Risposta al direttore
Ciao Direttore e grazie di aver dato risposta al mio, almeno per parecchio tempo, ultimo intervento. Peccato che non mi trovi in nulla concorde ed adesso ti spiego perché. Guarda caso l'iscrizione nel ruolo di indagato e non la condanna, se non proprio definitiva fino al terzo grado, di Verdini e figlio ma anche solo di primo grado ed il divieto di pubblicazione degli atti di persone "indagate" riguardano persone che fino a prova contraria sono innocenti e quindi hanno tutto il diritto di non essere dati in pasto NON alla stampa ma al pubblico lubidrio. Quanti indagati poi sono risultati innocenti? Te ne dico uno eclatante Enzo Tortora, dato in pasto all'opinione pubblica e massacrato a tal punto di essere quantomeno la concausa della sua morte "da innocente". No Direttore il diritto di stampa si deve fermare quando potrebbe rovinare la vita di persone che per un motivo o l'altro si possano trovare "ingiustamente" coinvolti in indagini dalle quali poi ne escono completamente puliti. Se poi risulteranno colpevoli allora la cosa diventa differente. Mi spieghi cosa tolga al "popolo" non sapere che una persona indagata è forse colpevole di qualche misfatto se poi si dovesse scoprire che invece è innocente. Ma quale legge bavaglio, si tratta solo di non rovinare le persone, perché alla condanna della giustizia legale si può sempre rimediare mentre quella "umana" è a vita.
Emilio
Capisco, è la teoria di Alessandro Sallusti direttore de Il Giornale che fu di Indro Montanelli che mena vanto per essere amico di vecchia data dei Verdini, padre e figlio, entrambi agli arresti l'uno con sentenza passata in giudicato. A me bastano i commenti di magistrati come Gian Carlo Caselli, Pietro Grasso, Piercamillo Davigo, Federico Cafiero de Raho, uomini di prima linea che hanno difeso le istituzioni rischiando la vita a Palermo come a Milano o nelle vesti di procuratore nazionale antimafia. Il loro giudizio di assoluta condanna dell'emendamento Costa mi è sufficiente per definire la futura legge, un bavaglio, un colpo micidiale al controllo di legalità.