Osnago: in ricordo di Antonio Bonfanti una pietra d'inciampo

A dieci anni dall'inaugurazione della targa commemorativa in via Sant'Anna, questa mattina, in occasione della Giornata della Memoria, Antonio Bonfanti, il cittadino di Osnago deportato a Mathausen dove morì il 25 gennaio del 1945, è stato nuovamente ricordato dalle amministrazioni locali, dai famigliari e dai cittadini di Osnago con la posa di una pietra d'inciampo.
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Ideata dall'artista tedesco Gunter Demnig, la pietra d'inciampo potrebbe sembrare un semplice sampietrino, come i tanti che pavimentano le strade delle città. Questo piccolo blocco di pietra con la placchetta in ottone documenta invece una forza evocativa senza precedenti, perché collocato davanti all’abitazione dei deportati, come nel caso di Antonio: da lì sono stati prelevati, strappati ai loro affetti e alle loro occupazioni, per essere uccisi senza ragione, finiti in cenere o in fosse comuni, privando così i famigliari e i loro discendenti persino di un luogo dove ricordarli.
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I nipoti

Ed è questo il destino che fu scelto da un'ideologia scellerata per Antonio Bonfanti. In quel 25 gennaio del 1945 egli morì di insufficienza cardiaca. Il suo cuore si fermò a 42 anni, non perchè cagionevole o perchè non attento alla propria salute, ma perchè venne assassinato.
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Gianpiero Soglio
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Gabriele Fontana

Come recita la targa apposta dieci anni prima, Antontio Bonfanti fu "assassinato con il freddo, la fatica e la fame" dalla follia
 nazifascista che cercò di cancellare annichilendo milioni di altre vittime. Ma la memoria di Antonio, come quella di molti altri non è stata cancellata. "Spero che questa pietra serva a ricordare la tragedia che ha riguardato mio nonno e ad augurare a tutti pace in un mondo purtroppo contrassegnato da troppe guerre che portano solo distruzione" sono state le parole commosse del nipote di Antonio Bonfanti.


"Vogliamo che questa pietra diventi simbolo del ricordo" ha spiegato il sindaco di Osnago Paolo Brivio, affiancato al momento della commemorazione dell'ex cittadino dalla vicesindaco Maria Grazia Caglio, dallo storico Gabriele Fontana, dall'ex docente dell'IC 'Valagussa' Gianpiero Soglio, dai sindaci di Cernusco, Montevecchia e Lomagna e dal baby sindaco Filippo Tagliani. "Quando si camminerà per questa via, d'ora in avanti, si inciamperà in essa e questo ci obbligherà a ritrovare l'equilibrio necessario per trovare una nuova prospettiva ed un nuovo sguardo alla vita. Mi auguro che questa pietra possa diventare un promemoria per i nostri cuori, affinchè Antonio e tutte le persone che subirono l'iniquo giudizio nazifascista abbiano memoria eterna".

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"E' come se mio nonno oggi fosse restituito ai suoi famigliari e alla sua comunità" ha commentato tra le lacrime della forte emozione la nipote di Antonio, che al termine della commemorazione ha posato una rosa accanto alla pietra, come nell'assolvere un dovere che, per l'assenza di una tomba, non ha mai potuto portare a termine.
M.Pen.
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