Paderno: in tanti al primo incontro sul libro di Tobia
Nella serata di venerdì 12 gennaio Giorgio Mazzola è tornato a Cascina Maria di Paderno per condurre un nuovo ciclo di incontri sul libro di Tobia intitolato ''Il viaggio della vita''.
Tre appuntamenti per leggere con i presenti e commentare integralmente il testo scritto tra il secondo e terzo secolo avanti Cristo in lingua aramaica. L’originale è andato perduto, sono stati però ritrovati alcuni frammenti, chiamati di Qumran, in anfore nelle grotte del mar Morto, mentre il racconto completo è stato pervenuto solamente in versione greca.
Si tratta di uno dei sette libri che gli ebrei non hanno riconosciuto nel loro canone, una narrazione che a prima lettura dà l'impressione di essere un racconto storico per l'abbondanza dei dettagli sui tempi, i luoghi e le persone, che però risultano incongrui con gli avvenimenti della Siria dell’ottavo e settimo secolo avanti Cristo, in cui è ambientato.
È in verità uno scritto sapienziale che vuole istruire sulla vita dalla diaspora, sul mantenimento dalla propria identità, cultura e storia in un ambiente straniero. È una narrazione cattolica priva di esagerazioni, focalizzata sull’immagine della trinità, sul viaggio e il coraggio.
Il titolo può essere tradotto come ''libro della storia'' o ''libro delle parole di Tobi'', a testimonianza di come ciò che viene lasciato dall’uomo è soprattutto quello che ha detto e insegnato.
Il racconto parte con la storia del padre di Tobia, Tobi che vive nell’alta Galilea e racconta di sé e della sua quotidianità, del suo servizio al re assiro, del suo unico figlio Tobia, del distaccamento dalla sua stirpe e della sua fede, legati ad un’improvvisa cecità, che lo lascia disorientato non solo fisicamente ma anche spiritualmente. Un giorno, ricordandosi di una somma denaro lasciatagli in eredità da un parente, decide di inviare il figlio a recuperarla.
Tobia, che significa “Il Signore è il mio bene”, accetta con entusiasmo la missione, ma apprende immediatamente un insegnamento universale: la necessità di avere un compagno di viaggio nel “cammino della vita”. Per assistere il figlio nell’impresa, Tobi dunque invoca l’arcangelo Raffaele, che sotto mentite spoglie, fungerà da guida al ragazzo nel suo cammino.
Dopo il doloroso distacco con i genitori, il viaggio di Tobia ha finalmente inizio e verrà raccontato da Mazzola venerdì 26 gennaio, sempre alle ore 21 in municipio con "L'incontro con il male e la decisione di affrontare la morte per amore".
Tre appuntamenti per leggere con i presenti e commentare integralmente il testo scritto tra il secondo e terzo secolo avanti Cristo in lingua aramaica. L’originale è andato perduto, sono stati però ritrovati alcuni frammenti, chiamati di Qumran, in anfore nelle grotte del mar Morto, mentre il racconto completo è stato pervenuto solamente in versione greca.
Si tratta di uno dei sette libri che gli ebrei non hanno riconosciuto nel loro canone, una narrazione che a prima lettura dà l'impressione di essere un racconto storico per l'abbondanza dei dettagli sui tempi, i luoghi e le persone, che però risultano incongrui con gli avvenimenti della Siria dell’ottavo e settimo secolo avanti Cristo, in cui è ambientato.
È in verità uno scritto sapienziale che vuole istruire sulla vita dalla diaspora, sul mantenimento dalla propria identità, cultura e storia in un ambiente straniero. È una narrazione cattolica priva di esagerazioni, focalizzata sull’immagine della trinità, sul viaggio e il coraggio.
Il titolo può essere tradotto come ''libro della storia'' o ''libro delle parole di Tobi'', a testimonianza di come ciò che viene lasciato dall’uomo è soprattutto quello che ha detto e insegnato.
Il racconto parte con la storia del padre di Tobia, Tobi che vive nell’alta Galilea e racconta di sé e della sua quotidianità, del suo servizio al re assiro, del suo unico figlio Tobia, del distaccamento dalla sua stirpe e della sua fede, legati ad un’improvvisa cecità, che lo lascia disorientato non solo fisicamente ma anche spiritualmente. Un giorno, ricordandosi di una somma denaro lasciatagli in eredità da un parente, decide di inviare il figlio a recuperarla.
Tobia, che significa “Il Signore è il mio bene”, accetta con entusiasmo la missione, ma apprende immediatamente un insegnamento universale: la necessità di avere un compagno di viaggio nel “cammino della vita”. Per assistere il figlio nell’impresa, Tobi dunque invoca l’arcangelo Raffaele, che sotto mentite spoglie, fungerà da guida al ragazzo nel suo cammino.
Dopo il doloroso distacco con i genitori, il viaggio di Tobia ha finalmente inizio e verrà raccontato da Mazzola venerdì 26 gennaio, sempre alle ore 21 in municipio con "L'incontro con il male e la decisione di affrontare la morte per amore".
I.Bi.