Sul caso Salis

Il padre riferisce che le detenute in Ungheria l'hanno soprannominata "Giovanna D'arco" in quanto grazie al suo caso hanno pulito il carcere. Paragonarla ad una "eroina" come la Pulzella d'Orléans non mi sembra proprio il caso. Pur comprendendo la preoccupazione del padre francamente non mi sento di essere indulgente nei confronti della figlia e provare empatia. Siamo fortunati ad essere cittadini di un Paese che ti difende anche quando te le vai a cercare. E quindi, per favore, accettiamo anche le critiche di chi trova certi casi, che diventano "affare nazionale" con inevitabili costi a carico di tutti, evitabili. Giusto garantire che vengano rispettati i diritti di una cittadina italiana detenuta in un paese straniero ma se dovesse risultare colpevole, a mio parere, dovrebbe scontare la pena in Ungheria. Cristina
Cristina
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