Airuno: in aula spuntano tre testamenti del prof. Gilardi

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Il professore Carlo Gilardi
L'udienza di oggi era prevista per la chiusura dell'istruttoria dibattimentale e le richieste della pubblica accusa, invece, a sorpresa, l'avvocato Giuliana Casti si è presentata in aula per costituirsi parte civile nel procedimento per circonvenzione di incapace ai danni del compianto Carlo Gilardi: a voler ereditare la posizione processuale, tramite il legale, la stessa sorella del professore Giuseppina Gilardi.

Questo sarebbe stato possibile grazie ad un testamento olografo risalente al 2022 e pubblicato a novembre di quest'anno in cui Gilardi si sarebbe limitato a costituire dei legati (avrebbe cioè disposto di trasmettere solo alcuni dei propri beni a determinate persone), non lasciando altre disposizioni testamentarie. Secondo quel documento erede legittima di Carlo per il resto del suo patrimonio sarebbe proprio la sorella, che quindi sarebbe anche legittimata a subentrare nel processo nell'interesse del fratello defunto.

Nessuna osservazione da parte del vice procuratore onorario Mattia Mascaro, mentre i difensori degli stranieri imputati si sono opposti alla costituzione di parte civile. In particolare l'avvocato Chiara Brizzolari (che in aula difende Abdelmalak Rougui) ha chiesto di produrre due testamenti olografi risalenti a luglio ed agosto del 2020 (pubblicati ed accettati il mese scorso), in cui l'anziano e facoltoso airunese avrebbe indicato come erede universale l'ex badante Brahim El Mazoury. Per di più la toga ha precisato che Carlo tra le sue volontà avrebbe specificatamente dichiarato di non voler lasciar nulla alla sorella, già benestante.

Anche l'avvocato Andrea Artusi del foro di Lecco (difensore di Hichem Horroun) ha chiesto al giudice che la sorella di Gilardi non subentri nel processo penale quale parte civile: secondo il legale, infatti, le disposizioni più recenti andrebbero non a contraddire, ma a integrare quelle precedenti, non lasciando quindi spazio a nessuna quota in favore di Giuseppina.

Dello stesso avviso anche le difese di Khalifa Mejbri (l'avvocato Pamela Nodari del foro di Bergamo) e di Nedal Abushunar (la collega Agnese Cattaneo del foro di Monza).

Una questione di interpretazione, insomma, (più civilistica che di materia penale) su cui il giudice Giulia Barazzetta si è riservata di esprimersi nell'udienza fissata per il prossimo 8 gennaio. In quell'occasione, si vedrà se con o senza parte civile, si dovrebbe almeno iniziare la discussione finale.
F.F.
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