Lomagna: vende una borsa online ma è una truffa. Il racconto in aula della vittima
Aveva messo in vendita diverse borse su un sito di annunci. A risponderle una tale Michela, operatrice per conto di Poste Italiane della provincia di Brescia che ne aveva “adocchiata” una in particolare e si era detta propensa ad acquistarla per poco più di 120 euro.
Tutto si era svolto nel giro di un’ora e in altrettanto poco tempo la “venditrice” si era presto accorta di essere stata truffata.
E’ accaduto a Lomagna un paio di anni fa e quest’oggi la vicenda è approdata in tribunale davanti al giudice monocratico Gianluca Piantadosi.
A raccontare i fatti la stessa vittima.
“Avevo messo in vendita su un sito di annunci diverse borse. Sono stata contattata da questa signora che mi ha detto di essere una operatrice per conto di Poste italiane. Abbiamo parlato della borse in questione e ha accettato la mia offerta. Tempo di vestirmi e mi sono recata all’ufficio postale. La signora mi aveva detto che mi avrebbe guidato nel ricevere la ricarica per l’ammontare della borsa. Siamo state al telefono fino a quando sono arrivata allo sportello poi non so spiegarmi come possa essere successo. Mi ha dato il numero di carta e invece di attendere la ricarica sono stata io a farne una da 100 euro a quell’indirizzo. Me ne sono accorta pochi istanti dopo ma la persona era già irrintracciabile e nonostante i miei tentativi di mettermi in contatto, è tutto stato inutile”.
Il giudice ha aggiornato il procedimento al 10 maggio per ascoltare gli operanti che hanno svolto le indagini.
Tutto si era svolto nel giro di un’ora e in altrettanto poco tempo la “venditrice” si era presto accorta di essere stata truffata.
E’ accaduto a Lomagna un paio di anni fa e quest’oggi la vicenda è approdata in tribunale davanti al giudice monocratico Gianluca Piantadosi.
A raccontare i fatti la stessa vittima.
“Avevo messo in vendita su un sito di annunci diverse borse. Sono stata contattata da questa signora che mi ha detto di essere una operatrice per conto di Poste italiane. Abbiamo parlato della borse in questione e ha accettato la mia offerta. Tempo di vestirmi e mi sono recata all’ufficio postale. La signora mi aveva detto che mi avrebbe guidato nel ricevere la ricarica per l’ammontare della borsa. Siamo state al telefono fino a quando sono arrivata allo sportello poi non so spiegarmi come possa essere successo. Mi ha dato il numero di carta e invece di attendere la ricarica sono stata io a farne una da 100 euro a quell’indirizzo. Me ne sono accorta pochi istanti dopo ma la persona era già irrintracciabile e nonostante i miei tentativi di mettermi in contatto, è tutto stato inutile”.
Il giudice ha aggiornato il procedimento al 10 maggio per ascoltare gli operanti che hanno svolto le indagini.
S.V.