Sugli alberi di Silea e sull'inceneritore di Valmadrera
Buongiorno,
Non condivido quasi per nulla l'intervento del signor Paolo Trezzi riguardo ai 700 alberi che Silea ha piazzato a Osnago. Concordo solo sul fatto che questi alberi di per sé pesano decisamente poco nell'ottica di una visione ampia e che Silea (comprensibilmente) ha fatto il possibile per guadagnare quanto più prestigio dalla faccenda: ciascuno tira acqua al proprio mulino. Però, innanzitutto, ricordiamoci per quale motivo hanno piantato questi alberi: per compensare le emissioni dell'inceneritore di Valmadrera? No. È per l'ampliamento dell'impianto di trattamento dei rifiuti organici ad Annone e la produzione di biogas. Una specie d'onere d'urbanizzazione, se vogliamo. A questo proposito bisogna pure ricordare che già i rifiuti organici, decomponendosi, naturalmente rilasciano CO2 e metano; quest'impianto, anziché disperdere il metano dovrebbe raccogliere il gas altrimenti disperso in atmosfera e bruciarlo per farci qualcosa di utile. Rammentiamo che una mole di metano ha un potenziale serra pari a 25, *venticinque* volte quello di una mole CO2, che è il prodotto della sua combustione: bruciare il metano anziché disperderlo è pure un beneficio all'ambiente. Ma stiamo divagando. Tornando invece alla questione dell'inceneritore di Valmadrera, io non capisco quale sia il problema di quell'impianto. Certo, Silea dovrebbe fare quanto più possibile per ridurre la porzione di rifiuti non differenziabili, ma c'è e ci sarà sempre una parte irrecuperabile e, piuttosto che lasciarla a marcire in discarica, tanto vale bruciarla in un impianto moderno e in condizioni controllate per ottenerci qualcosa di utile. Sarebbe bello se potessimo far sparire la frazione indifferenziabile con una bacchetta magica e senza un grammo di CO2? Perdio, sì! Si può fare? Purtroppo no. In ogni caso, il termovalorizzatore produce non poca CO2. Che farci dunque? «Dismettiamolo e mandiamo fuori provincia i nostri rifiuti indifferenziabili su camion e treni per farli bruciare da qualche altra parte» dice qualcuno. Bello! Beiamoci di non creare CO2, quando questa verrà invece prodotta in un inceneritore in Olanda o in Danimarca. La CO2 italiana non è peggiore di quella danese e non dà alcuna differenza nell'azione dell'effetto serra, che agisce indifferentemente su tutto il globo. Anzi, produrremmo ulteriore CO2 per trasportare i nostri rifiuti altrove. E poi, il trasporto è forse gratis, o gli olandesi ci brucerebbero i rifiuti così per carità? E se le linee di trasporto venissero rallentate da qualcosa o avessimo problemi a pagare ci troveremmo coi nostri rifiuti in giro com'è successo a Roma o in altre città. Infine perderemmo i vantaggi che derivano dal termovalorizzatore, sia in termini energetici che occupazionali. Ma anche se Silea domani inventasse una nuova tecnica di riciclo, i lecchesi diventassero diligentissimi e il 95% (!) di tutti i rifiuti venisse riciclato, sarebbe ugualmente stupido privarci dell'impianto di Valmadrera. Già oggi bruciamo rifiuti di altre province e ci guadagniamo: perché smettere? Questi rifiuti sono *irrecuperabili* e ci sarà sempre una frazione che non si può in alcun modo riciclare e che andrà per forza bruciata: se non li bruceremo noi dovrà bruciarli qualcun altro. Meglio essere noi, per prenderci i vantaggi che ne derivano e per non dover dipendere dagli altri. Infine sul fatto che sia cosa buona aggiungere 700 alberi a Osnago, in una zona altrimenti abbastanza brutta quando di solito ci si straccia le vesti per uno o due alberi in più o in meno in centro, spero che su questo non ci sia bisogno di dir nulla.
