Accadeva 30 anni fa/138 settembre: inaugurata la chiesa di Novate dal card. Martini. Demontis contro il Prg “monstre”
Il luogo di culto era diventato una delle mete preferite degli eroinomani e dei bevitori incalliti. La paura della gente del posto induce il sindaco di Airuno Alfredo Sala a emettere un’ordinanza davvero originale: divieto di salire lungo la strada che porta alla Rocchetta da aprile a settembre dalle ore 20 alle ore 7 e da ottobre a marzo dalle ore 17 alle ore 7. Allo scattare dell’ora fissata una sbarra si abbassa impedendo così alle auto di salire fino al Santuario.
Dal 17 agosto è scattato il prezzo libero. La michetta non è più sottoposta al vaglio del Cipe, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica. Prezzo libero quindi grazie alla delibera 187 del Cipe stesso. Interpellati i principali panificatori meratesi assicurano però che il costo della michetta resterà invariato al consumatore. Il regime di prezzi amministrati era stato introdotto il 17 luglio 1974 al tempo della famosa austerity provocata dallo shock petrolifero.
Novate ha la sua nuova chiesa. Il 29 agosto l’arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini ha consacrato il nuovo tempio dedicato alla Madonna della Pace. Accanto al cardinale, don Angelo Cazzaniga, l’amato parroco della frazione. Due miliardi il costo. E un nuovo edificio di culto che arricchisce Novate al di là del contributo del Comune. Sotto la chiesa un grande auditorium per eventi e rappresentazioni teatrali. Accanto il grande oratorio. C’è poi l’asilo. E c’erano le colline e il laghetto, ora tutto sepolto sotto terra e cemento. Una nota polemica per quanto anche l’Amministrazione centrale abbia contribuito alla realizzazione della chiesa progettata dagli architetti Roberto Colombo e Gian Paolo Guzzetti.
Il temporale di fine estate si abbatte anche sul meratese. Nubifragi, insomma, anche trent’anni fa e di portata non inferiore agli attuali. Ecco alcune immagini scattate dopo un violento temporale di fine agosto.
Il 9 settembre nel municipio di Imbersago viene presentato formalmente il piano di recupero della vecchia Filanda, posta in centro paese tra le vie Cavour e Castelbarco. Il progetto non prevede aumenti di volumetria. Dall’esistente si pensa di trarre quindici appartamenti, sei negozi con relative cantine e all’interno quattro alloggi una villetta, un giardino di quattromila metri quadrati e ventisette box interrati. In base al computo metrico il costo dell’intervento è stimato in 4 miliardi di lire.
Il Piano regolatore di Merate è alle fasi finali. Il professor Giuseppe Gambirasio, tecnico incaricato ha depositato tutti gli elaborati sul tavolo della maggioranza Dc-Psi, sindaco Mario Gallina (Dc), vice sindaco e assessore all’urbanistica Aldo Castelli (Psi). E’ un piano monstre. Partito lo studio con l’obiettivo di zero consumo di suolo – per allora una novità – al termine del lavoro si prevedono oltre 400mila metri cubi di solo residenziale. Ma c’è di peggio: il Tecnico vorrebbe spostare l’asse della statale 36 lungo la ferrovia, sventrando così l’intera valle del Molgora, realizzare una strada da Novate attraverso le splendide collinette attorno a Cascina Gattafame fino al via Bianchi e costruire una bretella a Cassina per aggirare l’abitato e giungere così a Madonna del Bosco. Tutto ciò in aggiunta a un forte ampliamento del residenziale lungo via XXV Aprile verso Brugarolo, il completamento del comparto residenziale di via Agnesi e via Donizetti fino a Cernusco, l’edificazione del terreno sotto l’ex Elemarket – ora l’area di via degli Alpini – e una lottizzazione a Pagnano a ridosso di via Aldo Moro-via Tofane. Una colata di cemento per oltre 1.500 nuovi abitanti.
