Brivio: celebrazione in paese per onorare Santa Barbara
Grande momento di festa nella mattinata di domenica 3 dicembre a Brivio, dove i membri del gruppo “G.M. Gianantonio Gnecchi Ruscone” dell’associazione “Marinai d’Italia” hanno celebrato come da tradizione Santa Barbara, patrona della Marina Militare”.
Ritrovatosi presso la sede di via Vittorio Emanuele II, il gruppo, reggendo i vessili, ha sfilato per il paese fino a raggiungere il Monumento ai Caduti del Mare sul lungofiume, dove è stato suonato l’Inno d’Italia, il Silenzio, ed è stata depositata una corona d’alloro.
Presenti alla manifestazione anche il comandante del Corpo Intercomunale di Polizia Locale, Alberto Maggioni, un rappresentante della Guardia di Finanza e la vicesindaca Roberta Agostoni, che nel corso della celebrazione ha tenuto a condividere una riflessione: “Santa Barbara protegge per eccellenza i militari e fu scelta perché simboleggiante la serenità del sacrificio dinanzi al pericolo. È il segno della fortezza nel perseguire coraggiosamente il bene. È bello pensare che i rappresentanti di queste armi, ovunque siano, abbiano festeggiato idealmente insieme la loro patrona, dai marinai imbarcati sui mari più lontani agli artiglieri in Iran, fino ai vigili del fuoco negli eroismi della vita quotidiana” ha detto, spiegando che la festa di santa barbara è anche la celebrazione dei valori di solidarietà, generosità, professionalità e spirito di sacrificio che caratterizzano e sostengono l’azione quotidiana di queste forze. “La ricorrenza di Santa Barbara è consolidamento e rinnovo nel tempo dei nostri valori e delle nostre tradizioni. L’auspicio e l’augurio è che ognuno di noi senta il dovere nel proprio quotidiano di fare proprio in modo costruttivo questi valori”.
Ha parlato quindi il presidente del gruppo “G.M. Gianantonio Gnecchi Ruscone”, Pierluigi Ciminago, che ha ricordato che Santa Barabra, martirizzata con il supplizio del fuoco per la sua indomata fede cristiana il 4 dicembre del 306 d.C., rappresenta la serenità del sacrificio di fronte al pericolo. “La cerimonia costituisce un momento particolarmente sentito per il personale della Marina Militare sia in servizio attivo e per chi ne ha fatto parte. Il giorno di festa non deve però farci dimenticare che indipendentemente da quanto auspicato dalla nostra costituzione e dal sentimento popolare improntato alla pace, l’Italia suo malgrado è pienamente coinvolta nella complessa fase storica in cui si stanno drammaticamente ridefinendo gli equilibri mondiali in modo tutt’altro che pacifico. Pensare di poterne rimanere estranei è purtroppo una fallace illusione – ha detto Ciminago. – L’Italia è una lingua di terra protesa nel Mediterraneo, al confine con il mondo medio-orientale ad alta instabilità e tentato dal panislamismo che avendo una concezione della convivenza molto diversa dalla nostra mostra una marcata aggressività e disprezzo delle democrazie occidentali. Dal Magreb alla Turchia, dalla penisola arabica all’Iran, siamo di fronte a dittature, autocrazie e teocrazie spesso feroci e prive di scrupoli anche in termini di relazioni diplomatiche. Nazioni come Turchia, Algeria e Egitto stanno rapidamente incrementando le loro forze navali, certamente non solo in chiave difensiva”.
Secondo il presiedete, l’Italia non può permettersi di lasciare a nuovi attori il controllo del Mediterraneo. “È per noi di vitale importanza che la navigazione rimanga libera e sicura in quello che è chiamato ‘Mediterraneo allargato’, comprendente zone del Mar Rosso, il Golfo Persico, le acque del Corno d’Africa e il golfo di Guinea. La difesa della libertà di navigazione, di sfruttamento delle risorse marine e di sfruttamento delle infrastrutture subacquee richiedono una reale capacità di deterrenza e di pronta e decisa capacità di risposta alle eventuali intimidazioni e aggressioni. Per una nazione come la nostra, priva di materie prime e di prodotti energetici, che vive soprattutto di industria di trasformazione, la difesa dei nostri interessi sul mare è questione imprescindibile per la sopravvivenza” ha aggiunto, spiegando che per questi scopi la Marina Militare deve poter disporre di una capacità operativa adeguata in termini quantitativi e qualitativa.
