Calco: la manifestante 94enne milanese Franca Caffa ha un legame speciale con il paese
Ha un legame speciale con il Meratese Franca Caffa, la signora quasi 95enne che lo scorso sabato 27 gennaio ha preso parte al corteo in sostegno al popolo palestinese tenutosi in via Padova a Milano. Suo figlio infatti da tempo abita a Calco, dove è presidente della Pro Loco, e in passato la signora Caffa veniva spesso i visita.
“Ho un legame di senso profondo con il Meratese” ci racconta entusiasta la signora. “Mio figlio, sua moglie e mio nipote abitano lì. E conosco bene anche il sindaco di Olgiate Molgora, Giovanni Battista Bernocco. Si può dire anche che siamo parenti. Purtroppo però è molto tempo che non vengo, perché a quasi 100 anni faccio fatica. Dovrei andare a Sesto San Giovanni a prendere il treno e arrivare a Olgiate”.
Se da un lato arrivare in Brianza le risulta giustamente faticoso, dall’altro lato però la signora Caffa non teme a scendere in strada per manifestare le proprie idee e avere un confronto con le persone. Proprio in queste ore infatti è diventato virale il video in cui la si sente conversare durante il corteo con un carabiniere. Le chiediamo se non avesse timore per la propria incolumità in mezzo a così tante persone.
“Assolutamente no – risponde la signora Caffa – Purtroppo avvengono queste cose ingiuste. Dai ricchi non vanno con i manganelli. Affrontano la base popolare. Io ci sono andata apposta con l’intento di proporre una relazione ragionevole. Ascoltiamoci, mi sono detta, pensando che se avessero usato i manganelli contro i giovani, allora avrei voluto esserci anche per testimoniare e cercare che questo non accadesse”.
In un certo senso la signora Caffa è riuscita nel suo intento. Ha avuto un confronto, anche se le cose non sono andate come pensava, e non solo per le risposte che le ha fornito la persona che si è trovata davanti. “Ho trovato che c’è molta mancanza di buon senso in alcuni giornali e nelle persone che hanno considerato quello che è successo facendo illazioni e dando interpretazioni che sfidano il buon senso – spiega la signora. – Per me le cose sono andate così: l’uomo (il carabiniere con cui ha parlato ndr) non ha voluto sfidare nessuno. Pensava di essere in colloquio con me, in via riservata, e che nessuno ci ascoltasse. Purtroppo per lui questo non è stato”.
Tutto è nato dalla domanda che la signora Caffa – originaria di Genova e in passato consigliera comunale di Rifondazione Comunista, oltre che fondatrice del comitato inquilini Molise-Calvairate-Ponti, e premiata recentemente dal Comune di Milano con l’Ambrogino d’oro – ha posto. Ovvero: “Il Presidente Mattarella cosa ha detto?”. La domanda l’abbiamo posta a lei.
“Mattarella di recente ha menzionato dichiarazioni secondo le quali non sarebbe stata concessa la costituzione dello stato dei palestinesi. Il presidente si è espresso in modo molto efficace, dicendo che dopo aver tanto patito persecuzioni e ingiustizie adesso bisogna capire che i palestinesi hanno diritto al loro stato. Sono stata contenta, perché era tempo che qualcuno dicesse queste parole” ha detto la signora, che invece in tutta risposta si era sentita dire altro dal suo interlocutore.
“Avrei una domanda per lui – ha proseguito la signora. – Questa posizione rispetto al Presidente l’ha comunicata con l’intento di esprimere una critica affinché la presidenza diventi migliore? Se così, anche io vorrei che la presidenza fosse all’altezza a cui si è posto Mattarella quando ha fatto quella dichiarazione sul diritto dei palestinesi. Oppure se invece aveva in mente qualcosa che poteva significare – dal mio punto di vista – che il paese debba fare passi indietro nella democrazia e nella ricerca di giustizia?”.
Una risposta la signora Caffa non l’ha avuta. “Se fosse stato consapevole di essere registrato, non avrebbe detto così secondo me. Io spero che in tutta questa situazione Mattarella compia un gesto di generosità e faccia in modo che questa persona mantenga il suo lavoro”.
In ultima battuta, visti i suoi 94 anni vissuti in modo attivo, abbiamo chiesto alla signora Franca Caffa se si aspettava che nel 2023 ci fossero ancora conflitti di questo tipo. “Rispetto alle condizioni in cui ho vissuto fino al 1945 e poi la bomba atomica, considerato il rischio a cui siamo esposti, io sono ben più pessimista di tutto questo. Io non ho fiducia in questa umanità per pensare che la ragione e il cuore prevarranno. Non ce l’ho questa speranza. Inoltre mi sembra di vivere in una società di spensierati, che ai rischi che corriamo non ci pensano”.
