Merate: convegno Fragilità e Chirurgia Costanzi, 'Un'opportunità per il Mandic'

Sabato 16 Dicembre nella sala Luigi Zappa di villa Confalonieri a Merate si è svolto l’incontro dal titolo “Un approccio multidisciplinare al paziente chirurgico fragile” organizzato dal Direttore della Chirurgia Generale dell’Ospedale San Leopoldo Mandic, dottor Andrea Costanzi. Sottotitolo dell’incontro “Christmas Grand Surgical Round”.
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Dr Costanzi ci spiega di cosa si è trattato?

“Grand Surgical Round” è un’espressione usata dagli anglosassoni quando si invita un ospite di alto profilo  ad un incontro scientifico in cui sono coinvolte figure di diversa estrazione clinica. Nel nostro caso abbiamo colto l’occasione della disponibilità, in prossimità del Natale, del Prof. Giampaolo Ugolini, associato di Chirurgia Generale dell’Università di Bologna e direttore della Chirurgia dell’Ospedale di Ravenna. Ha svolto per circa un’ora una approfondita presentazione della sua visione sulla fragilità in ambito chirurgico. La splendida cornice di Villa Confalonieri col patrocinio del Comune di Merate ha reso questo evento ancora più speciale e ha consentito un’ampia partecipazione di personale medico e infermieristico dell’ASST di Lecco e di Medici di Medicina Generale del territorio.

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Il dottor Andrea Costanzi


Sono intervenuti anche altri relatori dell’ospedale Mandic e del Manzoni di Lecco.

Hanno partecipato con delle relazioni il Dottor Fabio Lombardi capo del dipartimento della Fragilità dell’ASST di Lecco, il Dottor Antonio Ardizzoia, capo del dipartimento oncologico, il Dr Paolo Rossi, direttore della Medicina del Mandic da 10 mesi, il dottor Davide Guzzon, Direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione del Mandic e il Dr Mauro Manzoni che è tra i medici di Medicina Generale dello studio associato di Villa Confalonieri. Ciascuno ha tracciato il profilo della fragilità a partire dal proprio punto di osservazione e cura. Il nostro ospedale ha una vocazione storica nei confronti della Fragilità, che è una parola molto di moda oggi ma che da noi non è un contenitore vuoto e mette in moto tutti gli specialisti.

Qual è la sintesi che avete tracciato a partire dagli interventi più significativi?

In Italia ad oggi un quarto della popolazione ha più di 65 anni. Ma nessuno è pronto per lo Tsunami Argento che ci aspetta. Nel 2050 questa quota aumenterà al 35%. Oltre la metà dei tumori che noi trattiamo riguardano questa fascia di popolazione, ma questi malati ricevono una disparità dii trattamento perché vengono considerati inadeguati alla chirurgia. Come ci ha detto il Professor Ugolini, se noi valutiamo approfonditamente questi pazienti e troviamo controindicazioni che sono gestibili nonostante l’età anagrafica sembri a sfavore, è nostro dovere fare una proposta di cura su misura al paziente.
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Qual è la sua esperienza personale in questo campo?

Ho partecipato agli studi GOSAFE proposti dal Professor Ugolini che hanno permesso di raccogliere i dati di 26 centri in tutto il mondo sulla percezione che il paziente fragile ha della sua ripresa funzionale dopo chirurgia oncologica. I risultati sono sorprendenti perché la maggior parte dei pazienti sono soddisfatti della loro Qualità della vita dopo l’intervento.


Sarà possibile fare questo al Mandic?

Noi siamo già partiti e infatti abbiamo proposto il caso clinico di una paziente della Valsassina di 86 anni con un tumore allo stomaco che è giunta alla nostra osservazione in ambulatorio in condizioni precarie ma che grazie alla presenza dei geriatri del reparto di Medicina capitanati dal Dr Rossi abbiamo valutato multidisciplinarmente con tutti i test di fragilità. Abbiamo riscontrato uno stato di pre-fragilità che poteva essere migliorato attraverso la Pre-Abilitazione, cioè un allenamento. Per 5 settimane abbiamo preparato la signora dal punto di vista nutrizionale (inclusa la carenza di ferro), respiratorio e motorio all’intervento. Quando è stata operata ha superato brillantemente tutti gli ostacoli in cui poteva incorrere durante il ricovero e oggi a distanza di quasi 3 mesi dalla dimissione dice di stare meglio di prima.

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E’ un approccio che offrite a tutti i pazienti?

Certamente e non solo anziani e oncologici. La fragilità è trasversale e occorre affrontarla con tutte le risorse a disposizione. Per questo la presenza del Dr Lombardi ci aiuta a pensare in grande, con l’adattamento delle sue piattaforme di valutazione multidimensionale a tutti i pazienti fragili ricoverati e ambulatoriali che debbano sottoporsi ad un intervento chirurgico. L’idea è quella di creare un percorso completo per questi ammalati in modo che si possano sentire accolti e guardati non solo per la patologia di cui sono portatori o l’età anagrafica. Anche il desiderio di essere curati gioca un ruolo fondamentale.


Quindi la fragilità è in realtà un’opportunità per il Mandic?

Sicuramente perché qui abbiamo tutte le risorse necessarie per trattarla. La presenza dei geriatri in ospedale è un grande conforto nell’ottica di quella che il Professor Ugolini cha chiamato la co-gestione geriatrica. La chirurgia con le sue dotazioni tecnologiche avanzate è pronta ad accogliere e operare tutti i malati che risulteranno idonei dopo il percorso personalizzato che abbiamo descritto a Villa Confalonieri.
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