Osnago: il 19 ''Uomini che amano i chatbot''
Tra apocalittici e integrati preferiscono stare con chi abbraccia con entusiasmo l’innovazione dell’intelligenza artificiale. I brianzoli Gianluigi Bonanomi e Canzio Dusi hanno fuso e filtrato le proprie competenze per pubblicare un libro sull’AI generativa, uscito a circa un anno dal lancio di ChatGPT da parte della società OpenAI. Una data, quella del 30 novembre 2022, in cui la tecnologia ha fatto il salto di specie. In apparenza evanescente, sull’intelligenza artificiale sono stati già scritti fiumi di pixel e gigabyte. Perché l’AI è duttile, applicabile in ogni settore della società, in grado di migliorarsi – dialogando con l’Uomo – in un breve lasso di tempo, con una curva esponenziale come mai si fosse visto prima.
Uomini che amano i chatbot – il volume scritto a quattro mani da Bonanomi e Dusi – vuole disinnescare lo scenario da psicosi collettiva e sdoganare anche per l’intelligenza artificiale quello stato di ansia e preoccupazione che già era stato generato con l’avvento dei computer e poi di internet. Un libro pop, pieno zeppo di riferimenti alla cultura di massa, colorato, dalla prosa incalzante.
Gli autori, che già hanno presentato il libro a Bookcity nel mese di novembre, attendono di parlarne e di lanciare un messaggio di positività anche alla platea di Osnago, venerdì 19 gennaio, al centro parrocchiale (inizio ore 21.00). La tesi di fondo è che l’intelligenza artificiale generativa è figlia dell’Uomo. In quanto tale, presenta tracce di qualcosa che si è già visto in natura o che l’Uomo ha già prodotto. Esempi variegati e sparsi in 158 pagine per spiegare il presente e indicare la rotta del futuro. 2001. Odissea nello spazio, Blade Runner, Strange Days, Her, alcuni titoli del cinema citati per restare nel campo della fantascienza. Ma anche Indiana Jones, Quarto potere e molti altri ancora. C’è anche la letteratura classica come Il ritratto di Dorian Gray, La Metamorfosi o Le avventure di Pinocchio. Fino a sforare nell’arte di Giotto con i suoi affreschi alla Cappella degli Scrovegni, di Caravaggio, Dalì, Picasso, Kandinskij.
Ce n’è per tutti i gusti, fino alla Commedia del Sommo Poeta. Quel “Dante nel Metaverso” che aveva sancito la prima collaborazione tra i due autori, in una conferenza pubblica che si è svolta per la prima volta a Osnago nel febbraio del 2022. Del resto le passioni in comune e la vicinanza territoriale non potevano non portare a un loro incontro e alla produzione di contenuti innovativi.
Gianluigi Bonanomi è nato a Merate, ha vissuto a Cernusco Lombardone, a Verderio e ora vive a Sulbiate. Classe 1975, è consulente e formatore sulla comunicazione digitale, di cui si è occupato pure scrivendo libri e articoli per riviste specializzate. “La paura verso qualcuno o qualcosa che ci possa superare in intelligenza e produttività è atavica, ancestrale e irrazionale. Già dal titolo, abbiamo voluto restituire un messaggio positivo” spiega Bonanomi.
“C’è tanta negatività attorno al tema dell’intelligenza artificiale – aggiunge Bonanomi – Noi abbiamo cercato di svelare il trucco, portando molti esempi, per dire che il Re è nudo”. Abbiamo chiesto all’esperto se il livello di responsabilità etica dell’Uomo sia all’altezza della sfida. “Non diciamo che non ci siano dei rischi, ma non è l’intelligenza artificiale a generare dei problemi etici. È indubbio che se l’etica dei singoli fosse maggiore si percepirebbero meno rischi. Il punto è che serve innanzitutto consapevolezza del fenomeno, che va acquisita, e capire come funziona da un punto di vista tecnico”.