“Ho un legame di senso profondo con il Meratese” ci racconta entusiasta la signora. “Mio figlio, sua moglie e mio nipote abitano lì. E conosco bene anche il sindaco di Olgiate Molgora, Giovanni Battista Bernocco. Si può dire anche che siamo parenti. Purtroppo però è molto tempo che non vengo, perché a quasi 100 anni faccio fatica. Dovrei andare a Sesto San Giovanni a prendere il treno e arrivare a Olgiate”.
Se da un lato arrivare in Brianza le risulta giustamente faticoso, dall’altro lato però la signora Caffa non teme a scendere in strada per manifestare le proprie idee e avere un confronto con le persone. Proprio in queste ore infatti è diventato virale il video in cui la si sente conversare durante il corteo con un carabiniere. Le chiediamo se non avesse timore per la propria incolumità in mezzo a così tante persone.
“Assolutamente no – risponde la signora Caffa – Purtroppo avvengono queste cose ingiuste. Dai ricchi non vanno con i manganelli. Affrontano la base popolare. Io ci sono andata apposta con l’intento di proporre una relazione ragionevole. Ascoltiamoci, mi sono detta, pensando che se avessero usato i manganelli contro i giovani, allora avrei voluto esserci anche per testimoniare e cercare che questo non accadesse”.
In un certo senso la signora Caffa è riuscita nel suo intento. Ha avuto un confronto, anche se le cose non sono andate come pensava, e non solo per le risposte che le ha fornito la persona che si è trovata davanti. “Ho trovato che c’è molta mancanza di buon senso in alcuni giornali e nelle persone che hanno considerato quello che è successo facendo illazioni e dando interpretazioni che sfidano il buon senso – spiega la signora. – Per me le cose sono andate così: l’uomo (il carabiniere con cui ha parlato ndr) non ha voluto sfidare nessuno. Pensava di essere in colloquio con me, in via riservata, e che nessuno ci ascoltasse. Purtroppo per lui questo non è stato”.
Tutto è nato dalla domanda che la signora Caffa – originaria di Genova e in passato consigliera comunale di Rifondazione Comunista, oltre che fondatrice del comitato inquilini Molise-Calvairate-Ponti, e premiata recentemente dal Comune di Milano con l’Ambrogino d’oro – ha posto. Ovvero: “Il Presidente Mattarella cosa ha detto?”. La domanda l’abbiamo posta a lei.
“Mattarella di recente ha menzionato dichiarazioni secondo le quali non sarebbe stata concessa la costituzione dello stato dei palestinesi. Il presidente si è espresso in modo molto efficace, dicendo che dopo aver tanto patito persecuzioni e ingiustizie adesso bisogna capire che i palestinesi hanno diritto al loro stato. Sono stata contenta, perché era tempo che qualcuno dicesse queste parole” ha detto la signora, che invece in tutta risposta si era sentita dire altro dal suo interlocutore.
“Avrei una domanda per lui – ha proseguito la signora. – Questa posizione rispetto al Presidente l’ha comunicata con l’intento di esprimere una critica affinché la presidenza diventi migliore? Se così, anche io vorrei che la presidenza fosse all’altezza a cui si è posto Mattarella quando ha fatto quella dichiarazione sul diritto dei palestinesi. Oppure se invece aveva in mente qualcosa che poteva significare – dal mio punto di vista – che il paese debba fare passi indietro nella democrazia e nella ricerca di giustizia?”.
Una risposta la signora Caffa non l’ha avuta. “Se fosse stato consapevole di essere registrato, non avrebbe detto così secondo me. Io spero che in tutta questa situazione Mattarella compia un gesto di generosità e faccia in modo che questa persona mantenga il suo lavoro”.
In ultima battuta, visti i suoi 94 anni vissuti in modo attivo, abbiamo chiesto alla signora Franca Caffa se si aspettava che nel 2023 ci fossero ancora conflitti di questo tipo. “Rispetto alle condizioni in cui ho vissuto fino al 1945 e poi la bomba atomica, considerato il rischio a cui siamo esposti, io sono ben più pessimista di tutto questo. Io non ho fiducia in questa umanità per pensare che la ragione e il cuore prevarranno. Non ce l’ho questa speranza. Inoltre mi sembra di vivere in una società di spensierati, che ai rischi che corriamo non ci pensano”.
E.Ma.