Cordiali saluti
Non condivido quasi per nulla l'intervento del signor Paolo Trezzi riguardo ai 700 alberi che Silea ha piazzato a Osnago. Concordo solo sul fatto che questi alberi di per sé pesano decisamente poco nell'ottica di una visione ampia e che Silea (comprensibilmente) ha fatto il possibile per guadagnare quanto più prestigio dalla faccenda: ciascuno tira acqua al proprio mulino. Però, innanzitutto, ricordiamoci per quale motivo hanno piantato questi alberi: per compensare le emissioni dell'inceneritore di Valmadrera? No. È per l'ampliamento dell'impianto di trattamento dei rifiuti organici ad Annone e la produzione di biogas. Una specie d'onere d'urbanizzazione, se vogliamo. A questo proposito bisogna pure ricordare che già i rifiuti organici, decomponendosi, naturalmente rilasciano CO2 e metano; quest'impianto, anziché disperdere il metano dovrebbe raccogliere il gas altrimenti disperso in atmosfera e bruciarlo per farci qualcosa di utile. Rammentiamo che una mole di metano ha un potenziale serra pari a 25, *venticinque* volte quello di una mole CO2, che è il prodotto della sua combustione: bruciare il metano anziché disperderlo è pure un beneficio all'ambiente. Ma stiamo divagando. Tornando invece alla questione dell'inceneritore di Valmadrera, io non capisco quale sia il problema di quell'impianto. Certo, Silea dovrebbe fare quanto più possibile per ridurre la porzione di rifiuti non differenziabili, ma c'è e ci sarà sempre una parte irrecuperabile e, piuttosto che lasciarla a marcire in discarica, tanto vale bruciarla in un impianto moderno e in condizioni controllate per ottenerci qualcosa di utile. Sarebbe bello se potessimo far sparire la frazione indifferenziabile con una bacchetta magica e senza un grammo di CO2? Perdio, sì! Si può fare? Purtroppo no. In ogni caso, il termovalorizzatore produce non poca CO2. Che farci dunque? «Dismettiamolo e mandiamo fuori provincia i nostri rifiuti indifferenziabili su camion e treni per farli bruciare da qualche altra parte» dice qualcuno. Bello! Beiamoci di non creare CO2, quando questa verrà invece prodotta in un inceneritore in Olanda o in Danimarca. La CO2 italiana non è peggiore di quella danese e non dà alcuna differenza nell'azione dell'effetto serra, che agisce indifferentemente su tutto il globo. Anzi, produrremmo ulteriore CO2 per trasportare i nostri rifiuti altrove. E poi, il trasporto è forse gratis, o gli olandesi ci brucerebbero i rifiuti così per carità? E se le linee di trasporto venissero rallentate da qualcosa o avessimo problemi a pagare ci troveremmo coi nostri rifiuti in giro com'è successo a Roma o in altre città. Infine perderemmo i vantaggi che derivano dal termovalorizzatore, sia in termini energetici che occupazionali. Ma anche se Silea domani inventasse una nuova tecnica di riciclo, i lecchesi diventassero diligentissimi e il 95% (!) di tutti i rifiuti venisse riciclato, sarebbe ugualmente stupido privarci dell'impianto di Valmadrera. Già oggi bruciamo rifiuti di altre province e ci guadagniamo: perché smettere? Questi rifiuti sono *irrecuperabili* e ci sarà sempre una frazione che non si può in alcun modo riciclare e che andrà per forza bruciata: se non li bruceremo noi dovrà bruciarli qualcun altro. Meglio essere noi, per prenderci i vantaggi che ne derivano e per non dover dipendere dagli altri. Infine sul fatto che sia cosa buona aggiungere 700 alberi a Osnago, in una zona altrimenti abbastanza brutta quando di solito ci si straccia le vesti per uno o due alberi in più o in meno in centro, spero che su questo non ci sia bisogno di dir nulla.
Cordiali saluti
R. Panzeri