combustione inversa, che riducono di gran lunga le emissioni di fumi, hanno un rendimento fino al 95% e, esattamente come le caldaie a gas, possono riscaldare ogni stanza della casa scaldando l’acqua che poi arriva ai caloriferi.
Con una caldaia di questo tipo, per scaldare per un anno un appartamento di 80 mtq si prevederebbe una spesa di 360 euro circa di legna contro gli 850 euro di gas. Un bel risparmio, certo, che comporta però anche un impegno. La legna infatti va ricaricata, stoccata, le ceneri vanno pulite e la caldaia va sorvegliata, oltre che controllata e mantenuta periodicamente. A questo si aggiunge anche il costo delle caldaie a legna, che spesso è elevato, ma in Lombardia gli incentivi per acquistarle non mancano.
A spiegarlo è stato l’assessore Claudio Rossi, ricordando che nel 2021 Regione ha introdotto delle nuove regole e ha messo a disposizione 12 milioni di euro per incentivare chi sostituisce impianti di riscaldamento obsoleti con impianti innovativi, alimentati da biomassa. “Il bando è stato aperto nel 2022, ma finora ci sono state poche richieste” ha detto Rossi, spiegando che i contributi possono arrivare fino al 90% dell’investimento fatto in alcuni casi, anche perché all’incentivo regionale si aggiunge anche quello nazionale.
A fare gli onori di casa, in sala consiliare, è stato il sindaco Alessandro Milani, che ha dato il benvenuto ai cittadini accorsi e ai relatori, ringraziando l’ex sindaco Fiala e il collega Nonini per la disponibilità, oltre che l’assessore Claudio Rossi, che è intervenuto nel corso della serata. La parola è passa immediatamente al dottor Fiala che introducendo il tema della serata ha parlato della riscoperta delle biomasse come fonti di energia alternative ai combustibili fossili.
Ad Airuno sono presenti biomasse disponibili? Certo, la legna nel territorio non manca, ma come sapere quanta ce n’è a disposizione? A spiegarlo è stato il dottor Nonini che ha dettagliato come è stato possibile risalire alla risposta di questa domanda. “Utilizzando le banche dati di Regione Lombardia, che mette a disposizione gratuitamente strumenti cartografici, è possibile inquadrare la situazione del territorio”. Dai dati a disposizione, Nonini ha rilevato che ad Airuno vi è circa un 80% di misto ceduo-fustaia, che la specie forestale prevalente sono i castagneti e che c’è molta legna potenzialmente disponibile, ma che circa il 90% si trova in aree a destinazione protettiva.
Tuttavia, prelevando legna in quantità minore o uguale all’incremento legnoso (in modo da non privare il bosco di più legna di quanto non sia in grado di produrne in un anno), sarebbe possibile avere a disposizione 1.000/1.500 tonnellate di legna annua, che equivarrebbe circa a 32.000/45.000 mtq di gas naturale.
“Però questa legna è utilizzabile solo su carta” ha spiegato il dottor Nonini, introducendo il tema delle problematiche pratiche nel tagliare legna in alcuni luoghi per via della morfologia del territorio. È più corretto quindi affermare che annualmente i boschi di Airuno si presterebbero al prelievo di 450/630 tonnellate annue di legna, che equivarrebbero comunque a 6/8 autobotti da 25 mtq l’una di gas naturale.
Ma ardere la legna “bene” è davvero così semplice? Il dottor Fiala ha spiegato che la risposta è “no”. Ci sono alcuni fattori a cui prestare attenzione. Primo tra tutti è l’umidità della legna che si intende bruciare. Più la legna è fresca, più conterrà acqua e quindi più peserà e meno energia produrrà. Attenzione quindi, soprattutto quando si la si acquista o la si sta per bruciare, a essere sicuri che sia davvero secca, altrimenti si va incontro a uno sperpero, non solo di materia ma anche di soldi.
Altro tema a cui prestare attenzione quando si arde è l’inquinamento che si produce. Importante bruciare correttamente, prediligendo caminetti o stufe chiuse piuttosto che camini aperti, in modo tale da bruciare i fumi e non disperderli, e anche per produrre maggior energia. Meglio ancora di stufe e caminetti però sono le caldaie a legna con combustione inversa, che riducono di gran lunga le emissioni di fumi, hanno un rendimento fino al 95% e, esattamente come le caldaie a gas, possono riscaldare ogni stanza della casa scaldando l’acqua che poi arriva ai caloriferi.
Con una caldaia di questo tipo, per scaldare per un anno un appartamento di 80 mtq si prevederebbe una spesa di 360 euro circa di legna contro gli 850 euro di gas. Un bel risparmio, certo, che comporta però anche un impegno. La legna infatti va ricaricata, stoccata, le ceneri vanno pulite e la caldaia va sorvegliata, oltre che controllata e mantenuta periodicamente. A questo si aggiunge anche il costo delle caldaie a legna, che spesso è elevato, ma in Lombardia gli incentivi per acquistarle non mancano.
A spiegarlo è stato l’assessore Claudio Rossi, ricordando che nel 2021 Regione ha introdotto delle nuove regole e ha messo a disposizione 12 milioni di euro per incentivare chi sostituisce impianti di riscaldamento obsoleti con impianti innovativi, alimentati da biomassa. “Il bando è stato aperto nel 2022, ma finora ci sono state poche richieste” ha detto Rossi, spiegando che i contributi possono arrivare fino al 90% dell’investimento fatto in alcuni casi, anche perché all’incentivo regionale si aggiunge anche quello nazionale.
E.Ma.