Verderio: mezzo in fiamme e bossoli di pistola trovati a Paderno. Un uomo a processo

Accensioni ed esplosioni pericolose, danneggiamento seguito da incendio e tentata estorsione: sono le accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Lecco nei confronti di un uomo, residente  nel meratese, difeso in aula dall'avvocato Sonia Bova, oggi sostituita dalla collega Tania De Fazio.
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I fatti contestatigli sarebbero avvenuti la sera del 27 novembre 2021 tra Verderio e Paderno d'Adda: del primo ha riferito nel corso del procedimento avviatosi al cospetto del giudice Giulia Barazzetta il maresciallo della compagnia dei carabinieri di Merate Marcella Villa. “Sono stata inviata dalla centrale operativa nella zona industriale di Verderio per una vettura in fiamme segnalata da alcuni passanti”. Lì ha già trovato i vigili del fuoco intenti a sedare l'incendio e nessun altro. A distanza di poco tempo il maresciallo ha ricevuto una seconda segnalazione con l'indicazione di portarsi a Paderno su via Marconi per alcuni presunti colpi di arma da fuoco.

Ad aver allertato i Carabinieri era stato un uomo di passaggio con la famiglia a bordo della propria auto. “Ho sentito un forte botto dietro di noi. Nel senso di marcia opposta c'erano due veicoli fermi” ha raccontato al giudice, senza però riuscire a ricordare della pistola (che uno degli occupanti delle macchine in sosta avrebbe tirato fuori dal finestrino) di cui avrebbe riferito qualche giorno dopo ai Carabinieri. A nulla sono servite le contestazioni alla memoria del vpo Mattia Mascaro ed il testimone è stato congedato senza che riuscisse a confermare altri dettagli di quella sera.

Solo due giorni dopo i carabinieri, presa visione dei filmati di videosorveglianza di uno stabilimento di via Marinetti che avrebbero ripreso una persona (accompagnata da due minori) dare fuoco al furgoncino e sparare alcuni colpi in aria, hanno rinvenuto tre bossoli a Verderio, poco distanti dal veicolo dato alle fiamme e altri due a Paderno in via Cantù.

Un terzo episodio è poi stato raccontato in aula da uno dei vigili del fuoco di Merate intervenuto sempre a Verderio nella sera del 18 dicembre: “Siamo stati chiamati a Verderio per un mezzo in fiamme, giunti sul posto i carabinieri ci hanno informato che lo stesso furgone era già andato a fuoco un mese prima.”

Ora si dovrà attendere la riassegnazione del fascicolo prevista per il 28 marzo prossimo, dato l'imminente periodo di congedo della dottoressa Barazzetta, poi proseguirà l'istruttoria dibattimentale davanti a un nuovo giudice. Soprattutto con l'escussione del maresciallo Maltese si potrà comprendere il collegamento fra l'odierno imputato e il proprietario del furgone (un albanese classe 1984 residente a Cornate d'Adda, al momento irreperibile), poi risultato titolare di un'azienda con sede nella bergamasca.
F.F.
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