Il mondo dell’impresa si sta dimostrando ricettivo? “Sono stato chiamato dalle realtà più disparate – commenta il consulente – Ho parlato con i Comuni, con i produttori brianzoli e con le multinazionali. Ho avuto un incontro con uno studio notarile. Ho spiegato che l’intelligenza artificiale generativa può scrivere in automatico un testamento adattandosi allo stile richiesto e alla normativa aggiornata che si trova in rete. I dipendenti dello studio potrebbero dedicare le proprie energie ad altro”.
Un discorso condiviso anche dall’osnaghese Canzio Dusi, manager di un’azienda che si occupa di innovazione tecnologica, con una passione per l’arte e la letteratura, che l’ha spinto a scrivere quattro libri, di cui due di carattere storico. “Con l’intelligenza artificiale – precisa Dusi – si può raggiungere una maggiore efficienza. Non sostituirà i lavoratori, quelli che sapranno utilizzare l’AI potranno anzi crescere professionalmente”. Del resto, per scrivere Uomini che amano i chatbot, che ha come sottotitolo “Questo libro non l’ha scritto ChatGPT”, gli autori si sono avvalsi dell’intelligenza artificiale nella fase di brainstorming, di ricerca e della produzione di testo grezzo, poi elaborato compiutamente dagli scrittori.
“Si possono fare cose belle con la tecnologia. Non per questo non ci possano essere dei problemi” dice Canzio Dusi. “È oggetto di discussione la questione relativa al diritto d’autore, è causa di scioperi nell’industria cinematografica l’uso dei dati biometrici per duplicare o ricreare delle immagini. Ma con l’intelligenza artificiale si possono finanche generare attori che non esistono o che sono morti”.
Secondo un report di Microsoft, uno dei principali investitori di OpenAI, ChatGPT-4 ha mostrato “scintille di intelligenza artificiale generale”. Si è umanizzata a tal punto da imparare ad ingannare. Alla richiesta di risolvere i captcha, quei sistemi di immagini per assicurare ai gestori dei siti che i click siano svolti da persone e non da robot, ChatGPT si è rivolta a un lavoratore online, proponendo di risolvere l’enigma con la scusa inventata di avere problemi di vista.
“Con ChatGPT – conclude Gianluigi Bonanomi – l’innovazione non è stata lineare ma esponenziale. In un anno si sono compiute delle innovazioni che non abbiamo avuto in vent’anni. Quella che noi scorgiamo come empatia in ChatGPT in realtà è una simulazione di emozioni. Ma da qui ai prossimi trent’anni non posso escludere che l’intelligenza artificiale arrivi a generare una coscienza”.
Uomini che amano i chatbot – il volume scritto a quattro mani da Bonanomi e Dusi – vuole disinnescare lo scenario da psicosi collettiva e sdoganare anche per l’intelligenza artificiale quello stato di ansia e preoccupazione che già era stato generato con l’avvento dei computer e poi di internet. Un libro pop, pieno zeppo di riferimenti alla cultura di massa, colorato, dalla prosa incalzante.
Gli autori, che già hanno presentato il libro a Bookcity nel mese di novembre, attendono di parlarne e di lanciare un messaggio di positività anche alla platea di Osnago, venerdì 19 gennaio, al centro parrocchiale (inizio ore 21.00). La tesi di fondo è che l’intelligenza artificiale generativa è figlia dell’Uomo. In quanto tale, presenta tracce di qualcosa che si è già visto in natura o che l’Uomo ha già prodotto. Esempi variegati e sparsi in 158 pagine per spiegare il presente e indicare la rotta del futuro. 2001. Odissea nello spazio, Blade Runner, Strange Days, Her, alcuni titoli del cinema citati per restare nel campo della fantascienza. Ma anche Indiana Jones, Quarto potere e molti altri ancora. C’è anche la letteratura classica come Il ritratto di Dorian Gray, La Metamorfosi o Le avventure di Pinocchio. Fino a sforare nell’arte di Giotto con i suoi affreschi alla Cappella degli Scrovegni, di Caravaggio, Dalì, Picasso, Kandinskij.
