Merate: Alessandro Banfi è il collezionista di calzascarpe
Abituati a scrivere di collezionisti di libri, cartoline, telefoni, conchiglie, fiori, meridiane, alla scoperta della passione del signor Alessandro Banfi, abbiamo sobbalzato sulla sedia. E in effetti la visita nella sua casa è stata davvero una sorpresa.
Classe 1943, dopo una vita da metalmeccanico, con l'avvio della pensione ha dovuto “occupare” tempo e testa e a dargli lo spunto è stato quel rito di pulizia del proprio armadietto prima di lasciare lo spogliatoio dell'azienda dove per tanti anni aveva lavorato.
“Ero in forze alla Jucker di Lomagna. Giunta la pensione anche l'azienda si avviava a chiudere e così con i miei colleghi stavano svuotando l'armadietto. Tanti avevano già preso le loro cose e mi sono accorto che erano rimasti i calzascarpe. Così ne ho presi 6/7, tutti diversi. Mi piacevano. Tanto sarebbero finiti nella spazzatura. Tutto è iniziato quel giorno e non ho più smesso”.
In legno, ferro, ebano, plastica. Piccoli e grandi, da borsetta o da appendere al chiodo, per le scarpe da uomo o da donna, decorati, intarsiati o finemente cesellati, con la marca del negozio o lisci, sono centinaia i calzascarpe che il signor Alessandro, residente in via De Amicis a Merate con la moglie, è riuscito a raccogliere in quasi trent'anni.
Amici, parenti, vicini di casa ormai sono bene a conoscenza di questa sua passione e quindi un viaggio o una gita sono l'occasione per portargli un nuovo pezzo da inserire nella collezione.
Da parte sua, però, Alessandro ama andare per mercatini dell'usato o alle esposizioni sui navigli di Milano e qui sbizzarrirsi negli acquisti.
Sulle pareti di casa, ordinati in maniera minuziosa, sono appesi centinaia di esemplari e gli occhi si perdono tra un colore e l'altro, un materiale, una finitura o una decorazione particolare.
La sua casa, però, è un piccolo museo perchè oltre ai calzascarpe ci sono tantissime maschere provenienti da diversi angoli del mondo e poi creazioni artigianali che ha realizzato di sua mano, con materiali di recupero e che bene raccontano le sue abilità ma anche la sua fantasia.
Tra una ricerca e l'altra nei mercatini, il cruccio che però attanaglia il collezionista meratese è chi porterà avanti la sua passione. “Al momento i nipoti non sembrano interessati, ma chissà...”.
Classe 1943, dopo una vita da metalmeccanico, con l'avvio della pensione ha dovuto “occupare” tempo e testa e a dargli lo spunto è stato quel rito di pulizia del proprio armadietto prima di lasciare lo spogliatoio dell'azienda dove per tanti anni aveva lavorato.
“Ero in forze alla Jucker di Lomagna. Giunta la pensione anche l'azienda si avviava a chiudere e così con i miei colleghi stavano svuotando l'armadietto. Tanti avevano già preso le loro cose e mi sono accorto che erano rimasti i calzascarpe. Così ne ho presi 6/7, tutti diversi. Mi piacevano. Tanto sarebbero finiti nella spazzatura. Tutto è iniziato quel giorno e non ho più smesso”.
In legno, ferro, ebano, plastica. Piccoli e grandi, da borsetta o da appendere al chiodo, per le scarpe da uomo o da donna, decorati, intarsiati o finemente cesellati, con la marca del negozio o lisci, sono centinaia i calzascarpe che il signor Alessandro, residente in via De Amicis a Merate con la moglie, è riuscito a raccogliere in quasi trent'anni.
Amici, parenti, vicini di casa ormai sono bene a conoscenza di questa sua passione e quindi un viaggio o una gita sono l'occasione per portargli un nuovo pezzo da inserire nella collezione.
Da parte sua, però, Alessandro ama andare per mercatini dell'usato o alle esposizioni sui navigli di Milano e qui sbizzarrirsi negli acquisti.
Sulle pareti di casa, ordinati in maniera minuziosa, sono appesi centinaia di esemplari e gli occhi si perdono tra un colore e l'altro, un materiale, una finitura o una decorazione particolare.
La sua casa, però, è un piccolo museo perchè oltre ai calzascarpe ci sono tantissime maschere provenienti da diversi angoli del mondo e poi creazioni artigianali che ha realizzato di sua mano, con materiali di recupero e che bene raccontano le sue abilità ma anche la sua fantasia.
Tra una ricerca e l'altra nei mercatini, il cruccio che però attanaglia il collezionista meratese è chi porterà avanti la sua passione. “Al momento i nipoti non sembrano interessati, ma chissà...”.
S.V.