Terminati i discorsi, lo schieramento si è rimesso in cammino per raggiungere la chiesa prepositurale, dove è stata celebrata la Santa Messa da don Emilio Colombo. Dopo l’eucarestia, il gruppo e i simpatizzanti si sono riuniti a tavola per il consueto pranzo sociale.
Ritrovatosi presso la sede di via Vittorio Emanuele II, il gruppo, reggendo i vessili, ha sfilato per il paese fino a raggiungere il Monumento ai Caduti del Mare sul lungofiume, dove è stato suonato l’Inno d’Italia, il Silenzio, ed è stata depositata una corona d’alloro.
Presenti alla manifestazione anche il comandante del Corpo Intercomunale di Polizia Locale, Alberto Maggioni, un rappresentante della Guardia di Finanza e la vicesindaca Roberta Agostoni, che nel corso della celebrazione ha tenuto a condividere una riflessione: “Santa Barbara protegge per eccellenza i militari e fu scelta perché simboleggiante la serenità del sacrificio dinanzi al pericolo. È il segno della fortezza nel perseguire coraggiosamente il bene. È bello pensare che i rappresentanti di queste armi, ovunque siano, abbiano festeggiato idealmente insieme la loro patrona, dai marinai imbarcati sui mari più lontani agli artiglieri in Iran, fino ai vigili del fuoco negli eroismi della vita quotidiana” ha detto, spiegando che la festa di santa barbara è anche la celebrazione dei valori di solidarietà, generosità, professionalità e spirito di sacrificio che caratterizzano e sostengono l’azione quotidiana di queste forze. “La ricorrenza di Santa Barbara è consolidamento e rinnovo nel tempo dei nostri valori e delle nostre tradizioni. L’auspicio e l’augurio è che ognuno di noi senta il dovere nel proprio quotidiano di fare proprio in modo costruttivo questi valori”.
Ha parlato quindi il presidente del gruppo “G.M. Gianantonio Gnecchi Ruscone”, Pierluigi Ciminago, che ha ricordato che Santa Barabra, martirizzata con il supplizio del fuoco per la sua indomata fede cristiana il 4 dicembre del 306 d.C., rappresenta la serenità del sacrificio di fronte al pericolo. “La cerimonia costituisce un momento particolarmente sentito per il personale della Marina Militare sia in servizio attivo e per chi ne ha fatto parte. Il giorno di festa non deve però farci dimenticare che indipendentemente da quanto auspicato dalla nostra costituzione e dal sentimento popolare improntato alla pace, l’Italia suo malgrado è pienamente coinvolta nella complessa fase storica in cui si stanno drammaticamente ridefinendo gli equilibri mondiali in modo tutt’altro che pacifico. Pensare di poterne rimanere estranei è purtroppo una fallace illusione – ha detto Ciminago. – L’Italia è una lingua di terra protesa nel Mediterraneo, al confine con il mondo medio-orientale ad alta instabilità e tentato dal panislamismo che avendo una concezione della convivenza molto diversa dalla nostra mostra una marcata aggressività e disprezzo delle democrazie occidentali. Dal Magreb alla Turchia, dalla penisola arabica all’Iran, siamo di fronte a dittature, autocrazie e teocrazie spesso feroci e prive di scrupoli anche in termini di relazioni diplomatiche. Nazioni come Turchia, Algeria e Egitto stanno rapidamente incrementando le loro forze navali, certamente non solo in chiave difensiva”.
Secondo il presiedete, l’Italia non può permettersi di lasciare a nuovi attori il controllo del Mediterraneo. “È per noi di vitale importanza che la navigazione rimanga libera e sicura in quello che è chiamato ‘Mediterraneo allargato’, comprendente zone del Mar Rosso, il Golfo Persico, le acque del Corno d’Africa e il golfo di Guinea. La difesa della libertà di navigazione, di sfruttamento delle risorse marine e di sfruttamento delle infrastrutture subacquee richiedono una reale capacità di deterrenza e di pronta e decisa capacità di risposta alle eventuali intimidazioni e aggressioni. Per una nazione come la nostra, priva di materie prime e di prodotti energetici, che vive soprattutto di industria di trasformazione, la difesa dei nostri interessi sul mare è questione imprescindibile per la sopravvivenza” ha aggiunto, spiegando che per questi scopi la Marina Militare deve poter disporre di una capacità operativa adeguata in termini quantitativi e qualitativa.
Terminati i discorsi, lo schieramento si è rimesso in cammino per raggiungere la chiesa prepositurale, dove è stata celebrata la Santa Messa da don Emilio Colombo. Dopo l’eucarestia, il gruppo e i simpatizzanti si sono riuniti a tavola per il consueto pranzo sociale.
E.Ma.