Falò rituali, Fragomeli (Pd): “Comuni in difficoltà sulle autorizzazioni.
I falò rituali e della tradizione si possono fare in Lombardia? E se sì, che regole seguono? È questa la sostanza dell’interpellanza che Gian Mario Fragomeli, consigliere regionale del Pd, ha preparato per la Giunta, chiedendo di fare luce su una questione che lascia nel dubbio Comuni e organizzatori degli eventi.
“I falò tradizionali rappresentano un’antica pratica che ha radici profonde nella cultura popolare della Lombardia e svolgono un ruolo significativo nelle festività locali, nelle celebrazioni religiose e in altri eventi rituali caratterizzanti il patrimonio culturale immateriale della regione. Le ricorrenze si concentrano in particolare in questo periodo dell’anno. Per questo le amministrazioni comunali si sono rivolte a Regione per chiedere chiarimenti in merito all’iter autorizzativo, considerata l’assenza di una esplicita disciplina normativa in materia”, spiega Fragomeli.
E qui nascono i problemi: “Da un lato Regione ‘esclude il supporto normativo alla possibilità, da parte delle amministrazioni comunali, di rilasciare autorizzazioni’; dall’altro, sul sito dell’ente, relativamente alle limitazioni per la qualità dell’aria, si legge che le misure regionali prevedono il divieto di effettuare i falò rituali quando c’è un accumulo di inquinanti nell’aria e che nei periodi non emergenziali occorre invece seguire le norme nazionali, addirittura riconducendo la fattispecie dei falò rituali all’art. 256-bis sulla ‘Combustione illecita di rifiuti’ del Testo unico ambientale”, riassume il consigliere Pd.
Insomma, norme e interpretazioni piuttosto lacunose, che preoccupano le amministrazioni locali e le associazioni che organizzano queste manifestazioni. Ma d’altra parte, le leggi regionali che tutelano il patrimonio culturale lombardo preservano anche queste espressioni della tradizione. “Certamente vanno tenuti in considerazione l’effetto sulla qualità dell’aria e la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente, ma è anche vero che i fuochi hanno un impatto temporaneo, sono in numero limitato, fatti secondo buone pratiche e seguendo il rispetto delle norme vigenti, quindi non costituiscono un concreto pericolo per la salute umana e del paesaggio”, rileva Fragomeli.
Per questi motivi chiede alla Giunta se intenda procedere a un chiarimento in merito, fornendo una indicazione univoca sull’ammissibilità dello svolgimento o meno dei falò tradizionali nei periodi non emergenziali. Ma anche se intenda farsi parte attiva con il Governo e il Parlamento affinché venga stabilita con maggior chiarezza una normativa specifica in merito ai falò rituali, la quale stabilisca criteri ad hoc per la sicurezza pubblica e ambientale.
“I falò tradizionali rappresentano un’antica pratica che ha radici profonde nella cultura popolare della Lombardia e svolgono un ruolo significativo nelle festività locali, nelle celebrazioni religiose e in altri eventi rituali caratterizzanti il patrimonio culturale immateriale della regione. Le ricorrenze si concentrano in particolare in questo periodo dell’anno. Per questo le amministrazioni comunali si sono rivolte a Regione per chiedere chiarimenti in merito all’iter autorizzativo, considerata l’assenza di una esplicita disciplina normativa in materia”, spiega Fragomeli.
E qui nascono i problemi: “Da un lato Regione ‘esclude il supporto normativo alla possibilità, da parte delle amministrazioni comunali, di rilasciare autorizzazioni’; dall’altro, sul sito dell’ente, relativamente alle limitazioni per la qualità dell’aria, si legge che le misure regionali prevedono il divieto di effettuare i falò rituali quando c’è un accumulo di inquinanti nell’aria e che nei periodi non emergenziali occorre invece seguire le norme nazionali, addirittura riconducendo la fattispecie dei falò rituali all’art. 256-bis sulla ‘Combustione illecita di rifiuti’ del Testo unico ambientale”, riassume il consigliere Pd.
Insomma, norme e interpretazioni piuttosto lacunose, che preoccupano le amministrazioni locali e le associazioni che organizzano queste manifestazioni. Ma d’altra parte, le leggi regionali che tutelano il patrimonio culturale lombardo preservano anche queste espressioni della tradizione. “Certamente vanno tenuti in considerazione l’effetto sulla qualità dell’aria e la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente, ma è anche vero che i fuochi hanno un impatto temporaneo, sono in numero limitato, fatti secondo buone pratiche e seguendo il rispetto delle norme vigenti, quindi non costituiscono un concreto pericolo per la salute umana e del paesaggio”, rileva Fragomeli.
Per questi motivi chiede alla Giunta se intenda procedere a un chiarimento in merito, fornendo una indicazione univoca sull’ammissibilità dello svolgimento o meno dei falò tradizionali nei periodi non emergenziali. Ma anche se intenda farsi parte attiva con il Governo e il Parlamento affinché venga stabilita con maggior chiarezza una normativa specifica in merito ai falò rituali, la quale stabilisca criteri ad hoc per la sicurezza pubblica e ambientale.