Un sistema sanitario territoriale bene organizzato fa funzionare bene anche gli ospedali
La Sanità su Territorio: una opportunità per la nuova Dirigenza ASST Lecco perché un sistema sanitario territoriale bene organizzato fa funzionare bene anche l’Ospedale
Il 1° gennaio 2024 prenderà servizio presso la ASSST di Lecco il nuovo Direttore Generale dr. Marco Trivelli, persona dotata di grande esperienza di profonda sensibilità, che sicuramente darà un importante contributo nel costruire le risposte più appropriate ai bisogni di salute del territorio lecchese, affrontando via via le criticità emergenti in un contesto sociale in grande cambiamento.
Il 1° gennaio 2024 prenderà servizio presso la ASSST di Lecco il nuovo Direttore Generale dr. Marco Trivelli, persona dotata di grande esperienza di profonda sensibilità, che sicuramente darà un importante contributo nel costruire le risposte più appropriate ai bisogni di salute del territorio lecchese, affrontando via via le criticità emergenti in un contesto sociale in grande cambiamento.
Un sistema sanitario territoriale bene organizzato fa funzionare bene anche il proprio Ospedale di riferimento. Proprio per questo si sente il bisogno di superare una visione che spesso è centrata solo sull’ospedale, cercando di potenziare tutte quelle strutture territoriali in grado di far si che l’ospedale possa occuparsi dei casi più severi, e di dare una maggiore “vicinanza” delle cure agli utenti. Il concetto di “casa come primo luogo di cura” è oggi più che mai attuale.
Pur nella necessità ed urgenza di potenziare (sia come personale che come risorse) i presidi ospedalieri per quelle attività essenzialmente legate al trattamento delle fasi acute della malattia, è anche vero che oggi il maggior carico di lavoro sul Sistema Sanitario Nazionale è generato da un sensibile aumento delle patologie croniche dovute sia ad un migliore trattamento delle fasi di acuzie delle malattie, sia, soprattutto, ad un aumento dell’età della popolazione.
Inoltre alcune condizioni che generano difficoltà alle strutture ospedaliere (sovraccarico di lavoro dei Pronto soccorso o le liste d'attesa) vengono nella maggior parte dei casi, generate dal Sistema Sanitario Territoriale dove, sempre più si sente il bisogno di modalità nuove ed innovative nella gestione delle persone con problemi di salute. Soluzioni che possono passare da un concreto supporto ai Medici di Famiglia per la Presa in carico dei pazienti con patologie croniche o dalla messa a regime dei presidi di prossimità. Magari pensando alle Case della Comunità più come modelli organizzativi di lavoro tra diversi professionisti, che solo come luoghi fisici.
Oggi sappiamo che è impossibile mantenere il “sanitario” lontano dal “sociale”.
Le condizioni di fragilità, legate spesso anche al peggioramento delle condizioni economiche, non fanno altro che aggravare il quadro clinico, così come anche il progredire di una malattia ha un impatto sulla fragilità e sul nucleo familiare (disabilità, non autosufficienza, compiti di cura ecc.). Ed il ruolo accresciuto dei Sindaci, sentinelle a presidio della salute dei propri concittadini, ne sono una testimonianza.
La Provincia di Lecco (e quindi la sua ASST) ha dei punti di forza nella propria cultura solidaristica (basti pensare al ruolo del volontariato) e nella voglia di fare dei propri cittadini. Questo permette di sperimentare qui meglio che in altre parti della Lombardia, soluzioni innovative e utili.
Una di queste è sicuramente la sinergia tra gli Ospedali e la Sanità territoriale, con i Medici di Famiglia impegnati anche a ridisegnare il loro ruolo, in prima fila. Sinergie già ampiamente sperimentate nel passato e che hanno trovato a Lecco un territorio fertile e che potrebbero rappresentare, per alcuni presidi ospedalieri, anche un motivo di rilancio.
Non è un libro di sogni e non bisogna sempre aspettare che le soluzioni arrivino dall'alto.
Le premesse ci sono per sviluppare quel “modello Lecco” che essenzialmente si basa su tre pilastri. Una maggiore organizzazione nelle attività, con obiettivi chiari, trasparenti e condivisi e che possano partire da una attenta analisi degli effettivi bisogni del sistema, la capacità di passare dal “fare rete” al” fare sistema”, specialmente tra i professionisti sanitari, ed una capacità di osare. Oggi più che mai si deve avere il coraggio di esplorare soluzioni nuove ed innovative. Basti pensare al contributo che potrebbe dare al sistema l’introduzione sistematica della telemedicina.
Tutti questi elementi oggi sono opportunità nelle mani nel nuovo Direttore Generale e dei suoi collaboratori, e costituiscono una base di partenza per poter sviluppare un concetto di Sanità pubblica che ha la sua centralità in una Comunità che possa prendersi cura di sé stessa.
dr. Marco Magri