Cernusco: il concerto di santo Stefano per aiutare padre Sandro Nava e l'ospedale di Makiungu, in una delle zone più povere d'Africa

Un'ora di musica per aiutare la missione di padre Sandro Nava a Singida in Tanzania che ruota attorno all'ospedale “beato Giuseppe Allamano” di Makiungu.
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Nel pomeriggio di santo Stefano, mentre centinaia di persone assiepavano via Monza per ammirare lo spettacolo di luci di villa Pappone, altrettante gremivano la chiesa per assistere al concerto della corale san Giovanni Battista diretta dal maestro Federico Porcelli, accompagnata al pianoforte dal maestro Mauro Longari.
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Oltre ai canti natalizi è stata proposta dal coro Regina del Rosario di Arcore, diretta dal maestro Luca Scaccabarozzi con la presenza di quattro solisti ( Hsiao Pei Ku - soprano-, Nauisicaa Nisati -contralto-, Lorenzo Nerosi - tenore- e Piermarco Vinas -baritono), la “Messa dell'incoronazione”.
Una esecuzione davvero pregevole che ha incantato il numeroso pubblico presente.


Il concerto di santo Stefano rappresenta ogni anno l'occasione per aiutare il missionario cernuchese che ha speso la sua vita per l'Africa.
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Da tre anni con la dottoressa Manuela Buzzi opera per offrire una opportunità a una delle zone più povere del continente.

Recentemente è rientrato in Italia per allestire un nuovo container da inviare al Makiungu hospital. Per dare un'idea delle dimensioni del miracolo a cui quotidianamente deve far fronte si pensi che si parla di 300 posti letto con un day hospital che da una media di 450 pazienti al giorno arriva anche a toccare punte di 800.
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30 i medici presenti, di cui 8 specializzandi. Ogni mese nascono dai 550 a 650 bambini (ad agosto il record di 654) e ogni giorno agli ambulatori dell'ospedale si presentano un centinaio di mamme a chiedere aiuto e assistenza.

Una macchina che dà assistenza e lavoro a migliaia di persone e che si fonda principalmente su donazioni e offerte che arrivano da ogni parte.

Ora padre Sandro e la dottoressa Manuela stanno operando per una sorta di “exit plan” formando le persone anche sul fronte gestionale, organizzativo, di approvvigionamento e logistico.

Ogni mese servono 90mila euro di medicine, ai bambini vengono prestate cure gratuite e le mamme danno una cifra simbolica, che chiaramente non riesce a coprire i costi. Ma al Makiungu hospital trovano salvezza e assistenza, nessuno viene rimandato indietro.

Ora l'obiettivo è dare un futuro duraturo, facendo crescere coloro che dovranno poi gestire la struttura nell'ottica di un autofinanziamento attraverso dei canali di sostegno. In questo periodo di assistenza e transizione, l'obiettivo è attivare la dialisi (costo 300mila euro).
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La volontà è di dare basi solide affinchè un ospedale partito da zero e che ora può contare su una Tac, una risonanza, un laboratorio analisi, oltre a reparti quali la ginecologia, la pediatria, l'ortopedia, la chirurgia riesca a proseguire nella sua missione di cura dei più poveri.

Tra le tante gocce che hanno contribuito al miracolo del Makiungu hospital c'è anche quella del concerto dove la musica è stata davvero buona anche in senso letterale.

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S.V.
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