Lomagna: il pellegrinaggio di fratellanza in Terra Santa di don Andrea, oltre le bombe
Più che un pellegrinaggio nel cuore della cristianità e sui luoghi calpestati da Gesù, questa volta è stato un viaggio per mostrare vicinanza, condivisione, affetto a chi la guerra ha privato della pace, della serenità, del lavoro e di tanti legami ora impossibili.
9 sacerdoti delle diocesi di Milano., Piacenza e Brescia sono ritornati nei giorni scorsi da Gerusalemme e Betlemme, dopo una permanenza di alcuni giorni, con uno spirito che aveva un sapore ancora più profondo e più umano delle precedenti quando da soli o con i gruppi parrocchiali si erano trovati a varcare i confini della Terra Santa.
Tra costoro c'era anche don Andrea Restelli, parroco di Lomagna che in poche parole ha riassunto lo spirito dell'iniziativa, proposto dall'agenzia Diòmira Travel
“Perché sono andato? Per dare un abbraccio e un segno di vicinanza ai miei amici e fratelli, incontrare padre Gabriel parroco di Gaza,i frati i vescovi e chi non si rassegna al terrore e alla guerra ma continua a sperare nella pace e nella giustizia”.
Che un legame tra Lomagna e Betlemme fosse stato instaurato lo si era potuto apprezzare prima di Natale quando nel baretto dell'oratorio, per due giorni, erano stati esposti i manufatti in legno di ulivo e tanti altri articoli messi in vendita da Mike con un gruppo di amici di Betlemme che per aiutare 80 famiglie, la cui quotidianità è stata sconvolta dalla guerra, si sono rimboccati le maniche girando diverse comunità dell'Italia per raccogliere soldi da utilizzare come sostentamento.
"Ho amicizie ventennali lì e mi è sembrato giusto dare un segnale di vicinanza e condivisione, andando a trovarli e stare un po' con loro" ha raccontato il giovane sacerdote "abbiamo pregato assieme per la Pace e c'è stata la possibilità di incontrare tante persone, tra cui il parroco di Gaza. Ci ha raccontato che la gente del posto aveva avvertito che qualcosa sarebbe successo, c'era tensione e agitazione nell'aria. Lui stesso aveva iniziato già nei mesi precedenti l'attacco di ottobre a mettere da parte cibo, materassi, provviste e diverse famiglie avevano lasciato le loro case per rifugiarsi nella parrocchia. Le stesse suore dell'istituto che accoglie i sordomuti ci hanno confidato che temevano qualche accadimento. Ma nessuno si aspettava una crudezza e una aggressività di tale portata, da ambo le parti".
Se le bombe sono rumori lontani, il clima nei luoghi santi è cambiato. Anzitutto mancano i pellegrini e poi si è rotto qualcosa, ci sono sospetto e tensione, tra ebrei e arabi si è alzato un muro di diffidenza.
"Una crudeltà simile era inaspettata da parte di tutti. Il vero problema è che questo è un punto di non ritorno. Sul futuro c'è incertezza e il timore è che le ostilità perdurino ancora per tanto, tanto tempo. Per queste ragioni ho ritenuto che fosse importante andare di persona a trovare questi amici, stando loro vicino. Abbiamo pranzato assieme a Betlemme, eravamo i primi dopo tre mesi che andavano a trovarli. E' importante che riprendano la normalità e la quotidianità.
Quello portato da don Andrea è stato proprio un messaggio di fratellanza e vicinanza, in un pellegrinaggio che è andato oltre la paura e i timori di una guerra che sta seminando dolore e morti.
9 sacerdoti delle diocesi di Milano., Piacenza e Brescia sono ritornati nei giorni scorsi da Gerusalemme e Betlemme, dopo una permanenza di alcuni giorni, con uno spirito che aveva un sapore ancora più profondo e più umano delle precedenti quando da soli o con i gruppi parrocchiali si erano trovati a varcare i confini della Terra Santa.
Tra costoro c'era anche don Andrea Restelli, parroco di Lomagna che in poche parole ha riassunto lo spirito dell'iniziativa, proposto dall'agenzia Diòmira Travel
“Perché sono andato? Per dare un abbraccio e un segno di vicinanza ai miei amici e fratelli, incontrare padre Gabriel parroco di Gaza,i frati i vescovi e chi non si rassegna al terrore e alla guerra ma continua a sperare nella pace e nella giustizia”.
Che un legame tra Lomagna e Betlemme fosse stato instaurato lo si era potuto apprezzare prima di Natale quando nel baretto dell'oratorio, per due giorni, erano stati esposti i manufatti in legno di ulivo e tanti altri articoli messi in vendita da Mike con un gruppo di amici di Betlemme che per aiutare 80 famiglie, la cui quotidianità è stata sconvolta dalla guerra, si sono rimboccati le maniche girando diverse comunità dell'Italia per raccogliere soldi da utilizzare come sostentamento.
"Ho amicizie ventennali lì e mi è sembrato giusto dare un segnale di vicinanza e condivisione, andando a trovarli e stare un po' con loro" ha raccontato il giovane sacerdote "abbiamo pregato assieme per la Pace e c'è stata la possibilità di incontrare tante persone, tra cui il parroco di Gaza. Ci ha raccontato che la gente del posto aveva avvertito che qualcosa sarebbe successo, c'era tensione e agitazione nell'aria. Lui stesso aveva iniziato già nei mesi precedenti l'attacco di ottobre a mettere da parte cibo, materassi, provviste e diverse famiglie avevano lasciato le loro case per rifugiarsi nella parrocchia. Le stesse suore dell'istituto che accoglie i sordomuti ci hanno confidato che temevano qualche accadimento. Ma nessuno si aspettava una crudezza e una aggressività di tale portata, da ambo le parti".
Se le bombe sono rumori lontani, il clima nei luoghi santi è cambiato. Anzitutto mancano i pellegrini e poi si è rotto qualcosa, ci sono sospetto e tensione, tra ebrei e arabi si è alzato un muro di diffidenza.
"Una crudeltà simile era inaspettata da parte di tutti. Il vero problema è che questo è un punto di non ritorno. Sul futuro c'è incertezza e il timore è che le ostilità perdurino ancora per tanto, tanto tempo. Per queste ragioni ho ritenuto che fosse importante andare di persona a trovare questi amici, stando loro vicino. Abbiamo pranzato assieme a Betlemme, eravamo i primi dopo tre mesi che andavano a trovarli. E' importante che riprendano la normalità e la quotidianità.
Quello portato da don Andrea è stato proprio un messaggio di fratellanza e vicinanza, in un pellegrinaggio che è andato oltre la paura e i timori di una guerra che sta seminando dolore e morti.
S.V.