Montevecchia: Giovanni Castagni, guida di Charis, nei guai per una eredità
La guida spirituale Giovanni Castagni, che a Montevecchia si era candidato a sindaco nel 2021 nella lista Montevecchia Etica insieme a molti membri della sua comunità Charis, è al centro delle indagini della Procura di Milano. Le accuse sono di falsità in testamento olografo e di circonvenzione di incapace. Si tratta naturalmente di accuse tutte ancora da provare in sede di giudizio, quindi nulla di definitivo al momento lo riguarda.
Castagni sarebbe stato beneficiario, in qualità di erede testamentario, di due piccoli appartamenti a Milano e di una somma di circa 50 mila euro sul conto corrente di una donna deceduta a 82 anni. Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro (in attesa della definizione di questa controversia) sarebbe stato stimato in circa 1,2 milioni di euro. Il testamento sarebbe però stato impugnato da un nipote e dalla sorella dell’anziana che vivevano nello stesso palazzo della signora pur avendo interrotto i rapporti con la parente. Dalle notizie apparse sui "nazionali", sembrerebbe che una perizia grafologica tecnica abbia definito apocrifo in ogni sua parte l’atto testamentario manoscritto, “frutto di imitazione sulla base di modelli” si legge nell'articolo.
Per i versamenti in più anni di complessivi 8.500 euro viene contestata a Castagni la circonvenzione di incapace. Castagni e la donna avrebbero avuto una conoscenza e un’amicizia ultraventennale che, negli ultimi anni, si sarebbe trasformata anche in un’assistenza prestata all'anziana ormai malata. Castagni l’avrebbe accompagnata anche dal medico. Oltre agli 8.500 euro ci sarebbero 15 mila euro, pari a metà di una Jeep Renegade, che sarebbe stata co-intestata a Castagni e alla donna.
La difesa avrà tempo per analizzare gli atti dell’indagine preliminare. “Quello che posso dire – commenta il legale di Castagni, l’avv. Lucio Lucia – è che ci stiamo preparando a difenderci. Vedremo bene cosa è scritto nelle carte e articoleremo la difesa. Il mio cliente respinge ogni accusa. Il signor Castagni mi dice che il nipote e la sorella avevano interrotto ogni rapporto con questa donna e che ora il nipote è spuntato, ma dov’era quando la zia stava male e lui la accompagnava dal medico? A parere del mio assistito è assurdo pensare di essere accusato di circonvenzione di incapace per 8.500 euro dopo 20 anni di conoscenza e assistenza”.
Ascoltate le due parti, il giudice dovrà stabilire l’eventuale rinvio a giudizio di Giovanni Castagni, che in quel caso andrebbe a processo.
Castagni sarebbe stato beneficiario, in qualità di erede testamentario, di due piccoli appartamenti a Milano e di una somma di circa 50 mila euro sul conto corrente di una donna deceduta a 82 anni. Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro (in attesa della definizione di questa controversia) sarebbe stato stimato in circa 1,2 milioni di euro. Il testamento sarebbe però stato impugnato da un nipote e dalla sorella dell’anziana che vivevano nello stesso palazzo della signora pur avendo interrotto i rapporti con la parente. Dalle notizie apparse sui "nazionali", sembrerebbe che una perizia grafologica tecnica abbia definito apocrifo in ogni sua parte l’atto testamentario manoscritto, “frutto di imitazione sulla base di modelli” si legge nell'articolo.
Per i versamenti in più anni di complessivi 8.500 euro viene contestata a Castagni la circonvenzione di incapace. Castagni e la donna avrebbero avuto una conoscenza e un’amicizia ultraventennale che, negli ultimi anni, si sarebbe trasformata anche in un’assistenza prestata all'anziana ormai malata. Castagni l’avrebbe accompagnata anche dal medico. Oltre agli 8.500 euro ci sarebbero 15 mila euro, pari a metà di una Jeep Renegade, che sarebbe stata co-intestata a Castagni e alla donna.
La difesa avrà tempo per analizzare gli atti dell’indagine preliminare. “Quello che posso dire – commenta il legale di Castagni, l’avv. Lucio Lucia – è che ci stiamo preparando a difenderci. Vedremo bene cosa è scritto nelle carte e articoleremo la difesa. Il mio cliente respinge ogni accusa. Il signor Castagni mi dice che il nipote e la sorella avevano interrotto ogni rapporto con questa donna e che ora il nipote è spuntato, ma dov’era quando la zia stava male e lui la accompagnava dal medico? A parere del mio assistito è assurdo pensare di essere accusato di circonvenzione di incapace per 8.500 euro dopo 20 anni di conoscenza e assistenza”.
Ascoltate le due parti, il giudice dovrà stabilire l’eventuale rinvio a giudizio di Giovanni Castagni, che in quel caso andrebbe a processo.