Merate: celebrata la messa di Sant’Ambrogio.La fiducia come bene della comunità
È stata concelebrata questa mattina da don Luigi Peraboni e don Vincenzo Bosisio – che quest’anno festeggia 35 anni di sacerdozio – la Messa di Sant’Ambrogio nell’omonima chiesa di Merate unitamente a 18 sacerdoti legati alla città che si sono riuniti per l’occasione insieme alle autorità civili, militari, alle associazioni e alla popolazione.
Don Vincenzo ha ricordato il Santo come un “buon pastore” scelto da Dio per continuare a rappresentare nel tempo questa figura biblica. Ponendosi come imitatore del Signore, Ambrogio riuscì a amministrare la fede e “portare sulle spalle” i suoi fedeli, volontà testimoniata dalla sua preghiera a Gesù: “Vieni, Signore Gesù, Buon Pastore, ricerca il tuo servo, ricerca la tua pecora smarrita. Lascia le novantanove e vieni a cercare quell’unica che si è smarrita, perché anch’io ti appartengo. Vieni senza i cani, vieni senza i cattivi guardiani, vieni senza il mercenario. Vieni con la carità e lo spirito mansueto. Vieni: cercami, scoprimi, prendimi e riportami al tuo gregge, Signore Gesù, Buon Pastore”. Il funzionario ricevette inaspettatamente la chiamata di Dio: un giorno fu colpito dalle parole di un fanciullo che lo chiamò “Vescovo”. Decise quindi di farsi battezzare il 30 novembre e, una settimana dopo, il 7 dicembre, venne ordinato Vescovo senza aver ricevuto alcuna preparazione. “Ambrogio diede le dimissioni di governatore e cominciò a guidare la città sotto un’altra veste. Questo perché il Signore sceglie i suoi discepoli attraverso vie misteriose, individuando delle potenzialità utili per fare del bene al popolo”. Solo chi sperimenta la bellezza di Gesù pastore può infatti amare gli altri, trasformando le fragilità in preghiera e consegnando il proprio cuore, proprio come Ambrogio, che è simbolo di riconciliazione e pace. Il don ha invitato ad essere come il Patrono che ha fatto operare Cristo attraverso di lui, abbandonandosi alla grazia dello spirito.
Al termine dell’omelia, come da tradizione, i membri dell'Amministrazione comunale hanno portato i doni all'altare mentre il sindaco Massimo Panzeri, accompagnato da don Vincenzo e don Luigi, ha posizionato e acceso il cero nella cappella dedicata proprio al Santo Patrono della città.
Don Luigi ha preso dunque la parola ringraziando tutti i presenti per aver celebrato insieme la figura del Santo. “L’unione delle rappresentanze civili e religiose è la testimonianza della condivisione dei talenti che Dio riconosce in ognuno di noi. Questi si trasformano in esperienze e cammini comuni che beneficiano la comunità anche quando fatichiamo individualmente a capire la volontà di Dio”.
Per concludere la funzione il sacerdote ha ripreso la dimensione della fiducia, citata più volte dall’Arcivescovo Mario Delpini nel suo discorso di ieri alla città di Milano, sottolineando come questa debba essere un impegno e una responsabilità per rendere la convivenza umana sempre più bella e costruttiva.
Don Vincenzo ha ricordato il Santo come un “buon pastore” scelto da Dio per continuare a rappresentare nel tempo questa figura biblica. Ponendosi come imitatore del Signore, Ambrogio riuscì a amministrare la fede e “portare sulle spalle” i suoi fedeli, volontà testimoniata dalla sua preghiera a Gesù: “Vieni, Signore Gesù, Buon Pastore, ricerca il tuo servo, ricerca la tua pecora smarrita. Lascia le novantanove e vieni a cercare quell’unica che si è smarrita, perché anch’io ti appartengo. Vieni senza i cani, vieni senza i cattivi guardiani, vieni senza il mercenario. Vieni con la carità e lo spirito mansueto. Vieni: cercami, scoprimi, prendimi e riportami al tuo gregge, Signore Gesù, Buon Pastore”. Il funzionario ricevette inaspettatamente la chiamata di Dio: un giorno fu colpito dalle parole di un fanciullo che lo chiamò “Vescovo”. Decise quindi di farsi battezzare il 30 novembre e, una settimana dopo, il 7 dicembre, venne ordinato Vescovo senza aver ricevuto alcuna preparazione. “Ambrogio diede le dimissioni di governatore e cominciò a guidare la città sotto un’altra veste. Questo perché il Signore sceglie i suoi discepoli attraverso vie misteriose, individuando delle potenzialità utili per fare del bene al popolo”. Solo chi sperimenta la bellezza di Gesù pastore può infatti amare gli altri, trasformando le fragilità in preghiera e consegnando il proprio cuore, proprio come Ambrogio, che è simbolo di riconciliazione e pace. Il don ha invitato ad essere come il Patrono che ha fatto operare Cristo attraverso di lui, abbandonandosi alla grazia dello spirito.
Al termine dell’omelia, come da tradizione, i membri dell'Amministrazione comunale hanno portato i doni all'altare mentre il sindaco Massimo Panzeri, accompagnato da don Vincenzo e don Luigi, ha posizionato e acceso il cero nella cappella dedicata proprio al Santo Patrono della città.
Per concludere la funzione il sacerdote ha ripreso la dimensione della fiducia, citata più volte dall’Arcivescovo Mario Delpini nel suo discorso di ieri alla città di Milano, sottolineando come questa debba essere un impegno e una responsabilità per rendere la convivenza umana sempre più bella e costruttiva.
I.Bi.