S.Maria: ribaltata la sentenza per la morte di Ernesto Mozzanica
La Corte d'Appello di Venezia ha completamente ribaltato la sentenza di primo grado assolvendo con formula piena perchè “il fatto non sussiste” l'autista del mezzo contro il quale si era schiantato, all'alba del 22 ottobre 2015, il furgone di Ernesto Mozzanica, 56 anni di Santa Maria.
Il giudice di secondo grado ha riconosciuto che l'imputato, di origini portoghesi ora residente in Francia, difeso dall'avvocato Alessandro Natali, non era fermo nella corsia di emergenza ma in un'ampia piazzola di sosta, larga oltre 10 metri, nella quale era consentito legittimamente parcheggiare. La sentenza della Corte di Appello ha completamente riformato quella di primo grado, con l'autista condannato a un anno pena sospesa e al pagamento dei risarcimenti delle parti civili, assolvendo l'uomo e revocando quindi le statuizioni che erano state disposte.
I parenti di Mozzanica, in primis la vedova assistita dall'avvocato Francesco Cogliati, hanno così dovuto rifondere quanto ricevuto come risarcimento danni. In particolare la donna ha dovuto ritornare, a seguito anche di un accordo transattivo, circa 30mila euro.
L'incidente mortale si era consumato all'alba del 22 ottobre 2015. Ernesto Mozzanica si trovava alla guida di un Fiat Ducato e stava percorrendo l'autostrada A4 tra il casello di Verona est e quello di Soave, in direzione Venezia/San Bonifacio.
Quella mattina il veicolo che conduceva era entrato in contatto con un altro furgone che lo aveva "spinto" sulla corsia di emergenza, proprio nel tratto dove si trovava fermo un autoarticolato, condotto dall'imputato.
Il Ducato di Mozzanica si era schiantato contro la parte retrostante del mezzo, con il pianale che aveva sfondato l'abitacolo schiacciando Mozzanica e uccidendolo sul colpo.
Il giudice di secondo grado ha riconosciuto che l'imputato, di origini portoghesi ora residente in Francia, difeso dall'avvocato Alessandro Natali, non era fermo nella corsia di emergenza ma in un'ampia piazzola di sosta, larga oltre 10 metri, nella quale era consentito legittimamente parcheggiare. La sentenza della Corte di Appello ha completamente riformato quella di primo grado, con l'autista condannato a un anno pena sospesa e al pagamento dei risarcimenti delle parti civili, assolvendo l'uomo e revocando quindi le statuizioni che erano state disposte.
I parenti di Mozzanica, in primis la vedova assistita dall'avvocato Francesco Cogliati, hanno così dovuto rifondere quanto ricevuto come risarcimento danni. In particolare la donna ha dovuto ritornare, a seguito anche di un accordo transattivo, circa 30mila euro.
L'incidente mortale si era consumato all'alba del 22 ottobre 2015. Ernesto Mozzanica si trovava alla guida di un Fiat Ducato e stava percorrendo l'autostrada A4 tra il casello di Verona est e quello di Soave, in direzione Venezia/San Bonifacio.
Quella mattina il veicolo che conduceva era entrato in contatto con un altro furgone che lo aveva "spinto" sulla corsia di emergenza, proprio nel tratto dove si trovava fermo un autoarticolato, condotto dall'imputato.
Il Ducato di Mozzanica si era schiantato contro la parte retrostante del mezzo, con il pianale che aveva sfondato l'abitacolo schiacciando Mozzanica e uccidendolo sul colpo.
S.V.