Gallina è molto perplesso, Castelli appare più in linea con Gambirasio ma la voce contraria si leva da piazzetta Faverzani dove ha sede la segreteria del Partito Socialista, retta da Romualdo Demontis. Il futuro assessore all’urbanistica nel Perego 1 non ha mezze misure nel bocciare una buona parte di queste previsioni, a partire dalle nuove strade e dall’assurdo spostamento della 36. Il confronto si fa sempre più aspro anche per la contrarietà di Lega e Pci. Il nuovo Prg sarà definitivamente approvato a fine consigliatura ma già da ora sarà grazie a Demontis se alcune scelte sono state sventate a tutto vantaggio dell’ambiente. A partire proprio dalla valle del Molgora, a pieno titolo entro i confini del Parco del Curone.
Conclusi i lavori (ennesimi) di ristrutturazione, il ponte San Michele riapre il 19 settembre con una sorpresa organizzata dal WWF: attorno alle 9 proveniente da Milano e diretto a Bergamo arriverà un treno a vapore del 1921 molto simile al primo convoglio che attraversò il San Michele il 26 maggio 1889. Il treno avrà a bordo circa cinquecento persone, le prime che si sono accaparrate i biglietti, si fermerà cinque minuti in mezzo al ponte per consentire la vista sul canyon e proseguirà attraversando altri due parchi oltre a quello dell’Adda.E’ un’altra trovata del professor Carlo Gilardi, appassionato e spassionato ecologista, provocatorio e pungente presidente della proloco di Airuno. Il professore – recentemente scomparso all’età di 92 anni – ha offerto alla locale sezione cacciatori due splendidi daini chiedendo agli iscritti di occuparsene. Si tratta di una specie in difficoltà che però in questi boschi potrebbe trovare l’habitat giusto per riprodursi. Una prova della vera volontà dei cacciatori di occuparsi della natura e dell’ambiente.
Nel meratese si teme il ritorno del racket. Una banda molto violenta dedita appunto a ricatti e estorsioni era stata smantellata alla fine degli anni settanta con una retata spettacolare avvenuta nei pressi di una nota pizzeria. Ora alcuni segnali fanno temere il ritorno di questa forma di criminalità. L’ultimo il 12 settembre quando sconosciuti scaricano sette colpi di pistola contro le vetrine di un concessionario d’auto a Calco. Ma altri episodi avevano preoccupato forze dell’ordine e operatori: il 4 agosto una bottiglia molotov era stata lanciata contro un concessionario d’auto a Cernusco. L’attentato era stato sventato da un carabiniere di passaggio; il 27 agosto una rudimentale bomba era stata fatta esplodere in un bar di Brivio; nella stessa serata anonimi avevano telefonato ai carabinieri annunciando l’imminente esplosione di un ordigno dentro un salone di mobili. Ordigno mai ritrovato.
Trent’anni fa il cellulare era uno status symbol, l’avevano i cosiddetti Yuppie, i personaggi famosi e pochi altri. Spesso li si vedeva col telefonino attaccato all’orecchio anche se in mancanza di interlocutori o cose da dire, componevano il 161 dell’ora esatta. Allora la diffusione dei cellulari era affidata a 1.400 cellule, cioè porzioni di etere lunghe da un minimo di 800 metri a un massimo di 20 chilometri collegate a una stazione base. Siamo all’alba della rivoluzione nelle comunicazioni. Si delineano le prime offerte: business, familiare, portatili e radiomobili. I portatili sono quasi valigette contenente la grossa pila di alimentazione, i radiomobili sono fissi sull’auto. Poi ci sono le prime offerte: avviso di chiamata, trasferimento, conversazione multipla. Per i giovani di oggi tutto ciò suona certamente sorprendente ma chi ha superato i cinquanta ricorda bene quell’epoca dove anche la fascia di oraria di chiamata aveva grande importanza in termini di costo.
Ecco due quadri con i contratti stipulati con la Sip di Monza per l’area Brianza meratese-casatese e gli optional.
Tornano in cima alle classifiche dei dischi più venduti gli 883 con Nord Sud Ovest Est, poi Luca Carboni, Raf e Francesco De Gregori con il Bandito e il campione che racconta la storia di Sante Pollastri, di cui al film la leggenda del Bandito e del Campione.
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