Ce n’è per tutti i gusti, fino alla Commedia del Sommo Poeta. Quel “Dante nel Metaverso” che aveva sancito la prima collaborazione tra i due autori, in una conferenza pubblica che si è svolta per la prima volta a Osnago nel febbraio del 2022. Del resto le passioni in comune e la vicinanza territoriale non potevano non portare a un loro incontro e alla produzione di contenuti innovativi.
Gianluigi Bonanomi è nato a Merate, ha vissuto a Cernusco Lombardone, a Verderio e ora vive a Sulbiate. Classe 1975, è consulente e formatore sulla comunicazione digitale, di cui si è occupato pure scrivendo libri e articoli per riviste specializzate. “La paura verso qualcuno o qualcosa che ci possa superare in intelligenza e produttività è atavica, ancestrale e irrazionale. Già dal titolo, abbiamo voluto restituire un messaggio positivo” spiega Bonanomi.
“C’è tanta negatività attorno al tema dell’intelligenza artificiale – aggiunge Bonanomi – Noi abbiamo cercato di svelare il trucco, portando molti esempi, per dire che il Re è nudo”. Abbiamo chiesto all’esperto se il livello di responsabilità etica dell’Uomo sia all’altezza della sfida. “Non diciamo che non ci siano dei rischi, ma non è l’intelligenza artificiale a generare dei problemi etici. È indubbio che se l’etica dei singoli fosse maggiore si percepirebbero meno rischi. Il punto è che serve innanzitutto consapevolezza del fenomeno, che va acquisita, e capire come funziona da un punto di vista tecnico”.
Il mondo dell’impresa si sta dimostrando ricettivo? “Sono stato chiamato dalle realtà più disparate – commenta il consulente – Ho parlato con i Comuni, con i produttori brianzoli e con le multinazionali. Ho avuto un incontro con uno studio notarile. Ho spiegato che l’intelligenza artificiale generativa può scrivere in automatico un testamento adattandosi allo stile richiesto e alla normativa aggiornata che si trova in rete. I dipendenti dello studio potrebbero dedicare le proprie energie ad altro”.
Un discorso condiviso anche dall’osnaghese Canzio Dusi, manager di un’azienda che si occupa di innovazione tecnologica, con una passione per l’arte e la letteratura, che l’ha spinto a scrivere quattro libri, di cui due di carattere storico. “Con l’intelligenza artificiale – precisa Dusi – si può raggiungere una maggiore efficienza. Non sostituirà i lavoratori, quelli che sapranno utilizzare l’AI potranno anzi crescere professionalmente”. Del resto, per scrivere Uomini che amano i chatbot, che ha come sottotitolo “Questo libro non l’ha scritto ChatGPT”, gli autori si sono avvalsi dell’intelligenza artificiale nella fase di brainstorming, di ricerca e della produzione di testo grezzo, poi elaborato compiutamente dagli scrittori.
“Si possono fare cose belle con la tecnologia. Non per questo non ci possano essere dei problemi” dice Canzio Dusi. “È oggetto di discussione la questione relativa al diritto d’autore, è causa di scioperi nell’industria cinematografica l’uso dei dati biometrici per duplicare o ricreare delle immagini. Ma con l’intelligenza artificiale si possono finanche generare attori che non esistono o che sono morti”.
Secondo un report di Microsoft, uno dei principali investitori di OpenAI, ChatGPT-4 ha mostrato “scintille di intelligenza artificiale generale”. Si è umanizzata a tal punto da imparare ad ingannare. Alla richiesta di risolvere i captcha, quei sistemi di immagini per assicurare ai gestori dei siti che i click siano svolti da persone e non da robot, ChatGPT si è rivolta a un lavoratore online, proponendo di risolvere l’enigma con la scusa inventata di avere problemi di vista.
“Con ChatGPT – conclude Gianluigi Bonanomi – l’innovazione non è stata lineare ma esponenziale. In un anno si sono compiute delle innovazioni che non abbiamo avuto in vent’anni. Quella che noi scorgiamo come empatia in ChatGPT in realtà è una simulazione di emozioni. Ma da qui ai prossimi trent’anni non posso escludere che l’intelligenza artificiale arrivi a generare una coscienza”.
M.P.
Date evento
venerdì, 19 gennaio 2024