Il mastrogiardiniere/62: gli scopi della potatura
Buongiorno,
prosegue il cammino iniziato la volta scorsa sulle piante da frutto.
GLI SCOPI DELLA POTATURA
Nell’allevamento di un albero da frutto all’interno di un piccolo frutteto famigliare si deve cercare di ottenere una chioma “costruita” in modo che le foglie e i rami ricevano la miglior quantità di:
- Luce. Per consentire alla pianta uno sviluppo equilibrato della vegetazione, permettere alla luce di penetrare e raggiungere le foglie e i giovani rami più interni della pianta, così da effettuare al meglio la fotosintesi clorofilliana. Un albero lasciato crescere liberamente distribuisce le sue ramificazioni nello spazio a secondo del suo comportamento vegetativo, ma sempre in modo che le foglie vengano raggiunte dalla quantità di luce necessaria a soddisfare le esigenze della fotosintesi. Se per qualche motivo un albero viene a trovarsi ombreggiato, la fotosintesi si riduce le foglie sono mal nutrite la crescita del ramo si arresta ed esso stesso
prosegue il cammino iniziato la volta scorsa sulle piante da frutto.
GLI SCOPI DELLA POTATURA
Nell’allevamento di un albero da frutto all’interno di un piccolo frutteto famigliare si deve cercare di ottenere una chioma “costruita” in modo che le foglie e i rami ricevano la miglior quantità di:
- Luce. Per consentire alla pianta uno sviluppo equilibrato della vegetazione, permettere alla luce di penetrare e raggiungere le foglie e i giovani rami più interni della pianta, così da effettuare al meglio la fotosintesi clorofilliana. Un albero lasciato crescere liberamente distribuisce le sue ramificazioni nello spazio a secondo del suo comportamento vegetativo, ma sempre in modo che le foglie vengano raggiunte dalla quantità di luce necessaria a soddisfare le esigenze della fotosintesi. Se per qualche motivo un albero viene a trovarsi ombreggiato, la fotosintesi si riduce le foglie sono mal nutrite la crescita del ramo si arresta ed esso stesso
Avviene così una potatura naturale non voluta nell’ambito della coltivazione.
- Aria Per impedire ristagni di umidità che favoriscono la prolificazione dei funghi, batteri, insetti che trovano un microclima ideale per insediarsi.
(TUTTO QUESTO LO SI PUÒ RAGGIUNGERE CON LA CORRETTA POTATURA)
- Forma di allevamento corretta. Poco sviluppata verso l’alto per facilitare le operazioni colturali di potatura, raccolta dei frutti, trattamenti antiparassitari
ALCUNI CONSIGLI UTILI QUANDO SI OSSERVA UNA PIANTA DA FRUTTO:
Pianta giovane
Una pianta giovane si riconosce per l’incapacità di produrre fiori ma più rami (succhioni) e il comportamento vegetativo è quello fisiologico giusto
Cosa fare:
Nella pianta giovane occorre ridurre la potatura di impalcatura al minimo. Con la potatura di allevamento si deve impostare la pianta secondo la forma prescelta evitando di asportare molti rami. Per non rischiare una risposta vegetativa vigorosa. Prediligendo la potatura verde a giugno.
Pianta matura
Con la potatura si deve cercare di mantenere il più a lungo possibili condizioni di equilibrio perché una pianta matura presenta una capacità quasi costante di produrre un buon numero di gemme a fiore che se fecondati produrranno frutti gustosi.
Cosa fare:
Su queste piante si applicano interventi di potatura di produzione, che variano in base alle specie e varietà e che in genere prevedono l’eliminazione di quota che va da un terzo alla meta dei rami presenti per favorire alla luce di entrare all’interno della pianta.
L’errore più comune è sicuramente di potare eliminando i rami dalla base perché più semplice e alla portata della forbice con la conseguenza di lasciare i rami più esterni, difficili da raggiungere facendo allungare troppo
in altezza la pianta da frutto. IL CONSIGLIO è QUELLO DI COMINCIARE A POTARE DAI RAMI Più ESTERNI PER CONTENERE LA CRESCITA e UTILIZZARE FORBICI, NON SEGACCI E TRONCARAMI CHE FACILITANO TAGLI
GROSSOLANI ESAGERATI.
Con la Potatura di produzione si bilancia l’alternanza di produzione
Ha lo scopo di equilibrare la presenza di gemme a fiore e a legno per garantire uno sviluppo armonioso della chioma e una produzione di frutti costante e di buona qualità. Se l’annata precedente la pianta ha prodotto
molto sicuramente bisogna intervenire con una potatura non energica per bilanciare la scarsa produzione dell’annata seguente.
Le piante da frutto producono un anno tanto e un anno meno
L’esempio B fa notare la corretta produzione dovuta a una potatura attenta a bilanciare la produzione.
Riconosciamo quali sono i rami e le gemme utili da non eliminare durante la potatura
GEMME VISIBILI
Gemme a legno, quando producono rami laterali o foglie sul ramo dell’annoGemme a fiore (o a frutto), quando danno origine ai fiori e quindi ai fruttiGemme miste, quando possono dar origine sia a foglie o rami che a fiori (e successivamente a frutti).Se le gemme solitamente appuntite a legno producono foglie e rami le gemme a fiore si trasformano in un’evoluzione nel tempo da prima in Dardi, Lamburde e poi Borse fino a raggiungere una forma ramificata a
Zampa di gallina. Da non togliere durante la potatura salvo quando in alcuni casi la pianta produce troppi frutti sulle zampe di gallina semplicemente alleggerendo accorciandole.
RICONOSCIAMO I RAMI UTILI
Nella maggior parte delle volte i rami utili non andrebbero eliminati, riconosciamoli così da capire quali sono.
Ramo misto, ramo più lungo del brindillo (50-60cm) che porta entrambe le gemme (a legno e a fiore) raggruppate a 3, 2 o singole (in questo caso quasi sempre a legno) e brindilli e lamburde.
Brindillo, rametto sottile di circa un anno di età presente sia nelle pomacee che nelle drupacee lungo fino a 30 cm massimo coronato da sull'apice una gemma che si può differenziare a frutto. Le gemme laterali in genere sono a legno nelle pomacee, nel susino anche a fiore. Nell’eseguire la potatura il ramo misto e il brindillo non andrebbero eliminati ma nemmeno cimati per non stimolare il ramo cimato a sviluppare succhioni più vigorosi e inutili alla produzione.
NON CIMARE I RAMI!!
Adottare la tecnica del diradamento dei rami o quella del taglio di ritorno.
In questo caso, tagliare sempre il ramo in corrispondenza di un altro di dimensioni simili, che lo sostituirà nella crescita. Non lasciare mai monconi destinati a seccarsi e divenire vie d’accesso per funghi patogeni.
I succhioni derivano da gemme avventizie o latenti presenti su branche e tronco. I polloni, invece, nascono alla base del tronco o dalle radici e si distinguono rispettivamente in: caulinari quando nascono sopra il punto d'innesto; radicali quando provengono dal portainnesto. Sono sicuramente da eliminare.
Un bel corso pratico sarebbe la ciliegina sulla torta perché leggermente complesso da descrivere con uno scritto soprattutto da affrontare per ogni specie diverse e forma di allevamento, convinto che quello che è stato descritto sarà per molti utile, vi auguro buon lavoro!
Se avete domande, dubbi, curiosità, criticità del vostro verde da sottoporre al "mastro" inviatele pure a redazione@merateonline.it oppure scrivete al numero 351 3481257 corredando il vostro scritto possibilmente di fotografie.
Alla prossima,
Il mastrogiardiniere