Airuno: non un addio ma un arrivederci a Marilisa. Parole di conforto da don Ruggero

Una tragedia. Non ha esitato don Ruggero Fabris a usare questa parola di fronte alla folla in lacrime che si è riunita per porgere l’ultimo saluto a Marilisa Pompa, 29enne airunese vinta da un male incurabile lo scorso 30 dicembre. È stato difficile anche per il parroco – nel pomeriggio di martedì 2 gennaio – consolare i tanti amici, parenti e colleghi di Marilisa di fronte alla sua bara bianca gremita di rose, posta del centro della chiesa parrocchiale straripante di persone.
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“Di fronte a situazioni come quella che stiamo condividendo, ci possono essere delle reazioni diverse” ha detto don Ruggero. “Un po’ tutti abbiamo in bocca il sapore amaro per aver assistito a un’ingiustizia. L’istinto porterebbe a fare una dichiarazione di furto al Padre Eterno”. A subire il furto di cui ha parlato il parroco è stata in primis mamma Cinzia, ma anche Omar, il fidanzato di Marilisa, le colleghe che lavoravano con lei come parrucchiere a Imbersago e tutti gli amici e quelle persone che conservano di Marilisa il ricordo di una guerriera che ha sempre affrontato ogni sfida senza farsi abbattere.
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“Di fronte a una tragedia come questa, una tragedia per lei, e per voi che siete qui, io vedo di solito due reazioni” ha continuato don Ruggero, citando la rabbia e la rassegnazione, due reazioni entrambe sbagliate e che non portano ad alcunché. “La rabbia non confronta e non aiuta. La rassegnazione invece porta a ritenere amara tutta la vita”. La risposta giusta, secondo don Ruggero, sta nelle parole di chi ha scritto il Libro della Sapienza, da cui è stato estrapolato un brano letto nel corso della cerimonia e iniziato così: “Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo”. 

“«Il popolo vede senza comprendere» è scritto nel finale. Ma come si può comprendere tutto questo? Noi non riusciamo a capire, io oggi non so darvi una risposta, ma le ultime parole dicono «la grazia e la misericordia sono per gli eletti di Dio». Oggi non troveremo la risposta al perché una donna così giovane si se ne sia andata così velocemente. Ma qui si ricorda che in Dio c’è una grazia e una misericordia, condizioni che lui riserva alle persone a cui vuole più bene. Noi non riusciamo a capire questa cosa, ma teniamola lì…” ha proseguito il parroco, ricordando che anche nel gesto doloroso compiuto dicendo addio a Marilisa, ci sono dei segni di speranza. “Qui non si parla più di furto o rapimento, si parla di un ritornare e presi con sé da Gesù. Marilisa non va nel niente, va con il Signore, va nella luce della vita eterna. È una partenza dolorosa questa, per il senso di vuoto che ci lascia, ma grazie alle parole del Vangelo trasformiamo questo momento da un «addio» a un «arrivederci»”. 
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"Merii", come si era chiamata su Instagram, in una bella foto pubblicata sul suo profilo
Un altro segno di speranza per il parroco sono state le moltissime persone accorse in chiesa per salutare Marilisa. “Questo ci dice che l’amicizia e che l’affetto in una società che a volte ci dà notizie di violenza, ci sono ancora. La forte presenza oggi qui dice questo, di voler stare vicino alla famiglia e di voler condividere nell’amicizia questo momento di dolore. Il mondo non è così brutto come a volte ci sembra. I tanti amici giovani presenti oggi qui ci dicono questo. Preghiamo per lei, per tutti, perché anche quando in un momento difficile la fede può essere solo una piccola luce che illumina il buio, se tutti l’accendiamo, il buio svanisce”.  
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Al termine del rito funebre la bara bianca di Marilisa è stata condotta al cimitero di Airuno. 

IL MESSAGGIO POSTO SUI MANIFESTI FUNEBRI
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E.Ma.
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